Adonide estiva | Adonis aestivalis
Adonis aestivalis (L., 1762), comunemente nota come adonide estiva, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae, presente come infestante nei campi di cereali, anche se le moderne tecniche agricole l’hanno resa più rara, e coltivata in numerose varietà come ornamentale.
E’ una pianta erbacea annuale, glabra, o pubescente alla base, alta 20 – 50 cm; il fusto è semplice o ramoso nella parte superiore; le radici sono fibrose, sottili ed allungate; le foglie sono presenti lungo tutto il fusto, sono bi – tripennate e divise in lacinie lineari.
Il fiore ermafrodita è terminale, attinomorfo, dal diametro di 2,5 – 3 cm con 8 petali rossi (raramente gialli) con macchie scure alla base e sepali glabri, arrotondati e aderenti ai petali. I petali sono 5 –10, obovati – lanceolati, lunghi circa il doppio dei sepali. Le antere sono nere, gli stami e i pistilli numerosi.
I fiori sono disposti singolarmente su dei peduncoli. Fiorisce da maggio ad agosto, l’impollinazione è entomofila.
I frutti sono acheni duri e rugosi dotati di un piccolo becco disposti in spighe cilindriche.
Le foglie e le radici di Adonis aestivalis, come quelle delle altre specie del genere Adonis, contengono molti cardenolidi nella concentrazione dello 0,2 – 1%. i
In Italia è presente in tutte le regioni settentrionali, in Abruzzo e in Molise. Nell’area euganea è molto rara e localizzata nella pianura attorno a Monselice e sui pendii meridionali del M. Lozzo. Cresceva tipicamente nei campi coltivati, soprattutto cereali, ma si sta rarefacendo per l’ampio uso di diserbanti.
La pianta è velenosa per la presenza di principi attivi quali adonite e adonidina, che rimangono pericolosi anche nel fieno e possono essere trasmessi con il latte del bestiame.
Il nome generico si riferisce ad Adone, giovane bellissimo della mitologia greca che fece invaghire sia Afrodite che Persefone, dea degli inferi; Zeus dispose che Adone dedicasse alle dee lo stesso tempo, ma Afrodite con un inganno riuscì ad avere Adone tutto per sé; allora Persefone, gelosa, lo fece uccidere da un cinghiale e Afrodite trasformò il sangue nei petali rossi degli Adonis; il nome specifico significa “estivo”, dell’estate, in riferimento al periodo di fioritura.
Altri ingredienti attivi sono la cimarina e l’adonitoxina (in quantità minori). I sintomi da avvelenamento in seguito ad ingestione di grandi quantità di adonide includono nausea, salivazione eccessiva, coliche, disturbi gastrointestinali, sintomi cardiaci e respiratori (aritmia, ipertensione, coma e arresto cardiaco).
Il trattamento in caso di avvelenamento comprende l’induzione del vomito, la somministrazione di carbone attivo, solfato di sodio e lavanda gastrica.
Sono inoltre stati segnalati casi di avvelenamento di cavalli, bovini e maiali che si erano alimentati in prati contenenti Adonis aestivalis.
I petali contengono una sostanza colorante, l’astaxantina, appartenente al gruppo dei carotenoidi, impiegata nell’allevamento dei salmoni per colorarne le carni. Viene inoltre utilizzate nella dieta del pollame per permettere una miglior colorazione del tuorlo dell’uovo.