Assenzio marittimo | Artemisia maritima
L’Assenzio marittimo (Artemisia maritima L.) o assenzio dei calanchi è una pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Asteraceae. La pianta si presenta come un piccolo arbusto, alto al massimo 50 cm, con base legnosa e parti aeree erbacee, aromatico; di color cenerino, tomentosa con peli crespi e radici molto profonde, è un perfetto adattamento alle condizioni dei calanchi plio-pleistocenici.
È stata a lungo classificata come sottospecie di Artemisia coerulescens da cui si differenzia per i capolini, sempre penduli e per le foglie dei getti sterili basali, sempre pennatosette.
L’Artemisia maritima è una specie che cresce spontanea nell’area dell’India nord-occidentale e nell’Himalaya occidentale tra i 2500-3000 m, nelle regioni del Untranchal, Utter Pradesh, Jammu e Kashmir, in Jammu e Kashmir è distribuito a Zizi La, Zanskar, Drass, Kishenganga valley, Sonamarg, Guraz. Si trova anche in Pakistan.
La sua distribuzione è comunque più ampia e comprende un vasto areale dell’emisfero settentrionale, comprendendo le Isole britanniche, sulle coste del Baltico, della Francia e del Mediterraneo, e su terreni salini in Ungheria; quindi si estende verso est, coprendo immensi tratti nella Russia meridionale, nella regione del Mar Caspio e nella Siberia centrale, fino alla Mongolia cinese.
Il suo habitat è quello dei terreni salati ed in Italia la si riscontra sulla costa adriatica settentrionale.
È diffusa dalle colline bolognesi, nell’Imolese, a San Marino e nei terreni argillosi del Senese (cosiddette Crete Senesi) e di Volterra. Vive nell’argilla nuda, essendo in grado di riflettere la radiazione solare, di resistere alla salinità del suolo, di abbarbicarsi al terreno in movimento e di ricacciare dei getti qualora sia seppellita dalle frane.
Questa pianta abbonda sui terreni salmastri dove è stato osservato che i bovini ingrassano rapidamente, e quindi l’erba ha acquisito la reputazione di essere benefica per loro; di fatto si tratta invece dell’effetto dovuto alla ricchezza del pascolo marittimo che conferisce qualità migliori per l’accrescimento dei bovini.
Il termine Artemisia priviene da Ἄρτεμις Artemis Artemide, nome greco della dea Diana, genere già citato in Plinio; secondo alcuni autori, Artemisia II di Caria (Αρτεμισία Artemisía ?-350 a.C.), sorella e moglie di Mausolo, avrebbe dato il suo nome a questa pianta.
L’epiteto specifico maritima viene da mare, mare: marittimo, marino, che cresce vicino al mare.
Nel passato veniva usata dai contadini romagnoli (presso cui era conosciuta come “santongh“) per aromatizzare il formaggio di pecora.
Le infiorescenze dell’assenzio marittimo contengono un’essenza aromatica, la santonina, e vari sali minerali. Il principio attivo della pianta è la santonina, potente vermifugo che deriva dalla dimetilnaftalina. E’ particolarmente efficace contro gli Ascaris lumbricoides, vermi nematodi simili ai lombrichi, di colore bianco e lunghi da 10 a 25 cm, parassiti che spesso si trovano nell’intestino dei bambini. L’assenzio marittimo si è dimostrato ugualmente efficace anche contro altri parassiti intestinali
L’Assenzio marittimo somiglia un po’ all’Artemisia absinthium ma è più piccola.
A questa pianta sono riconosciute alcune proprietà medicinali come quella di stimolare l’appetito e di aiutare la digestione. Si può preparare infatti un tonico amaro e aromatico.
Le foglie sono alquanto amare, tant’è che nella preparazione di alcuni estratti viene aggiunto zucchero per poterli utilizzare.
Le cime fiorite e i giovani germogli vengono utilizzati, raccolti ed essiccati allo stesso modo di altre Artemisie anche se ha proprietà meno accentuate di altre.
Sebbene questa pianta non trovi impiego diffuso nella normale pratica medica, viene comunque utilizzata dalla gente di campagna per la febbre intermittente e per vari altri scopi medicinali al posto del vero assenzio.
Anche i semi sono amari, con un sapore acuto e vengono utilizzati nei casi di: mal di stomaco, come antipasto, afrodisiaco, antielmintico, dolore addominale, diarrea.
Un’infusione (e decotto) della pianta fresca è stata utilizzata con successo in caso di febbre acuta, intermittente.
L’estratto dei capolini viene applicato alla parte interessata da morsi di serpente e da punture di scorpioni.