Caglio | Galium verum
Il caglio zolfino (nome scientifico Galium verum L., 1753) è una pianta erbacea, perenne, dai piccoli fiori gialli, appartenente alla famiglia delle Rubiaceae, una famiglia vegetale abbastanza numerosa, organizzata in 550 generi per un totale di circa 9000 specie. Il Galium verum fa parte del “Gruppo di Galium verum” che comprende anche la specie Galium tunetanum Lam. – Caglio tunisino (con corolla pelosa anche esternamente e frutti irsuti).
Il caglio zolfino è una specie eurasiatico-sudeuropea presente in tutte le regioni d’Italia. Cresce in prati submesofili, a volte ai margini di boschi aridi, su suoli per lo più calcarei ma anche marnoso-arenacei purché ricchi in basi, subaridi d’estate, dal livello del mare alla fascia montana. Le foglie sono lineari o filiformi e disposte in verticilli ed i fiori, di colore giallo, sono disposti a formare delle dense pannocchie ovoidali.
Il nome generico deriva dal greco “gala” (= latte) perché in passato veniva usata per cagliare il latte nella lavorazione del formaggio. Dal gambo della pianta fuoriesce infatti un liquido bianco, che viene usato come enzima (la fitochinasi) per la coagulazione del latte nella produzione di formaggi. È la specie di caglio più utilizzata in passato a questo scopo.
In alcune zone si usano i frutti come il caffè (il seme può essere tostato con le stesse procedure del caffè) e con le parti aeree della pianta (le cime fiorite) si fanno delle bevande. L’infuso di caglio zolfino viene utilizzato anche in alcuni liquori e amari digestivi.
L’”erba zolfina” ha proprietà terapeutiche contro le verruche, ed è inoltre vulneraria (guarisce le ferite), astringente (limita la secrezione dei liquidi), diuretica (facilita il rilascio dell’urina), antispasmodica (attenua gli spasmi muscolari, e rilassa anche il sistema nervoso) e sedativa (calma stati nervosi o dolorosi in eccesso).
Dal rizoma e dai fiori si ottengono delle sostanze coloranti (rispettivamente rosso e giallo se bolliti con allume). Si possono ottenere anche repellenti.
I principali principi coloranti sono derivati antrachinonici: l’alizarina, la purpurina, la xantopurpurina e la pseudopurpurina, estratti dai fiori e dalle radici della pianta. In particolare, dai fiori si ricava il giallo e dalle radici il rosso, entrambi impiegati come coloranti alimentari o per tingere i tessuti artigianalmente.
A Rivisondoli, in Abruzzo, la pianta veniva impiegata per far cagliare il latte e far tingere di giallo le scamorze, un prodotto caratteristico della zona.
Già utilizzato nel Neolitico, l’uso del Caglio come pianta tintoria era diffuso in tutta Europa per tingere le stoffe in rosso ed arancione, in alternativa alla più famosa robbia (Rubia tinctorum), pianta anch’essa della famiglia Rubiaceae. Sembra che i montanari delle isole Britanniche, secondo un’antichissima pratica, usassero la scorza delle radici del Caglio per ricavarne un colorante scarlatto.
E’ una pianta con proprietà anche terapeutiche: è astringente, diuretica, spasmolitica, indicata tra l’altro nei disturbi dei reni e della cistifellea e contro le affezioni della pelle in generale.