Dal Mondo Vegetale

Buddleja

Buddleja L., 1753 è un genere di arbusti e alberi sempreverdi o caducifoglie appartenenti alla famiglia delle Buddlejaceae (Scrophulariaceae secondo la classificazione APG II) notevoli per le infiorescenze i cui fiori si raccolgono in lunghe pannocchie.

Il nome del genere Buddleja deriva dal pastore inglese Adam Buddle (1662 – 1715), medico e botanico per passione nonché rettore nell’Essex. Il primo ad usare tale nome fu il dottor William Houston (1695 – 1733), medico e botanico scozzese, ma si è consolidato dopo che il naturalista svedese Linneo (1707 – 1778) lo usò (anche se storpiato) nei suoi cataloghi.

Le buddleje costituiscono una famiglia di circa cento arbusti, sia sempreverdi che decidui, dal fogliame persistente. Sono costituite da ciuffi di lunghi steli arcuati, ricoperti da lunghe foglie lanceolate, verde scuro, con la pagina inferiore bianca o grigia. Dall’inizio dell’estate fino all’autunno producono grandi spighe di bellissimi fiorellini tubolari, profumati di miele e molto colorati, rosa, bianchi o lilla, che attirano le farfalle.

Le buddleie sono arbusti di facile coltivazione, dalla lunga fioritura e sono disponibili in moltissimi colori e dimensioni. Per questo risultano molto diffuse nel nostro paese, in Europa e negli Stati Uniti, benché siano originarie dell’Asia, dell’Africa e dell’America del Sud. Negli ultimi anni sono diventate sempre più popolari nei nostri giardini, principalmente grazie alla loro capacità di attirare insetti, in particolar modo farfalle variopinte (sono infatti anche note come “arbusti delle farfalle”). È importante però far notare che questi vegetali sono divenuti molto invasivi, soprattutto lungo il corso dei fiumi, togliendo spazio a essenze autoctone, per cui richiedono interventi di controllo della loro crescita.

Le buddleje preferiscono posizioni molto luminose, sia al sole che all’ombra parziale. Solitamente non temono il freddo, anche se in luoghi con inverni molto rigidi può accadere che la parte aerea si secchi completamente, in primavera rispunterà una pianta nuova.

La prima a giungere in Europa fu la Buddleja globosa, ma la specie più diffusa è la Buddleja Davidii, originaria della Cina, che prese il nome da un padre gesuita che viveva in quei luoghi.

Sempre dalla Cina proviene la Buddleja alternifolia, più rustica e resistente a condizioni estreme. La Buddleja colvilei proviene dalla regione dell’Himalaya; è arrivata in Europa alla fine del XIX secolo ed è caratterizzata da fiori rosa molto appariscenti.

Tra le specie adatte solo a zone dal clima molto mite va citata la Buddleja auricolata, proveniente dal Sudafrica, e la Buddleja asiatica. In Italia possono essere coltivate all’aperto soltanto nelle regioni meridionali o costiere dove hanno l’indubbio vantaggio di fiorire anche in pieno inverno.

La Buddleja Davidii è la specie in assoluto la più diffusa nel nostro paese e si trova piuttosto comunemente in commercio. Si tratta di un arbusto a foglia caduca, molto resistente e fiorifero. Ha foglie lanceolate che vanno dal verde medio al verde scuro, la cui lamina inferiore risulta però grigiastra, così come l’insieme della pianta. Forma un arbusto tondeggiante (se curata) e con rami leggermente arcuati. I fiori vengono prodotti sulla vegetazione nuova, a partire dall’estate. Può raggiungere i 5 metri di altezza, ma, ultimamente, si sono diffuse parecchie cultivar nane adatte a piccoli spazi e che, spesso, vengono coltivate anche in contenitori di grandi dimensioni. La pianta ha ricevuto l’RHS Award of Merit nel 1898 e l’Award of Garden Merit nel 1941, un premio prestigioso che identifica non solo la bellezza della pianta, quanto la sua versatilità come pianta ornamentale e facilità di manutenzione.

Della buddleja si usano le foglie da raccogliere preferibilmente prima della fioritura, ma anche dopo. Le foglie sono antiossidanti, antibatteriche, immunostimolanti, antibatteriche, drenati ed emollienti.

Redazione amaperbene.it

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