Carenza di vitamina E
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Con il termine vitamina E si intendono 8 composti, 4 appartenenti alla classe dei tocoferoli e 4 a quella dei tocotrienoli (in entrambi i casi: alfa, beta, gamma, delta). In genere, la Vitamina E viene identificata col tocoferolo, uno dei suoi principali composti, che significa “utile per la gravidanza”.
E’ una vitamina liposolubile, cioè viene assorbita in presenza di sali biliari e grassi. Viene assimilata nell’intestino e passa nel sangue per arrivare al fegato come tocoferolo, dove viene immagazzinata in alte concentrazioni. Si deposita anche nei tessuti grassi, nel cuore, nei muscoli, nei testicoli, nell’utero, nel sangue e nelle ghiandole surrenali e pituitaria. La vitamina E protegge la vitamina A facilitandone l’assorbimento e la funzione evitando che gli acidi grassi saturi e la vitamina A si scompongano e si combinino con altre sostanze diventando così nocivi all’organismo. L’ossidazione del grasso dà origine a radicali liberi. La Vitamina E protegge gli acidi grassi polinsaturi dall’ossidazione. L’effetto antiossidante è rafforzato dalla contemporanea presenza di vitamina C, glutatione, selenio.
L’industria alimentare è responsabile della perdita di gran parte della vitamina E contenuta nei cibi durante la lavorazione, la surgelazione e la conservazione. Circa il 90% della vitamina E si perde nel processo di macinazione del grano.
Sviluppare una carenza di questa vitamina è raro, poiché essa si trova in gran quantità nell’organismo (soprattutto nel fegato). Nell’adulto può comparire un deficit di vitamina E soltanto in casi di malassorbimento; ciò comporta l’insorgenza di una sindrome neurodegenerativa con neuropatia periferica, miopatia ed atassia cerebellare; è stata notata anche una correlazione con la dermatite seborroica.
Fonti principali: Sono ricchi di vitamina E gli alimenti di origine vegetale: in primis i semi (e, di conseguenza, gli olii spremuti a freddo (in particolare: soia, arachidi, mais, olive, canapa) da essi derivati, seguiti da cereali, tuorlo d’uovo. frutta ed ortaggi. Molto ricche ne sono le nocciole, le noci e le mandorle.
Il contenuto vitaminico viene ridotto dai processi di cottura, soprattutto dalla frittura e dalla cottura al forno. La vitamina E può perdersi anche stando a contatto con l’ossigeno.
Attività biologiche: La vitamina E
- protegge le cellule dalle lesioni dei radicali liberi;
- è utile nella prevenzione dell’aterosclerosi, dell’ischemia cardiaca nei pazienti ipercolesterolemici, delle distrofie muscolari,
- si mostra efficace nelle malattie cardiovascolari;
- è in grado di ridurre i processi di aggregazione delle piastrine, con conseguente riduzione di emboli, placche e trombi nelle arterie
- è indispensabile per il corretto funzionamento dei muscoli;
- in associazione alla vitamina A, riduce il tasso di colesterolo ed evita depositi di grasso lungo le pareti dei vasi;
- migliora il sistema immunitario;
- sarebbe utile nel prevenire effetti collaterali di alcune terapie antineoplastiche quali la radioterapia e la chemioterapia
- è necessaria per una adeguata funzionalità dell’apparato riproduttivo (vitamina antisterilità).
Carenza
La carenza di vitamina E può causare anemia, sterilità, maggiore incidenza di malattie del cuore e dei vasi sanguigni, deficit dei riflessi e della coordinazione, difficoltà nel camminare e debolezza muscolare.
I neonati hanno una riserva di vitamina E relativamente bassa, perché solo una piccola quantità di vitamina E attraversa la placenta, pertanto sono esposti a un rischio maggiore di presentare una carenza di vitamina E, in particolare se si tratta di neonati prematuri. I neonati prematuri che presentano la carenza possono sviluppare una grave forma di anemia ed avere gravi disturbi a carico dei muscoli e dei nervi.
Tuttavia, con l’età il rischio diminuisce in quanto di solito i neonati assumono una quantità sufficiente di vitamina E con il latte materno o con quello artificiale per neonati.
Gli adulti possono immagazzinare grandi quantità di vitamina E nel tessuto adiposo, riducendo la probabilità che si verifichi una carenza.
Cause della carenza di vitamina E
Una dieta a bassissimo contenuto di grassi è carente di vitamina E in quanto gli oli vegetali sono la fonte principale di questa vitamina e la vitamina E viene assorbita in modo ottimale se assunta con i grassi. Anche le malattie che alterano l’assorbimento dei grassi (come alcune malattie del fegato o della cistifellea, pancreatite e fibrosi cistica) possono ridurre l’assorbimento di vitamina E e aumentare il rischio di una sua carenza.
La carenza di vitamina E, o tocoferolo, è in genere collegata a una situazione di malnutrizione e nei soggetti più giovani può provocare difetti nella crescita e nello sviluppo. In generale, la mancanza di vitamina E può essere alla base dell’insorgenza di disturbi al sistema nervoso e problemi al metabolismo generale.
Eccesso di vitamina E
L’eccesso di vitamina E è raro. Quando si verifica può avere conseguenza negative a causa dell’innalzamento della pressione sanguigna che ne consegue e che può essere pericolosa per chi già soffre di ipertensione.
Un eccesso di vitamina E può creare problemi anche a chi soffre di tiroide, da momento che si viene a creare una riduzione degli ormoni di questa ghiandola. Altre conseguenze dell’eccesso di vitamina E possono essere stanchezza diffusa, disturbi della digestione, nausea e vomito.
Diagnosi della carenza di vitamina E
Si basa su un accurato esame obiettivo, esami del sangue con determinazione dei livelli di vitamina E, sulla presenza di condizioni che aumentano il rischio e sugli esiti dell’esame obiettivo.
Nei bambini, i sintomi possono includere rallentamento dei riflessi, difficoltà nel camminare, perdita di coordinazione, perdita del senso di posizione (la percezione della posizione degli arti senza guardarli) e debolezza muscolare.
Negli adulti con carenza di vitamina E dovuta a malattia da malassorbimento questi sintomi si sviluppano raramente, perché gli adulti immagazzinano grandi quantità di vitamina E nel tessuto adiposo.
La carenza di vitamina E può causare una forma di anemia nella quale si verifica la rottura dei globuli rossi (anemia emolitica). I neonati prematuri con carenza di vitamina E sono a rischio di tale grave patologia.
Nei neonati prematuri, possono verificarsi sanguinamenti (emorragie) all’interno del cervello e i vasi sanguigni oculari possono crescere in modo anomalo (una malattia chiamata retinopatia da prematurità). I neonati colpiti presentano anche debolezza muscolare.
Fabbisogno
Il fabbisogno non è stato ancora determinato, comunque la RDA è di 10 mg per gli adulti, leggermente inferiore per i bambini e di 3-4 mg per i neonati. Molti ricercatori considerano questi valori troppo bassi, in quanto prevengono solamente la comparsa di reali sintomi carenziali. Il fabbisogno di vitamina E è di gran lunga superiore quando desideriamo utilizzare le sue proprietà antiossidanti. Pertanto è consigliabile assumere 100-200 mg al giorno, cioè 10-20 volte la RDA.
Trattamento della carenza di vitamina E
Il trattamento della carenza di vitamina E comporta l’assunzione di integratori di vitamina E per via orale.
Interazioni
In virtù della sua capacità di inibire la produzione di perossido di idrogeno nelle piastrine, la vitamina E è in grado di interferire con l’aggregazione piastrinica ed esercitare un effetto additivo con farmaci che interferiscono con la coagulazione del sangue quali: Warfarin, Eparina, Pentossifillina, Aspirina, ed incrementare il rischio di emorragie.
Altre interazioni riguardano gli immunosoppressori: la somministrazione concomitante di ciclosporina e vitamina E determina una significativa riduzione dei livelli plasmatici del farmaco immunosoppressore.
Nei soggetti con diabete di tipo 2, la somministrazione concomitante di farmaci ipoglicemizzanti e vitamina E può causare un’eccessiva riduzione dei livelli plasmatici di glucosio.
Infine, la vitamina E sembra in grado di proteggere l’organismo dagli effetti collaterali (formazione di radicali liberi) associati all’uso di farmaci antitumorali.