Aronga | Harungana madagascariensis
Noto anche come albero del sangue del drago, l’albero del latte d’arancia o l’haronga, è una specie di piante da fiore della famiglia delle Hypericaceae e l’unico membro del genere Harungana. E’ un arbusto o albero sempreverde con una chioma molto ramificata, pesante e diffusa; di solito cresce fino a 12 metri di altezza, con esemplari occasionali fino a 27 metri.
Il tronco è dritto e cilindrico; è considerata un’erbaccia ambientale del Queensland e “un’erbaccia dormiente” in altre parti dell’Australia settentrionale.
Nel suo habitat naturale, nell’Africa tropicale, cresce come un albero “pionieristico” ai margini delle foreste umide e nelle fessure forestali dopo gli eventi di disturbo. In Australia, questa specie ha invaso la foresta pluviale danneggiata dal ciclone, nonché frange forestali, bordi stradali e aree riparate nei tropici umidi del Queensland settentrionale.
L’harungana cresce a tutte le altitudini e può formare fitti boschetti con l’esclusione di altre specie. Le sue radici diffuse producono ventose, e così anche le piante danneggiate, permettendole di superare le altre specie. Diffondendo in questo modo, l’harungana ( Harungana madagascariensis) è in grado di dominare rapidamente la chioma e sono state trovate infestazioni su alcuni ettari che consistono quasi esclusivamente in questa specie.
L’aronga è ampiamente usato in Africa come pianta medicinale curativa, in particolare per il trattamento dei disturbi della pelle. La corteccia, la linfa e la gomma sono particolarmente apprezzati e ritenuti afrodisiaci, astringenti, ossitocici, emetici, emmenagoghi, espettoranti, emostatici, purganti, stitici e vermiformi.
L’analisi del materiale nigeriano ha mostrato la presenza di una traccia di alcaloidi nella corteccia; non sono stati trovati alcaloidi nel materiale del Madagascar, ma sono state trovate abbondanti saponine nelle foglie e la presenza di flavoni, leucoantocianine e tannini nella radice.
La colorazione gialla è stata attribuita a un pigmento fenolico chiamato harunganine. Sono presenti diverse sostanze correlate e un estratto chiamato “angioino” viene sottoposto ad esame per disturbi di stomaco e pancreas.
Un decotto di corteccia, o della radice, è ampiamente ritenuto utile come rimedio a una serie di problemi in cui il sangue si manifesta, inclusa l’ematuria; dissenteria e mucchi; come emmenagogo e ossitocico per una serie di condizioni ginecologiche tra cui l’espulsione della placenta, aborto, dismenorrea, mestruazioni irregolari o dolorose; tosse con espettorato sanguinolento.
Le foglie sono utilizzate per controllare le emorragie e la diarrea e come rimedio per la gonorrea, mal di gola, mal di testa e febbri. Si dice che i gambi dei fiori alleviano le coliche e controllino l’infezione dopo il parto.
Decotto della corteccia è usato per curare la malaria e l’ittero. Le radici sono utilizzate per migliorare lo sviluppo del seno nelle giovani donne. Le foglie giovani sono talvolta usate per trattare l’asma.
Il frutto è lassativo, stomachico e, in grandi quantità, emetico.