Ambretta | Abelmoschus moschatus
L’abelmosco è una piccola pianta delle Malvacee spontanea in India e coltivata in Egitto, Giava, nelle Antille e in altri paesi tropicali. In precedenza era assegnata al genere Hibiscus.
E’ una pianta perenne o annuale (resiste fino ai -5°C) solitamente eretta, ma che può adottare anche un portamento prostrato o strisciante, a seconda di quanto lignifica lo stelo alla base. Può raggiungere il metro e mezzo di altezza, e presenta foglie trilobate o pentalobate, ruvide al tatto, ricoperte di una leggera peluria.
I fiori, ermafroditi, sono piuttosto grandi, gialli con l’interno rosso o marrone, e durano solamente un giorno. I semi sono contenuti all’interno di capsule pelose, lunghe circa 8 cm.
L’habitat ideale è un terreno di pietre, ghiaia e detriti su un fondo siliceo. In Italia è presente sulle Alpi in Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia, fino ai 2000 metri sul livello del mare. Si trova facilmente nei prati e sui pendii piuttosto magri, oppure sui margini dei sentieri.
È particolarmente sfruttata per i suoi semi noti anche come semi di ambretta, semi di ambra, semi o grani muschiati; hanno un aspetto reniforme appiattito, sono lunghi 4 mm e spessi 3 mm, di colore dal bruno grigiastro al verdognolo e striati. I semi, intensamente profumati di muschio, vengono impiegati industrialmente per aromatizzare (come ad esempio per l’acquavite di Danzica) e per estrarre un olio (olio di ambretta) impiegato in profumeria; sono suddivisi in base alla provenienza: i migliori sono considerati quelli della Martinica mentre quelli indiani sono spesso mescolati con semi di trigonella o dell’Abutilon indicum.
I semi e la tintura vengono usati come aromatizzanti anche in amari, dolci ed altri prodotti alimentari. È una pianta interamente commestibile. Si consumano le foglie e i giovani germogli nelle zuppe, i frutti cotti come quelli dell’Okra (Abelmoschus esculentus), e i semi, sia cotti che crudi; quest’ultimi ricordano al gusto i semi di sesamo, e si utilizzano per aromatizzare liquori e caffè.
Principi attivi: ambrettolide, acido ambrettolico, farnesolo, acidi malvalico, sterculico, oleico, miristico, palmitico, solfossido di metionina, fosfolipidi, steroli.
L’Abelmosco è ben noto alla medicina ayurvedica che lo utilizza in vari rimedi; vi si riconoscono proprietà diuretiche, emollienti, stomachiche, carminative, antisettiche, stimolanti e afrodisiache. Il decotto dei semi è utile in caso di disturbi alla milza, vomito e dolori addominali; inoltre, se masticati, aiutano a calmare il respiro e contro la nausea. Le foglie e le radici, sono utilizzate contro il mal di testa, reumatismi, vene varicose, febbre e malattie veneree.
L’olio essenziale estratto dai semi è utilizzato in aromaterapia per il trattamento della depressione e dell’ansia; esternamente è applicato in caso di crampi, articolazioni doloranti e problemi di circolazione.
L’Ambretta è anche considerata un buon insetticida antitarme. Utilizzata in Africa anche per la sua fibra (fibra di gombo o di bamia).