Ananas | Ananas comosus
L’ananas o ananasso è una pianta della famiglia delle Bromeliaceae, originaria del Brasile, della Bolivia e del Paraguay.
Il frutto della pianta dell’Ananas è un alimento gustoso, aromatico e dolce, ma soprattutto a basso contenuto calorico, ricco di proteine altamente digeribili, vitamine, minerali ed oligo-elementi, che lo rendono particolarmente apprezzato.
L’ananas è conosciuta principalmente per il suo frutto, che in realtà scientificamente parlando è però un’infruttescenza. Il suo nome, nelle lingue tupi-guaranì parlate in Amazzonia, è “nanà –nanà”, che significa “profumo dei profumi“.
In ambito ortofrutticolo, l’ananas è un frutto molto apprezzato per la sua particolare dolcezza e per le sue proprietà nutrizionali. Può essere coltivata anche nell’orto di casa, ma in serra: ama l’umidità ed ha bisogno di una temperatura che sia fra i 18 e i 24° (sotto i 15° centigradi la pianta muore).
Tuttavia la pianta è anche diffusa come una delle piante ornamentali più facili da tenere in appartamento ed è considerata un simbolo di ospitalità e benvenuto in molti Paesi. La pianta si presenta come un cespuglio, solitamente al di sotto del metro di altezza; nella parte centrale una rosetta di foglie racchiude il frutto inizialmente osservabile dalla presenza di un’infiorescenza rossa-violacea. La caratteristica infiorescenza alla sommità del fusto compare generalmente con il periodo estivo.
Dal fiore si sviluppa poi il frutto sormontato da un ciuffo di foglie di colore verde scuro.
Tra le numerose varietà il comosus è l’unica specie a produrre frutti commestibili. Ne esistono 7 diverse varietà, ciascuna con un gusto particolare. Le cultivar “Victoria” e “Queen” producono i frutti più dolci e fragranti, ma la “Smooth Cayenne” è la più comune sugli scaffali dei supermercati, caratterizzata però da un frutto più fibroso e acidulo. La varietà “Bottiglia” è coltivata in Guadalupa. Poi ci sono la Cayenne liscia, l’ananas spagnolo, Mordilonus-Perolera-Malpure, ed il Pernambuco.
L’Ananas è una pianta che già Maya, Atzechi e Incas conoscevano e coltivavano. Cristoforo Colombo aveva visto questo frutto a Guadalupa nel 1493. Gli indigeni del Sud America la chiamavano “nana”, i Portoghesi “ananaz”, quindi ananas in italiano, francese e tedesco; per gli Spagnoli era la “piña” per la somiglianza ad una pigna: da qui il termine inglese “pine apple”. Nel XVI secolo lo scrittore spagnolo Fernandez de Oviedo definì l’Ananas come “la donna più bella nel mondo delle piante” in riferimento alla bellezza e alla bontà del frutto.
Agli inizi del 1700 la coltivazione in serra dell’Ananas prese campo in Europa e soprattutto in Inghilterra e Francia: il frutto era molto apprezzato anche se aveva dei costi proibitivi. Nei primi dell’Ottocento, l’Ananas trovò nelle Hawaii il suo habitat ideale; non si sa chi portò questa pianta nelle isole, forse il capitano James Cook oppure gli esploratori spagnoli che mangiavano molto spesso Ananas durante la navigazione, perché ricca di vitamina C che li proteggeva dallo scorbuto. Ben presto l’Ananas divenne il simbolo delle Hawaii, dove fu chiamato “ha lakahiki” che significa “frutto straniero” e veniva appeso davanti alle abitazioni per dare il benvenuto.
La prima industria di Ananas in scatola di alta qualità comparve intorno al 1900 in California, era la Del Monte.
Attualmente le grandi produzioni di Ananas si trovano soprattutto nelle zone tropicali ed in Europa; è il frutto in scatola più consumato in assoluto.
L’Ananas può essere commercializzato anche in lattine sotto forma di succo o sciroppo, oppure a fettine in forma essiccata. Gli Ananas freschi sono disponibili sul mercato in qualsiasi momento dell’anno; per ottenere questo i frutti vengono raccolti anticipatamente, per cui sapore e odore sono molto diversi da quelli del frutto maturato sulla pianta: sembra infatti che il contenuto di zucchero nell’Ananas possa raddoppiare in una sola notte; particolarmente dolci e profumati sono i piccoli Ananas di Moorea in Polinesia.
Nell’acquisto dell’Ananas, bisogna evitare i frutti che hanno la buccia tra le losanghe esterne di colore verde-grigio o marrone: nel primo caso sono acerbi, nel secondo sono troppo maturi. La buccia dev’essere arancione sfumato ed il frutto deve avere un profumo leggero caratteristico. L’ananas non va tenuto a temperatura inferiore agli 8°C ma va servito fresco, magari aromatizzato con un liquore tipo maraschino o con del rum.
In gastronomia, l’ananas può essere mangiato sia crudo che cotto in preparazioni varie come la salsa agrodolce.
Nelle ricette più sofisticate l’Ananas viene associato a carni grasse, al pollame e alle insalate. Questo frutto viene molto utilizzato nelle preparazioni di torte, pasticcini, gelati, sorbetti e macedonie; la confettura di ananas si presta ottimamente per la farcitura.
L’ananas è un frutto gustoso, nutriente e poco calorico, ricco di proteine altamente digeribili. In 100 g di ananas sono presenti 40 Calorie così distribuite: 95% carboidrati, 5% proteine. L’ananas è particolarmente ricco in sali minerali (potassio, manganese) e in vitamine (carotenoidi, vitamina A, complesso B e vitamina C). La cosa interessante è che la vitamina C resta stabile anche dopo la raccolta, perché Il frutto la protegge dall’ossidazione con la sua scorza spessa e il suo alto tasso d’acidità. Infatti, come gli agrumi, anche l’ananas è un alimento alcalinizzante: riduce quindi il livello acido del nostro pH, (causato spesso da alimentazione scorretta e sbilanciata), ripristinando l’equilibrio acido basico e prevenendo le infiammazioni, prima causa di malattie. In fitoterapia è utilizzato il gambo dell’infruttescenza, il cui componente più importante è la bromelina, un importante antinfiammatorio proteolitico.
La bromelina è un composto vegetale formato da un insieme di enzimi proteolitici, cioè in grado di degradare proteine in aminoacidi. Il nome di questa sostanza deriva da Bromeliaceae, termine con cui è indicata la famiglia botanica dell’ananas. La bromelina è presente nella polpa ma soprattutto nel gambo dell’ananas. Questi enzimi hanno azione a supporto per la digestione ma anche per numerosi effetti sistemici: azione antinfiammatoria, antiossidante, antiedemigena, antitrombotica, anticoagulante ed immunomodulante.
Per queste proprietà trova impiego nel trattamento dei processi infiammatori, specialmente in caso di edema, cellulite, ridotto trofismo cutaneo, ematoma, tumefazioni post-traumatiche o post-operatorie, traumi muscolari, articolari e insufficienza venosa, tendiniti e fibromiositi. La cellulite infatti si presenta come un processo infiammatorio a carico del sistema linfatico e microcircolatorio, che provoca la trasudazione dei liquidi negli spazi intracellulari; se non viene curato, questo processo porta all’atrofizzazione dei vasi capillari e l’infiltrazione di grasso negli spazi intercellulari, con formazione di nodi cellulitici che possono causare anche dolore.
Per questi motivi l’ananas rientra tra gli integratori naturali contro la cellulite. I preparati a base di gambo di ananas sono oggi largamente impiegati per migliorare la circolazione sanguigna e linfatica perché contengono principi attivi ad azione fibrinolitica i quali, andando ad agire a livello dei vasi sanguigni, riducono la vasodilatazione e l’eccessiva permeabilità dei capillari, attenuando le infiammazioni o i dolori localizzati. La bromelina inoltre conferisce all’ananas un’attività antiaggregante piastrinica e modulante della coagulazione nell’insufficienza venosa con tendenza alla formazione di coaguli e trombi.
L’impiego del gambo dell’ananas è efficace anche in caso di ritenzione idrica e obesità grazie alla sua azione diuretica, dovuta alla presenza di acidi organici, capace di stimolare l’eliminazione dei liquidi in eccesso, accumulatisi nel tessuto sottocutaneo. Infine gli enzimi prevalentemente proteolitici contenuti nella pianta conferiscono un’azione digestiva rivolta soprattutto alla sintesi delle proteine animali (pesce, carne), utile nelle situazioni di dispepsia dovuta a carenza enzimatica gastrica e pancreatica.
Controindicazioni. La bromelina per le sue proprietà anticoagulanti può, quando somministrata in pazienti trattati con pentossifillina, aumentare il rischio di eccessivo sanguinamento. Per gli stessi motivi, può essere pericolosa quando somministrata con eparina e warfarina. La bromelina può inoltre aumentare l’assorbimento di tetracicline ed amoxicillina. Non va usata in caso di ulcera peptica attiva.