Chicle | Manilkara Zapota
Manilkara zapota (L.) P. Royen 1953, è una pianta della famiglia delle Sapotacee, originaria del Sud del Messico e dell’America Centrale. Nello Yucatán è una delle specie arboree dominanti. La Sapodilla viene coltivata per il chicle (ingrediente tradizionale delle gomme da masticare), che viene estratto dal suo fusto, per il legno pregiato, per il suo frutto, la sapodilla o sapotiglia, e per le sue proprietà medicinali. In Messico è commercializzato come “chupeta” o “chicozapote“. Quest’ultimo nome deriva dalla lingua nahuatl è significa zapote di miele, ad indicare il sapore più dolce degli altri frutti della famiglia delle Sapotaceae. Dai Maya dello Yucatan è invece chiamato “zaya“. Altri nomi tradizionali con cui è noto altrove sono “zapote chico”, “chicu”, “àcana”, “korob”, “muy”, “muyozapot”, nonché, in modo più generico, come “níspero” (che però più propriamente indica in spagnolo la specie europea nespola – nespola d’inverno). Questa pianta, dopo la conquista del Messico, fu importata in ogni angolo dell’Impero Spagnolo e, dalle Filippine, riuscì a raggiungere l’India, dove trovò un areale particolarmente favorevole per il suo sviluppo.
Originaria del Messico è prodotta anche in Thailandia, Indonesia, Filippine, Guatemala ed altre regioni tropicali dell’America centrale. E’ un albero alto fino a 30 m sempreverde con foglie verde-brillante, a margine intero, ovali o ellittiche. fiori bisessuali bianchi, solitari che rimangono aperti di notte. il frutto è una grande bacca oblunga, marrone con alcuni semi neri allungati e polpa color salmone di sapore gustoso che ricorda miele, pera e albicocca. Fiorisce in primavera ma anche in altri periodi.
Il suo habitat naturale è quello delle foreste, dove cresce spontanea. Dai luoghi di origine i coloni spagnoli ne portarono una varietà a Manila, da cui il nome Manilkara. Dalle Filippine, il frutto divenne successivamente popolare in tutto il Sud-Est asiatico e in India, dove è considerato come una specie autoctona.
Il termine Manilkara del genere deriva da manil-kara, un nome volgare dell’altra specie Manilkara kauki in Malayalam che è la lingua dravidica meridionale parlata in India.
L’epiteto specifico zapota viene da zapotl nome vernacolare messicano, derivato dalla lingua nahuati, variante grafica di sapota.
La droga utilizzata è costituita dal latice estratto dalla corteccia dal midollo e dalle foglie, semi, corteccia e fiori.
I principi attivi sono: idrocarburi poliisopreni, resina, gomma, zuccheri, sali inorganici, tannini (semi, corteccia e fiori).
Alla sapodilla vengono attribuite proprietà antiossidanti; antinfiammatorie; antidiabetiche; antibatteriche; antivirali; attivanti il sistema immunitario.
I tannini contenuti in questa pianta sono proantocianidine, ideali per combattere diabete, il cattivo colesterolo, la diarrea e dissenteria, disturbi polmonari, raffreddori.
Il frutto della sapodilla, a livello alimentare, viene è generalmente consumato fresco. Questo è divenuto famoso per il suo aroma caratteristico e viene utilizzato per sorbetti, cocktail, marmellate e gelati, nonché nella preparazione di torte, sciroppi e salse; fatto fermentare dà sapore a vino e aceto.
In Indonesia, i germogli giovani sono mangiati anche crudi o cotti con il riso.
Per le sue proprietà medicinali trova poi numerose applicazioni nella medicina popolare dei paesi asiatici. A Giava i fiori ridotti in polvere con altri ingredienti sono spalmati sul ventre delle donne immediatamente dopo il parto. In Malesia i semi sono utilizzati per prevenire la febbre, o come diuretico. I frutti acerbi e la corteccia sono usate principalmente in Cina come efficace rimedio contro la diarrea.
Storicamente, come detto, il lattice della pianta (come quello dell’affine Manilkara chicle) viene usato come masticatorio (chicle), costituendo l’ingrediente base pregiato della gomma da masticare. Oggi però la comune produzione industriale di gomma da masticare è invece basata su prodotti di sintesi.
Il lattice è utilizzato anche nella produzione di dentifrici, per produrre gomme di pregio, nelle cinghie di trasmissione e per isolamento di conduttori elettrici.