Anguria
L’anguria è una pianta originaria dell’Africa, dove veniva coltivata già 5000 anni fa. Portata in Europa dagli Arabi, ama il clima caldo. Come per il melone, l’anguria è protagonista dell’estate, frutto dissetante, rinfrescante ed ipocalorico, in grado di assicurare un prezioso, quanto più abbondante, apporto idrico.
L’anguria è chiamata comunemente anche cocomero, e in botanica prende il nome di Cucumis citrullus o Citrullus vulgaris.
L’anguria si distingue dagli altri frutti per le proprie massicce dimensioni, oltre chiaramente per il peso, che talvolta raggiunge addirittura i 20 chili: ad ogni modo, la qualità del frutto non è sempre proporzionale al peso.
Il termine cocomero, seppur più simile al nome scientifico del frutto, è tipico delle regioni centrali e meridionali d’Italia, mentre nel Nord si preferisce chiamare il frutto “anguria”. E entrambi i termini – “cocomero” ed “anguria”, affondano le radici nell’antichità, ed ambedue si collegano al cetriolo: “cocomero” infatti, deriva dal latino cucumis, mentre “anguria” trae origine dal greco antico angurion, i cui significati riconducono, per l’appunto, a “cetriolo”.
L’anguria è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Curcubitaceae, tipica dell’Africa meridionale e tropicale. Il fusto, erbaceo e rampicante, è sdraiato e raggiunge lunghezze considerevoli, oltrepassando talvolta anche i 10 metri; le foglie sono grandi, pelose, incise e trilobate. I fiori sono sia femminili, che maschili, mentre i frutti, massicci, pesanti e voluminosi, presentano una forma tondeggiante od ovale. I semi, nascosti nella polpa rossa, zuccherina e dolcissima dell’anguria, possono essere neri, giallastri o bianchi, dalla tipica forma a goccia. L’esterno dell’anguria, la corteccia, è dura, e presenta un colore verde brillante striato da lastre verde chiaro o maculato da chiazze giallastre o bianche: la scorza non è edibile.
L’anguria è costituita da oltre il 93% di acqua, e fornisce pochissime calorie (solo 16 per 100 grammi di prodotto, ancor meno rispetto al melone). Nell’anguria si contano all’incirca 3,7 grammi di zuccheri per etto di frutto, 0,4 di proteine e 0,2 di fibre. Pertanto, l’anguria è un ottimo alleato nelle diete ipocaloriche; ad ogni modo, il consumo eccessivo è sconsigliato ai pazienti diabetici.
L’anguria è fonte di vitamine antiossidanti (A e C), vitamine del gruppo B (B6) e sali minerali, in particolare potassio, fosforo e magnesio (rispettivamente, 112, 11 e 10 mg/100g di prodotto).
L’anguria è un frutto che idrata, ha proprietà dissetante, depurativa direttamente correlata a quella diuretica. Può essere utile per tenere sotto controllo la fame per cui è preferibile consumarla lontano dai pasti.