Piante ed erbe

Citiso villoso – Cytisus villosus

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I Citisi rappresentano il genere più numeroso di quel gruppo di leguminose che popolarmente sono chiamate Ginestre. Crescono nell’intervallo altimetrico tra 0 e 1000 m s.l.m., nella macchia mediterranea, lungo i sentieri, al margine del bosco. Nei giardini sono coltivati in innumerevoli varietà, alcune molto belle e adatte alle più svariate situazioni.

Il nome generico (Cytisus), secondo alcune etimologie, deriva dalla parola greca kutisus un nome per una specie di trifoglio (in riferimento alla forma delle foglie); secondo altre etimologie “Cytisus” è una denominazione latina che discende da un preesistente vocabolo greco kytisos di incerta etimologia (potrebbe derivare da qualche idioma dei primi abitatori dell’Asia Minore); secondo altre etimologie ancora deriva dalla parola greca kýtos (= cavità). L’epiteto specifico (villosus) fa riferimento all’aspetto peloso.

Il binomio scientifico di questa pianta è stato proposto per la prima volta dal botanico francese Pierre André Pourret (1754-1818) nella pubblicazione “Mem. Acad. Sci. Toulouse 3: 317” del 1788.

Nomi comuni: cantamaggio, citiso villoso, citisu, frasca, ginestra, lefraca, legn legor, lerca, lifrascia, moddacchina, muddacchina di voscu, rutaccio, sepulle masculo, sparzio, tiritassi

Descrizione

Il citiso trifloro, o citiso villoso (Cytisus villosus Pourr., 1788 o Cytisus triflorus) è un piccolo arbusto perenne appartenente alla famiglia delle Fabacee, comunemente conosciute come leguminose; è una specie del Mediterraneo centro-occidentale presente in tutte le regioni d’Italia salvo che in Emilia e nelle regioni del nord-est. In particolare si trova su terreni aridi, collinari o montagnosi.

Si tratta di una pianta perenne, pelosa, arbustiva, con portamento cespuglioso anche robusto, di dimensioni tra 1 e 2 m di altezza. Rami numerosi, fusto legnoso di colore verde striato, rami giovani biancastri per una fitta e minuta peluria; foglie con breve picciuolo a lamina divisa in tre foglioline ellittiche, completamente separate e picciolettate, la mediana più grande; i fiori odorosi, sono riuniti in racemi terminali. Ogni fiore ha la tipica forma delle leguminose, con una corolla papilionacea, composta da cinque petali diseguali: un grande petalo superiore (vexillum), due petali laterali (ali) e due petali inferiori più piccoli (carena). Il colore dei fiori può variare da giallo pallido a giallo intenso. Dopo l’impollinazione, la pianta produce legumi (baccelli) di forma lineare e appiattita, contenenti semi tondeggianti di colore scuro.

Il frutto è un legume villoso, appiattito, bianco-argenteo per la fitta peluria., di tipo deiscente. Dimensioni del legume: larghezza 4 – 6 mm; lunghezza 20 – 40 mm.

Periodo di fioritura: Febbraio-Aprile

Nella stagione fredda le porzioni erbacee si seccano e rimangono in vita soltanto le parti legnose e ipogee. Questa pianta annerisce con la disseccazione.

Il citiso villoso ha radici poco profonde e un fusto legnoso, ramificato alla base.

Usi

Il citiso villoso viene spesso coltivato come pianta ornamentale nei giardini grazie alla bellezza dei suoi fiori. Può essere utilizzato per formare siepi o bordure. Tuttavia, è anche una pianta utile per la sua capacità di fissare l’azoto nel terreno, migliorando così la sua fertilità.

Proprietà tossiche

Tutte le parti della pianta, compresi i semi, sono tossiche se ingerite. Contiene alcaloidi e altre sostanze chimiche che possono causare avvelenamento negli animali domestici e nel bestiame. Pertanto, è importante maneggiare la pianta con cura e tenerla lontana dalla portata di animali domestici e bambini.

In alcune regioni, il citiso villoso può diventare una pianta infestante aggressiva, competendo con le specie indigene e riducendo la biodiversità. Il suo controllo può essere difficile a causa della sua capacità di propagarsi rapidamente tramite semi.

In sintesi, il citiso villoso è un arbusto ornamentale dal bel colore dei fiori, ma può rappresentare una minaccia per l’ambiente se non viene gestito correttamente a causa della sua natura invasiva e delle sue proprietà tossiche.

Curiosità

La prima specie di Ginestra sarebbe stata scoperta nell’isola di Cithus, una delle Cicladi. Alcuni racconti popolari attribuiscono a queste piante spiacevoli ed ingiusti significati, come accade in una leggenda siciliana dove si sostiene che Gesù fu individuato dai soldati nell’orto dei Getzemani, perché tradito dal fruscio di una ginestra. Secondo il racconto Gesù si sarebbe adirato a tal punto da esclamare rivolgendosi all’incolpevole arbusto: Possa tu fare altrettanto chiasso quando verrai bruciata! Ed infatti la “Ginestra dei carbonai” (Cytisus scoparius) scoppietta rumorosamente non solo quando viene bruciata, ma anche quando, durante l’autunno, i suoi legumi si aprono di scatto e scagliano i semi tutt’intorno. E’ voce popolare che le streghe si servissero dei rami della Ginestre per costruire le scope usate per le spericolate evoluzioni notturne durante i Sabba. Per questo motivo in molti paesi europei si conferisce loro il significato di fiori della morte.

Redazione amaperbene.it

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