Coca Boliviana | Erythroxylum Coca Lamk
La coca (Erythroxylum coca o Erythroxylon coca) è una pianta della famiglia delle Erythroxylaceae classificata in passato all’interno dell’ordine delle Linales; con la più recente classificazione filogenetica viene considerata parte dell’ordine delle Malpighiaceae.
Dalle foglie della pianta della coca si ricava la cocaina, uno stupefacente.
La coca è indigena della Bolivia (E. coca varietà Coca) e del Perù (E. coca varietà Truxilense), ma viene coltivata, tra 450 e 1800 m, anche in Cile, Colombia, Brasile, Cina, Indonesia e Madagascar.
La foglia di coca è uno dei prodotti di consumo più popolari in Bolivia. Per gli indigeni Aymara e Quechua è sacra.
La pianta di coca è un arbusto o piccolo albero, alto circa da 1 a 3 m, molto ramificato, rivestito da una scorza di colore rossastro (Erytroxylum significa appunto “legno rosso“). Presenta rami dritti con foglie sottili, ovali, brevemente picciolate; caratteristica della foglia è una porzione longitudinale delimitata da due linee curve, ciascuna su ogni lato della nervatura mediana più evidenti sulla faccia inferiore della foglia; i fiori solitari, piccoli bianchi o bianco-giallastri con antere a forma stellata ma talvolta raccolti in infiorescenze. Il frutto è una piccola drupa rossastra contenente un solo seme. La coca è una pianta a portamento arbustivo che rimane produttiva anche fino all’età di 15 anni.
Principi attivi alcaloidi: cocaina (70 80% nella boliviana e 50% nella peruviana), cinnamoilcocaina, benzoilecgonina, ecgoina, tropacocaina, igrina, cuscoigrina, nicotina, ecc. Essenza, rutina, isoquercitina, calcio, ferro, vitamina A, fosforo, riboflavina, proteine. La Convenzione Unica delle Nazioni Unite sugli stupefacenti del 1961 la classifica come droga pericolosa.
L’uso delle foglie di coca, attraverso la masticazione (gli indigeni le frammischiano, triturate alle ceneri del Chenopodium quinoa Willd. (la c. d. Ypa) e di altre piante e le usano come masticatorio), è certamente molto antico e risale ad un paio di millenni prima di Cristo. Trattandosi di una pianta tropicale il suo uso non era, né lo è oggi, come spesso si crede, relegato solo alle popolazioni andine che, evidentemente, dovevano procurarsela commerciando con le popolazioni delle aree tropicali. Le foglie di coca non erano quindi un bene di largo consumo. Prova di ciò è che anche in epoca incaica, quindi per un paio di secoli prima della conquista spagnola, in un momento di consolidamento territoriale che dava quasi unitarietà al settore occidentale del Sudamerica, le foglie di coca rimanevano ad uso quasi esclusivo della teocrazia incaica.
La crescita della produzione e del consumo delle foglie di coca è stata opera degli spagnoli durante i primi decenni della conquista. Nell’uso delle foglie di coca trovarono un ottimo alleato per migliorare la produzione semi-schiavista nelle miniere di Potosí; infatti le foglie venivano date, spesso come paga, agli schiavi indigeni per dare loro maggiore resistenza e ridurre la fame e la sete. Nel corso del XVI secolo la produzione di foglie di coca è passata da 100 tonnellate a più di 1.000, quasi tutte assorbite dalle miniere d’argento di Potosí e dintorni, nell’attuale Bolivia.
Fin dai più antichi tempi le foglie di Coca furono usate dagli indiani d’America (Bolivia) che le masticavano mescolate con calce, per attutire lo stimolo della fame e della sete e per aumentare la loro resistenza alle fatiche imposte da lunghe marce, anche se fatte in condizioni di alimentazione ridotta o insufficiente. Oltre all’ottundimento dello stimolo della fame e della sete, la masticazione delle foglie di Coca provoca diminuzione della secrezione salivare, diminuzione della sensibilità della mucosa orale, faringea, gastrica, acceleramento della digestione e aumento della diuresi.
In passato la coca è stata usata per la produzione di farmaci e bevande, come il Vino Mariani, realizzato con vino Bordeaux nel quale venivano fatte macerare le foglie di coca, o l’Elixir Coca premiato nel 1871 alla Esposizione Agraria, Industriale e di Belle Arti di Forlì. Nella ricetta originale della Coca-Cola era previsto l’uso di foglie di coca. In varie nuove bevande la foglia di coca è tornata a essere usata come la Red Bull Cola (in Italia la coca non è ammessa) e l’Agwa De Bolivia un nuovo liquore digestivo venduto negli USA e in Olanda.
Circa gli aspetti farmacologici va ricordato che il principio attivo della coca è l’alcaloide cocaina, che nelle foglie fresche si trova in quantità da un minimo di circa 0.3 a 1.5%, in una media dello 0.8%. Oltre alla cocaina nelle foglie di coca sono presenti anche altri alcaloidi.
La cocaina agisce come inibitore della ricaptazione delle catecolammine, in particolar modo della dopamina. La droga può essere fumata, masticata, inalata o iniettata per via endovenosa. Le foglie, se masticate, agiscono come un leggero stimolante capace di alleviare la fame, la sete, il dolore e la fatica. La droga lavorata dà effetti a livello centrale (euforia, riduzione del senso di fatica) e a livello periferico (tachicardia, midriasi, vasocostrizione) e provoca dipendenza.
L’assorbimento della cocaina dalle foglie di coca è molto meno rapido ed efficiente che dalle forme purificate d’estrazione della cocaina, e non causa né euforia né altri effetti psicoattivi associati all’uso dell’omonima droga. Taluni sostengono l’idea che la cocaina non reagisca come ingrediente attivo quando si mastica una foglia di coca né quando se ne beve un infuso; tuttavia, alcuni studi dimostrano che una quantità ridotta ma misurabile di cocaina è presente nel sangue dopo il consumo di infusi a base di coca. Non è documentata la dipendenza dal consumo di foglie di coca allo stato naturale, né si riscontrano altri eventuali effetti deleteri.
La coca non ha applicazioni terapeutiche, ma viene utilizzata dalle popolazioni andine come psicostimolante. Anche l’importanza della cocaina come anestetico locale, è oggi molto diminuita, perché sostituita dai numerosi anestetici locali di sintesi, non dotati di azione stupefacente, e in grado di soddisfare ormai qualsiasi esigenza terapeutica
La coca non viene impiegata in fitoterapia e ne è proibito qualsiasi tipo di utilizzo a causa della cocaina in essa contenuta.