Arnica | Arnica montana
L’Arnica, chiamata anche erba delle cadute o tabacco di montagna, è un’erba medicinale della famiglia delle Asteraceae, ghiandolosa, perenne, a fusto eretto e mediamente robusto, alta 20 – 60 cm, dai grandi capolini di colore giallo aranciato con caratteristici petali “spettinati” e dal gradevole odore aromatico. Il rizoma è un fusto sotterraneo orizzontale, spesso ricco di sostanze nutritive di riserva e munito di radici in basso e di fusti in alto.
L’Arnica è diffusa nel centro Europa (Vosgi e Foresta Nera) e sulle alte zone prative delle Alpi e degli Appennini (fino ai 2.000 metri), che rallegra con il suo aroma e con magnifici fiori giallo-arancione che si schiudono durante i primi mesi estivi.
Proprio il rizoma, insieme ai fiori essiccati, alle foglie raccolte prima della fioritura e poi essiccate, e alle radici, rappresenta la parte della pianta tradizionalmente utilizzata in medicina popolare ed in ambito fitoterapico.
Fra i principali costituenti chimici dell’arnica, ci sono: lattoni sesquiterpenici (comprendenti la elenalina e i suoi esteri), olio essenziale; Idrossicumarine; poliini (in inglese polyynes); derivati dell’acido caffeico; flavonoidi.
L’arnica è una pianta a cui sono attribuite proprietà antiflogistiche, antiedematose, antitraumatiche, antireumatiche, analgesiche, revulsive, antisettiche e immunostimolanti. Non risulta però che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia autorizzato claim che giustifichino l’uso di integratori a base di arnica.
Le proprietà antinfiammatorie sono ascrivibili all’elenalina contenuta all’interno della stessa arnica. L’elenalina, infatti, è in grado d’inibire il rilascio del fattore di trascrizione NF-kB, uno dei principali fattori coinvolti nei meccanismi immunitari e nei processi infiammatori che avvengono nell’organismo. Inoltre, sembra che l’elenalina sia in grado di ridurre la chemiotassi e la mobilità dei granulociti. Questo lattone sesquiterpenico promuove anche la stabilizzazione delle membrane lisosomiali, contribuendo così a ridurre l’area interessata dall’infiammazione.
L’azione analgesica, così come quella antisettica, invece è riconducibile – oltre che all’elenalina – alla diidroelenalina e ai suoi esteri. Queste molecole hanno dimostrato di essere dotate di attività sia battericida che fungicida.
Le proprietà immunostimolanti, infine, sono attribuibili ai polisaccaridi contenuti nel fiore della pianta. Sembra, infatti, che queste molecole siano in grado di modificare la risposta immunitaria andando ad agire sul sistema del complemento e favorendo l’aumento dell’attività fagocitaria.
La pianta (fiori e rizoma) contiene un glucoside (l’arnicina) che è simile, come azione, alla canfora. Produce due differenti olii essenziali, uno localizzato nei fiori e l’altro nei rizomi essiccati. Dalla pianta si può estrarre anche fitisterina, acido gallico e tannino. Le radici al gusto sono molto amare. Epoche particolari di raccolta: le foglie e i fiori in estate; i rizomi in settembre-ottobre. Durante la fioritura, viene utilizzata tutta la pianta.
Classicamente l’arnica è utilizzata come antinfiammatorio topico e come rimedio anti-fatica muscolare in ambito sportivo. In fitoterapia è spesso utilizzata per il trattamento di comuni disturbi legati al sistema cutaneo e all’apparato osteoarticolare. Grazie alle proprietà antiflogistica, antireumatica ed antiechimatosa è largamente impiegata per uso topico, sotto forma di pomata, olio o unguento, in caso di edemi post-traumatici, contusioni e reumatismi. In diluizione omeopatica l’arnica montana, si rivela un ottimo sostegno per il trattamento di disturbi neurologici, depressione e per ridurre i dolori del parto.
Un’infusione di foglie viene utilizzata come trattamento, per uso esterno, di traumi e contusioni, ma non deve essere utilizzata sulle ferite. Per questo scopo l’arnica si utilizza anche sotto forma di pomata. In forma di crema o di tintura diluita, è utilizzata nei dolori reumatici e per l’alopecia.
Nel Regno Unito l’agenzia Medicines and Healthcare products Regulatory Agency (MHRA) ha registrato per prima un medicinale a base di arnica denominato Artrogel. Non sorprende quindi, trovare in commercio numerose pomate, gel e cerotti cutanei a base di estratti di arnica e utilizzati proprio per contrastare dolori muscolari e articolari di diversa origine e natura. Molto spesso, inoltre, gli estratti di arnica presenti in questi prodotti si trovano in associazione ad altri estratti di piante aventi proprietà analoghe o complementari (ad es., gli estratti di artiglio del diavolo o arpagofito).
Bisogna fare attenzione perché l’assunzione di integratori a base di arnica potrebbe interferire con quella di medicinali che rallentano la coagulazione del sangue (anticoagulanti e antiaggreganti). In caso di dubbi è bene chiedere consiglio al proprio medico.
Inoltre l’assunzione di dosi elevate di arnica è pericolosa; quest’erba è infatti considerata velenosa e sono stati riportati decessi in seguito al suo consumo. Inoltre la sua assunzione per via orale può scatenare irritazioni di bocca e gola, mal di stomaco, vomito, diarrea, rash cutanei, difficoltà respiratorie, aumento della frequenza cardiaca e della pressione del sangue, danni al cuore e insufficienze d’organo. Inoltre l’arnica può essere associata ad aumento delle emorragie, coma e reazioni allergiche (soprattutto in caso di allergia a piante appartenenti alla famiglia delle Asteraceae).
L’assunzione di arnica è sconsigliata sia durante la gravidanza che durante l’allattamento, in caso di sindrome dell’intestino irritabile, ulcere gastrointestinali, malattia di Crohn o altri disturbi gastrointestinali e in caso di battito cardiaco accelerato, di pressione alta e di interventi chirurgici programmati. Anche in questo caso in presenza di dubbi sulla sicurezza della sua assunzione è bene chiedere consiglio al proprio medico.