Altea | Althaea officinalis
L’altea è una pianta della famiglia delle Malvaceae, diffusa in gran parte dell’Europa; cresce in luoghi umidi, e paludosi, lungo i fossi, i canali, gli argini, attorno alle case di campagna.
Il nome botanico dell’altea derivi dal greco Althain che significa “curare”. Conosciuta anche come Bismalva, Malvavischio e Malvaccione, nell’antichità le sue foglie venivano spesso impiegate come alimento; presso i Romani infatti l’altea era considerata un cibo prelibato, mentre veniva usata in tempi di carestia dai Greci, Turchi e Siriani.
Le sue proprietà curative erano già note nella medicina umorale di Ippocrate, ma si trovano riferimenti circa le sue virtù anche in Orazio, Marziale, Virgilio, Plinio e Dioscoride.
I principi attivi sono concentrati nelle radici; gli estratti della radice contengono amido, pectine, mucillagine, zuccheri, grassi e tannini. In particolare le mucillagini conferiscono alla pianta proprietà emollienti, lenitive e protettive delle membrane della mucosa. Per questa ragione è indicata nel trattamento di tutte le forme di infiammazione, in particolare come antinfiammatorio e lenitivo della mucosa del cavo orale, come in caso di glossiti, gengiviti, faringiti, esofagiti, gastriti, coliti infiammatorie e spastiche.
L’utilizzo dell’altea è stato approvato per il trattamento di irritazioni della mucosa orofaringea e della mucosa gastrica e bronchiti. Oltre alle mucillagini contiene sostanze antinfiammatorie e antiossidanti, come flavonoidi, antocianosidi, acidi fenolici e scopoletolo.
Inoltre, da studi condotti in vitro, è emerso che l’estratto di altea è dotato di proprietà antibatteriche nei confronti di diversi ceppi di batteri Gram-positivi. Mentre studi condotti su animali hanno dimostrato che l’applicazione di estratti di altea sulle ferite ne favorisce e ne accelera la guarigione.
Grazie all’azione svolta dalle mucillagini presenti all’interno della pianta, l’uso delle radici di altea ha ottenuto l’approvazione ufficiale per il trattamento delle irritazioni del cavo orofaringeo.
A titolo indicativo, quando l’altea viene impiegata sotto forma di droga essiccata e sminuzzata per il trattamento dei suddetti disturbi in adulti e adolescenti, si consiglia l’assunzione di circa 0,5-3 grammi di prodotto al dì.
L’attività decongestionante e antisettica della pianta che svolge sui tessuti molli dell’organismo, la rende un efficace rimedio nella cura sia di disturbi delle vie respiratorie (come tosse, raffreddore, mal di gola) che irritazioni della bocca (come ascessi, stomatiti e gengiviti) o irritazioni e infezioni della mucosa intestinale; lesioni della mucosa gastrica o duodenale come ulcere; e in caso di infiammazioni della vescica e dei reni, dovute a calcoli o cistite.
Inoltre la mucillagine di altea ha evidenziato una forte attività ipoglicemica utile in caso di iperglicemia e diabete.
L’altea è una pianta ben tollerata. Particolare attenzione tuttavia dev’essere posta nei casi di ipersensibilità accertata verso uno o più componenti. Fare anche attenzione perché le mucillagini presenti nell’altea potrebbero ostacolare l’assorbimento di farmaci assunti per via orale.
Pertanto, l’altea o le sue preparazioni ed eventuali altri farmaci devono essere assunti separatamente con un intervallo di almeno due ore fra una somministrazione e l’altra. Inoltre interazioni possono esserci con l’uso in contemporanea di ipoglicemizzanti orali (pertanto la terapia antidiabetica orale può richiedere un adeguamento posologico).