Banano di Montagna Asimina Triloba
L’Asimina è un albero da frutto, comunemente conosciuto con il nome di “banano di montagna”, per la forma dei suoi frutti; appartiene alla famiglia delle Annonacee, che annoverano quasi esclusivamente piante tropicali e comprende ben più di cento generi, tra cui quello atipico dell’Asimina, composto di due specie fruttifere che prosperano solo in climi freddi. Una, l’Asimina Parviflora, è di scarso interesse organolettico, mentre l’altra, l’Asimina Triloba produce tanti e squisiti frutti.
Il nome Asimina, deriva dal termine Assimin o Rassimin, diffuso nei Nativi Americani, mentre la versione usata attualmente negli Stati Uniti, Paw-paw, deriva dal nome della tribù dei Paw Paw.
Originaria della parte orientale degli Stati Uniti d’America, dove cresce spontanea dalla Florida settentrionale fino alle Regioni canadesi, conosciuta e molto apprezzata dai locali, col nome di paw-paw, è un albero di medie dimensioni in grado di raggiungere un’altezza massima tra i 4 e i 5 metri, coronata da una fitta chioma, caducifoglia con portamento piramidale che può raggiungere l’altezza di un grande pesco; ha grandi foglie lanceolate pendenti di un bel colore verde intenso che in autunno assumono una splendida colorazione giallo vivo che mette in evidenza la pianta anche da molto lontano. Un aspetto che contraddistingue questa varietà sono i fiori, a forma di” campanella” e con una colorazione che va dalle sfumature del rosso a quelle del violaceo. Il banano di montagna è una specie autofertile, in grado di produrre, appunto, l’asimina, una bacca di forma ovoidale, che vede la presenza di una buccia verde e liscia, associata ad una polpa dal colore giallo pallido dal sapore eccellente.
Il Banano di Montagna è una pianta molto rustica e poco esigente anche per quanto riguarda il terreno dove è piantata. Di facile adattabilità, sebbene preferisca i terreni tendenzialmente acidi, anche in terreni subalcalini o addirittura alcalini, riesce comunque a vegetare rigogliosa. Fondamentale che siano terreni profondi (essendo fittonante), e freschi, ma molto importante, non abbiano ristagni idrici. Cresce spontaneo lungo le rive dei fiumi e nel sottobosco formando dei tipici boschetti clonali che si originano nel tempo dalle radici di un unico individuo, formazione che si definisce macchia d’Asimina o pawpaw patch.
E’ una pianta resistentissima ai lunghi e forti freddi – sopporta anche -30°C -, che sono necessari per la formazione delle gemme da fiore; non sopporta invece, al contrario delle piante degli altri generi delle Annonaceae, i caldi molto forti e umidi, che impedirebbero l’allegagione dei frutti; ha l’apparato radicale fittonante, composto di poche e grosse radici: questo comporta un difficile attecchimento a seguito di un eventuale trapianto.
I frutti si presentano singoli o raggruppati, proprio come i caschi di banana; non superano i 18 cm di lunghezza e hanno una buccia dal colore verdastro; hanno un odore inteso, che ricorda un mix tra mango e banana matura. Al loro interno presentano una polpa biancastra, a volte gialla, densa e cremosa, e anche dei grossi semi neri, simili a dei fagioli.
I frutti contengono una discreta quantità di proteine, risultando indicati (assieme all’avocado e al cocco) a chi fa sport. Questa loro composizione va a beneficio della costruzione muscolare o del recupero di energie dopo un intenso sforzo. Per 100 grammi di prodotto 70 sono di acqua, con carboidrati, zuccheri e appunto proteine a “spartirsi” il resto. Il banano è inoltre ricco di minerali, con una forte carica di magnesio, potassio e fosforo. Acido oleico e amminoacidi tra le altre sostanze contenute nel frutto, oltre a vitamina A e C.
Per quanto riguarda il sapore del banano di montagna, questo va rilevato quando il frutto ha raggiunto il giusto grado di maturazione perché esso tende a deperire piuttosto velocemente (non si conserva più di 7-10 giorni): al palato il banano si presenta molto dolce, vagamente come una banana piuttosto matura (da qui il suo nome) o frutti tropicali come il mango. Per il suo sapore molto zuccherino era un alimento particolarmente apprezzato da George Washington, il quale si narra amasse consumarlo ghiacciato a mo’ di dessert.
Proprietà nutrizionale del Banano di Montagna
In Italia il frutto è ancora poco conosciuto; la cosa è ben diversa nei Paesi di origine dove oltre al consumo fresco, il frutto è largamente utilizzato nella guarnitura di torte al pari delle nostre crostate, nella preparazione di gelati e marmellate e in sostituzione della vera banana.
Il banano di montagna è un frutto ad alto potere energetico e nutritivo, come la vera banana: 100 grammi forniscono circa 80 calorie; al pari di questa, è difficile da digerire e il suo eccessivo consumo potrebbe causare problemi digestivi. Nonostante ciò però è apprezzatissimo, soprattutto dagli sportivi, che hanno notato un miglioramento delle prestazioni e maggiore benessere fisico dopo l’assunzione del frutto. Per l’elevata quantità contenuta di magnesio, in particolare, e potassio, è un ottimo integratore salinico; importante la presenza, tra gli altri, anche di ferro calcio e fosforo, elevato anche il contenuto di vitamina A. Tra le sostanze contenute nel banano di montagna ci sono anche acidi grassi, come l’acido palmitico, l’acido oleico e l’acido linoleico e amminoacidi, quali l’arginina, la lisina, l’istidina, l’isoleucina, la metionina, il triptofano, la valina, la leucina, la treonina e la fenilalanina.
La composizione chimica del banano di montagna (per 100 g) è la seguente: Acqua g 70, Grassi g 1,2, Fibre g 2,6, Carboidrati g 18,8, Proteine g 1,2, Zuccheri g 13,8, Ceneri g 0,6, Minerali: Ferro mg 7, Magnesio mg 113, Rame mg 0,6, Calcio mg 63, Manganese mg 2,6, Potassio mg 346, Fosforo mg 47, Zinco mg 0,9, Vitamine: Vitamina A mcg 87, B1 mg 0,01, B2 mg 0,09, B3 mg 1,1, Vitamina C mg 18,3, Zuccheri: Saccarosio g 9,3, Fruttosio g 1,9, Glucosio g 2,6.
Al banano di montagna vengo attribuite diverse proprietà:
- Antitumorale: le acetogenine annonacee estratte dai rami del banano di montagna hanno delle ottime proprietà antitumorali e non colpiscono le cellule sane. Si tratta della trilobacina, dell’asimicina e della bullatacina, sostanze che impediscono la formazione di composti essenziali alle cellule malate per riprodursi.
- Antiossidante: il banano di montagna contiene nelle radici, nelle foglie, nei rami e nei frutti, flavonoidi fenolici, tutte sostanze antiossidanti che agiscono sui radicali liberi, rallentando l’invecchiamento fisiologico.
- Antisettico: all’interno dei semi è presente una sostanza efficace nella cura contro i pidocchi. Bisogna però fare molta attenzione: i semi e la polverina da essi ricavati non vanno assolutamente ingeriti perché velenosi.
- Remineralizzante: i minerali contenuti nel frutto danno una carica extra, utilissima per gli sportivi, che possono fare pieno di energie dopo un allenamento intenso. Potassio, calcio e magnesio, insieme agli altri minerali del banano di montagna fungono da integratore naturale anche in periodi di stress e stanchezza generale o per mancanza di magnesio o crampi muscolari.
- Costruzione muscolare: nonostante sia un frutto, il banano di montagna è un’ottima fonte di proteine, per cui agisce su muscoli e tessuti.
Per mangiarlo, basta aprire il frutto in due ed estrarre la polpa (di un giallo vivo) con un cucchiaino per assaporarlo in purezza, ma può anche essere una base per frullati, confetture ed estratti. Attenzione però ai semi (circa una decina e facilmente individuabili, simili a fagioli allungati): è bene estrarli dal frutto, perché se ingeriti e morsi rilascerebbero delle sostanze (interne al seme) tossiche (presenza di acetogenine), che potrebbero provocare dolori addominali. Qualora però venissero ingeriti erroneamente interi, risulterebbero innocui, in quanto i succhi gastrici non riuscirebbero a disintegrare il tegumento esterno.
Non bisogna comunque esagerare nel consumo del frutto in quanto la sua polpa contiene un’alta concentrazione di annonacina ed il suo consumo prolungato potrebbe avere effetti neurotossici. Per questo motivo è sconsigliato alle donne in gravidanza e durante l’allattamento.