Carenza di vitamina C
Getting your Trinity Audio player ready...
|
La vitamina C, o acido ascorbico, appartiene al gruppo delle vitamine cosiddette idrosolubili, quelle cioè che non possono essere accumulate nell’organismo, ma devono essere regolarmente assunte attraverso l’alimentazione. Oltre a sciogliersi nell’acqua, la vitamina C è sensibile alle alte temperature, per cui si perde del tutto in caso di cottura in acqua.
La vitamina C, o acido ascorbico, partecipa a molte reazioni metaboliche e alla biosintesi di aminoacidi, ormoni e collagene.
La vitamina C potenzia le difese immunitarie, aiuta l’organismo a prevenire il rischio di alcuni tumori, soprattutto allo stomaco, inibendo la sintesi di sostanze cancerogene; grazie ai suoi forti poteri antiossidanti, neutralizza i radicali liberi; risulta essenziale per la formazione, la crescita e la riparazione di tessuto osseo, cutaneo (guarigione delle ferite) e connettivo; per la salute di denti e gengive; per la normale funzionalità dei vasi sanguigni. Permette all’organismo di assorbire il ferro, necessario per la produzione dei globuli rossi.
La vitamina C è contenuta soprattutto negli alimenti freschi: in alcuni tipi di frutta e verdura come le arance, le fragole, i mandarini, i kiwi, i limoni, gli spinaci, i broccoli, i pomodori e i peperoni. Per godere appieno dei benefici della vitamina C, questi alimenti devono essere conservati non più di 3-4 giorni e consumati crudi o comunque poco cotti.
Una carenza di vitamina C può essere dovuta a una dieta carente di frutta e verdure fresche; inoltre, la cottura può distruggere parte della vitamina C presente negli alimenti. Esistono poi condizioni che possono aumentare in modo significativo il fabbisogno corporeo di vitamina C e quindi il rischio di carenza di vitamina C se detto fabbisogno non viene soddisfatto; tra queste condizioni, la gravidanza, l’allattamento al seno, disturbi che causano febbre alta o infiammazione, iperattività tiroidea (ipertiroidismo), diarrea prolungata, intervento chirurgico, ustioni; anche il fumo, che aumenta il fabbisogno di vitamina C del 30%.
La carenza di vitamina C, o acido ascorbico, si manifesta soprattutto con affaticamento, stanchezza, debolezza, irritabilità, sanguinamento delle gengive, fragilità dei capillari e problemi di guarigione delle ferite, maggiore suscettibilità a infezioni e malattie. In stadi gravi può subentrare lo scorbuto, con ecchimosi, problemi a denti e gengive, secchezza dei capelli e della pelle, e anemia. Lo scorbuto nei neonati è raro perché il latte materno di solito fornisce una quantità sufficiente di vitamina C e il latte artificiale viene arricchito con questa vitamina.
La carenza di vitamina C può essere evitata attraverso una dieta equilibrata che includa alimenti ricchi di vitamina C, come agrumi, fragole, kiwi, peperoni, broccoli e spinaci. In alcuni casi, possono essere raccomandati anche integratori di vitamina C, soprattutto per le persone che hanno una dieta povera di questo nutriente o che presentano aumentate esigenze. Ad ogni modo è importante consultare un medico o un dietista per valutare le proprie esigenze di vitamina C e determinare la dose adeguata di integratori, se necessario.
Un’assunzione eccessiva di vitamina C può essere causata da una dieta sbilanciata o da un abuso di integratori, e può generare problemi ai reni, con formazione di calcoli, o un’overdose di ferro dal momento che la vitamina C ne favorisce l’assorbimento.
Un eccesso di vitamina C può portare a sintomi come mal di testa, bruciori di stomaco, vomito, diarrea, gastrite e crampi addominali, ma anche debolezza, vertigini e vampate improvvise di calore.