Abbassare i prezzi del cibo servirebbe a far comprare meno cibo spazzatura?
Pillole di conoscenza
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Una cattiva alimentazione è una delle principali cause di cattiva salute a livello mondiale. Purtroppo, gli alimenti più sani come frutta e verdura sono spesso più costosi delle opzioni non sane. Ma abbassare i prezzi del cibo servirebbe a far comprare meno cibo spazzatura?
E’ la domanda che si sono posti un gruppo di ricercatori che ha condotto uno studio finalizzato i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista The Lancet Planetary Health..
Allo scopo di valutare l’effetto delle riduzioni di prezzo per alimenti sani (compresi frutta e verdura) sulla dieta, i ricercatori hanno eseguito una revisione sistematica e una meta-analisi su studi che esaminavano gli effetti degli incentivi finanziari sugli alimenti sani. I principali risultati erano il cambiamento nell’acquisto e nel consumo di alimenti a seguito di una riduzione di prezzo mirata. Abbiamo cercato database elettronici (MEDLINE, EconLit, Embase, Cinahl, Cochrane Library e Web of Science), citazioni e utilizzato lo screening dei riferimenti per identificare studi pertinenti dal 1° gennaio 2013 al 20 dicembre 2021, senza restrizioni linguistiche. Abbiamo stratificato i risultati in base alla popolazione target (popolazioni a basso reddito rispetto alla popolazione generale), al gruppo alimentare a cui è stata applicata la riduzione (frutta e verdura o altri alimenti più sani) e al disegno dello studio. La percentuale di riduzione del prezzo è stata standardizzata per valutare l’effetto nelle meta-analisi. La qualità dello studio è stata valutata utilizzando lo strumento Cochrane Risk of Bias e la scala Newcastle-Ottawa. Erano ammissibili 34 studi (nel senso che dopo averne esaminati 7511 ne ha tenuti solo 34 in seria considerazione); 15 si sono svolti nei supermercati e 8 nelle mense aziendali in paesi ad alto reddito, e 21 erano rivolti a comunità svantaggiate dal punto di vista socioeconomico. Le analisi aggregate di 14 studi hanno mostrato che una riduzione dei prezzi del 20% ha comportato un aumento degli acquisti di frutta e verdura del 16,62% (95% CI 12,32 a 20,91). Pochi studi avevano mantenuto la riduzione dei prezzi per oltre 6 mesi, permettendo una valutazione a lungo termine. Al tempo stesso non sono emerse prove convincenti di eventuali effetti negativi su altri acquisti o consumi derivanti dalla riduzione dei prezzi di frutta e verdura o di altri alimenti sani. In realtà solo cinque studi hanno esaminato l’effetto della riduzione dei prezzi degli alimenti sani (o della creazione di una differenza di prezzo tra alimenti sani e non salutari) sul successivo acquisto o consumo di alimenti non salutari (tre hanno riportato cambiamenti negli acquisti, due nel consumo. Inoltre c’è il problema di mettersi d’accorso sulle parole: a seconda dello studio si definiva il cibo “malsano” in modi diversi, principalmente come cibo ad alto contenuto di zuccheri, grassi e sale. I risultati aggregati hanno mostrato che per ogni riduzione del prezzo del 20% non si è verificato alcun cambiamento statisticamente significativo negli acquisti o nel consumo di alimenti non salutari: l’acquisto o il consumo di alimenti non salutari è diminuito solo del 2,40%.
In conclusione, le riduzioni dei prezzi possono portare ad aumenti degli acquisti di frutta e verdura, potenzialmente sufficienti a generare benefici per la salute, se sostenuti.
Huangfu P, Pearson F, Abu-Hijleh FM, Wahlich C, Willis K, Awad SF, Abu-Raddad LJ, Critchley JA. Impact of price reductions, subsidies, or financial incentives on healthy food purchases and consumption: a systematic review and meta-analysis. Lancet Planet Health. 2024 Mar;8(3):e197-e212. doi: 10.1016/S2542-5196(24)00004-4. PMID: 38453385.