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La caloria è una unità di misura che indica la quantità di calore necessario ad innalzare da 14,5 °C a 15,5 °C la temperatura di 1 g di acqua distillata posta al livello del mare, ad una pressione di 1 atmosfera; trattandosi di un’unità molto piccola, si usa preferibilmente la Caloria detta anche “grande caloria” o “Kcal” che equivale a 1.000 calorie. La kilocaloria (kcal o Caloria) è pertanto la quantità di calore necessario ad innalzare la temperatura di 1 kg di acqua.
Attualmente si è convenuto internazionalmente di abbandonare l’uso della caloria e di adottare, al suo posto, l’unità di misura dell’energia, cioè il joule, dal momento che la quantità di calore è una forma particolare di energia (il passaggio dalla misurazione in calorie a quella in Joule si effettua tenendo conto dell’equivalenza 1 cal = 4,1868 J). Per convertire l’energia da kilocaloria a kilojoule si usa un fattore di 4,2 (1 kcal è uguale esattamente a 4,184 kj)
Ciascun alimento in base alla sua composizione in glucidi, lipidi e proteine fornisce una certa quantità di calorie, chiamata valore calorico.
In genere si considera pari a 4 kcalorie il valore energetico di 1g di proteine e carboidrati, pari a 9 kcalorie il valore energetico di 1g di lipidi e pari a 7 kcalorie il valore energetico di 1g di alcool (corrispondente a 5,6 kcalorie/ml).
Di tutta l’energia chimica introdotta nell’organismo con gli alimenti, solo una parte può essere utilizzata e trasformata in lavoro (meccanico, osmotico, chimico – cioè di sintesi – elettrico); il resto viene degradato in calore, che però le cellule non sono in grado di utilizzare. Si calcola che l’organismo umano possa convertire in lavoro meccanico solo il 25% dell’energia potenziale degli alimenti.