Salute

Listeriosi (infezione da listeria)

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La listeriosi è un’infezione causata dal batterio Listeria monocytogenes (L. monocytogenes), generalmente dovuta all’ingestione di cibo contaminato e pertanto classificata fra le malattie trasmesse attraverso gli alimenti (tossinfezioni alimentari).

Nei Paesi occidentali la listeriosi rappresenta un problema di sanità pubblica sempre più importante. Seppur meno frequente rispetto ad altre zoonosi (es. salmonellosi e campylobacteriosi), la malattia può manifestarsi con quadri clinici severi e tassi di mortalità elevati, soprattutto in soggetti fragili quali anziani, donne in gravidanza, neonati e adulti immuno-compromessi.

 Listeria monocytogenes è un batterio patogeno Gram-positivo, non sporigeno e mobile, ubiquitario, ampiamente diffuso nell’ambiente, nel suolo, nell’acqua e nella vegetazione. La sua capacità di crescere e riprodursi a temperature molto variabili (da temperature di refrigerazione sino a 45°C), nonché la sua capacità di tollerare ambienti salati e pH acidi lo rendono un batterio molto resistente a varie condizioni ambientali, incluse quelle che si hanno nella produzione e nella lavorazione degli alimenti. In condizioni favorevoli, L. monocytogenes può crescere nell’alimento contaminato fino a raggiungere concentrazioni tali da causare un’infezione nell’uomo. Per queste sue caratteristiche, L. monocytogenes rappresenta un pericolo per i prodotti pronti al consumo (chiamati ready-to-eat – RTE) e i prodotti con una lunga vita commerciale (shelf-life) mantenuti a temperature di refrigerazione.

Gli alimenti principalmente associati alla listeriosi comprendono: pesce affumicato (es. salmone), prodotti a base di carne (paté di carne, hot dog, carni fredde tipiche delle gastronomie), formaggi a pasta molle, formaggi erborinati, formaggi poco stagionati; vegetali preconfezionati e latte non pastorizzato.

Molti animali possono venire infettati dal batterio senza dimostrare sintomi apparenti.

Poiché L. monocytogenes è considerato un contaminante di filiera, un’adeguata gestione dei processi e degli ambienti produttivi, nonché la corretta manipolazione degli alimenti, rappresentano i cardini della strategia di controllo a tutela della salute pubblica.

Come per la maggior parte dei batteri, questo non sopravvive a processi di pastorizzazione e cottura.

Sintomi

La listeriosi può assumere diverse forme cliniche, principalmente sotto due forme principali:

  • la gastroenterite: si manifesta dopo un tempo breve dall’ingestione di cibo contaminato; l’incubazione media è di 24 ore; è in genere autolimitante nei soggetti sani; I sintomi dell’infezione sono generalmente simili a quelli di altre gastroenteriti infettive: febbre, nausea, diarrea, dolori muscolari. Cefalea, confusione, irrigidimento del collo oltre alla presenza della febbre sono invece i sintomi della listeriosi quando si diffonde al sistema nervoso.
  • la forma invasiva, detta anche “sistemica“ che si può manifestare come meningite, meningoencefalite e sepsi. In questo secondo caso tra l’ingestione del cibo contaminato e la manifestazione dei sintomi trascorrono in media una decina di giorni fino ad arrivare anche ad un mese.

I soggetti più a rischio sono le persone con compromissione del sistema immunitario: come i pazienti oncologici, i pazienti diabetici, i pazienti con infezione da HIV, le persone anziane e i neonati. Particolarmente a rischio risultano le donne in gravidanza: l’infezione da Listeria può infatti causare aborto spontaneo, parto prematuro, morte in utero o infezione del feto. La listeriosi può verificarsi in ogni momento della gravidanza ma è stata più frequentemente documentata durante il terzo trimestre.

La listeriosi è causa di malattia grave, associata a un elevato tasso di ospedalizzazione e decessi.

Prevenzione

La prevenzione è fondamentale per non correre il rischio di contrarre l’infezione da listeria. Di basilare importanza è l’applicazione delle norme di igiene per la prevenzione di tutte le infezioni secondarie all’ingestione di cibi contaminati:

  • Cottura completa dei cibi;
  • Lavare con attenzione le verdure prima di consumarle;
  • Separare le carni crude dalle verdure e dai cibi cotti e pronti al consumo;
  • Consumare prodotti lattiero-caseari pastorizzati ed evitare di mangiare formaggi se non si ha la certezza che siano prodotti con latte pastorizzato;
  • Lavare scrupolosamente le mani e gli utensili da cucina dopo aver maneggiato alimenti crudi;
  • Consumare in tempi brevi alimenti deperibili.

Diagnosi

La diagnosi di listeriosi (forme invasive) può essere effettuata tramite:

  • Isolamento del batterio da emocoltura (coltura del sangue)
  • Isolamento del batterio dal liquido cerebrospinale (esame colturale)

Trattamenti

Dal momento che si tratta di un’infezione di origine batterica, il trattamento della listeriosi si basa sulla somministrazione di una terapia antibiotica specifica (sia per gli adulti che per i bambini).

La cura antibiotica somministrata precocemente a donne incinte può prevenire la trasmissione della malattia al feto.

Sorveglianza

La listeriosi rientra nel gruppo di malattie per le quali sono state stabilite, sia negli Stati Uniti che in Europa, reti di sorveglianza sulla sicurezza alimentare con obbligo di denuncia. Queste reti, volte a individuare focolai di infezione e a determinarne la causa, permettono di agire sia ritirando i prodotti dal mercato che adottando le necessarie misure nei confronti degli impianti di produzione e informando la popolazione a rischio.

In Italia, la sorveglianza della listeriosi segue il flusso previsto per le malattie infettive previsto dal DM 15/12/1991 e recentemente integrato aggiornato dal decreto 7 marzo 2022 Revisione del sistema di segnalazione delle malattie infettive (PREMAL) e modificato dal decreto 22 luglio.

Inoltre, a partire dal 2017 la nota circolare “Sorveglianza e prevenzione della Listeriosi” del Ministero della Salute integra le attività generali di sorveglianza, con ulteriori misure finalizzate a consentire l’identificazione tempestiva dei focolai epidemici e la loro gestione attraverso un approccio integrato One Health.

L’Istituto Superiore di Sanità da oltre 20 anni contribuisce alla sorveglianza epidemiologica e microbiologica della listeriosi attraverso la raccolta degli isolati clinici di L. monocytogenes dai casi di malattia nell’uomo e dei dati epidemiologici relativi ai pazienti.

Valutazione di conformità degli alimenti

Nell’Unione Europea, la garanzia di conformità degli alimenti rispetto ai livelli massimi possibili di contaminazione da L. monocytogenes viene garantita dall’operatore del settore alimentare (OSA) attraverso l’igiene del processo di produzione e di distribuzione degli alimenti basati sulle buone pratiche di lavorazione e attraverso i sistemi HACCP. In tale ambito, il Regolamento CE 2073/2005 e s.m.i prevede per L. monocytogenes, criteri di sicurezza alimentare per applicabili sia in fase di produzione che di commercializzazione agli alimenti pronti al consumo (RTE), per valutarne la conformità all’uso attraverso controlli microbiologici effettuati sia dall’OSA che dall’Autorità Competente.

Redazione amaperbene.it

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