I numeri del cancro 2024 in Italia
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Stabili i numeri del cancro in Italia nel 2024, rispetto al 2023, mentre aumentano le persone in vita dopo una diagnosi di tumore. Inoltre, ci si aspetta che circa un malato su due possa guarire.
È quanto emerge dal rapporto annuale “I numeri del cancro 2024”, frutto della collaborazione tra AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), Fondazione AIOM, Osservatorio Nazionale Screening (Ons), Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), Passi d’Argento, Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPeC-IAP).
Il rapporto del 2024 evidenzia molti dati positivi e alcuni aspetti su cui è possibile lavorare. Innanzitutto, in circa 15 anni, tra il 2006 e il 2021, nei giovani adulti la mortalità per cancro nel nostro Paese è diminuita di circa il 21,4% nelle donne e il 28% negli uomini. Il miglioramento interessa in particolare alcuni tipi di tumore, come quello del polmone, per il quale la mortalità è diminuita del 35,5% circa tra gli uomini e del 46,4% circa tra le donne. Un dato importante, anche perché il cancro del polmone è la prima causa di morte oncologica in Italia tra gli uomini e la seconda tra le donne (dopo il tumore della mammella). La sopravvivenza è più o meno stabile da anni, invece, per altre neoplasie, come quelle del colon-retto e dell’ovaio.
Diagnosi precoci – grazie alla prevenzione primaria e ai programmi di screening che permettono di cogliere anche lesioni pretumorali che si possono rimuovere – e terapie più mirate e sempre più efficaci per i diversi tipi di cancro stanno inoltre facendo aumentare costantemente il numero di persone in vita dopo una diagnosi di cancro: nel 2024 sono circa 3,7 milioni. Ci si attende, infine, che la metà delle persone diagnosticate con un tumore nel 2024 guarirà, cioè tornerà ad avere un’aspettativa di vita paragonabile a quella delle persone che non si sono ammalate.
La prevenzione resta un elemento fondamentale per limitare il rischio di cancro e migliorare la possibilità di cura. Fino al 40% circa dei casi di tumore potrebbe infatti essere evitato eliminando tutti i fattori di rischio modificabili come fumo, alcol, obesità e sedentarietà. Inoltre, è essenziale l’adesione ai programmi di screening, che almeno per alcuni tipi di cancro permettono di individuare sia lesioni pretumorali, sia malattie in stadio iniziale, quando sono più semplici da curare. Qualche passo in avanti è stato sicuramente compiuto: i livelli di copertura sono migliorati e raggiungono il 49% per lo screening mammografico, il 47% per quello cervicale e il 32% per quello colorettale. Me le differenze regionali si fanno sentire in particolare nelle Regioni meridionali dove i livelli di adesione agli screening sono ancora troppo bassi.
Tuttavia, da questo punto di vista, uno degli obiettivi dell’Unione Europea è assicurare l’offerta di screening per la diagnosi precoce dei tumori del colon-retto, della mammella e della cervice uterina ad almeno il 90% degli aventi diritto in tutti i Paesi membri entro il 2025. Su questo, il rapporto evidenzia che l’Italia è già a ottimo punto, in quanto in molte Regioni tutte o quasi tutte le persone idonee ricevono l’invito a effettuare gli screening. L’adesione agli esami e la copertura sul territorio sono però ancora migliorabili nel Paese, in particolare nel Sud Italia, anche se la situazione negli ultimi anni è migliorata. Un altro obiettivo dell’Unione europea è mettere a punto uno screening per la diagnosi precoce del tumore del polmone per le persone maggiormente a rischio, ossia i forti fumatori di ieri e di oggi.
La prevenzione passa anche dagli stili di vita corretti. Il 24% degli adulti fuma, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso, il 18% consuma alcol in quantità a rischio per la salute.
L’abitudine tabagica è più frequente fra gli uomini, fra i più giovani, fra i residenti nel Centro-Sud ed è fortemente associata allo svantaggio sociale, coinvolgendo molto di più le persone con difficoltà economiche o bassa istruzione. Anche sovrappeso e obesità sono un importante fattore di rischio oncologico poiché coinvolti, ad esempio, nell’insorgenza dei tumori dell’esofago, del fegato, del pancreas, della colecisti e delle vie biliari, dell’endometrio e del rene. L’obesità è poco più frequente fra gli uomini, aumenta con l’età e coinvolge particolarmente le persone con svantaggio sociale. Storicamente più frequente nel Sud, oggi il gradiente geografico si è annullato. La sedentarietà è aumentata costantemente, passando dal 23% del 2008 al 28% nel 2023. L’incremento ha coinvolto tutti i gruppi della popolazione, entrambi i sessi in egual misura e tutte le classi di età, ma è stato più veloce fra i più giovani e fra le persone con maggiori difficoltà economiche. L’aumento dell’inattività fisica ha coinvolto soprattutto il Meridione e il Centro, ampliando il gradiente geografico fra Nord e Sud.
I numeri del cancro
Le stime nel 2024 indicano 390.100 nuove diagnosi di tumore: 214.500 negli uomini e 175.600 nelle donne (erano 391.700 nel 2022 e 395.900 nel 2023), quindi numeri sostanzialmente stabili. Negli uomini, i quattro tumori più comuni attesi per il 2024 (prostata, 40.192 casi; polmone, 31.891 casi (14,9% circa dei tumori maschili); colon-retto, 27.473 casi; vescica, 25.227 casi) rappresentano il 58,2% di tutti i tumori maschili. Nelle donne, il 59,3% di tutti i nuovi tumori previsti per il 2024 è costituito da 5 tipi più frequenti: mammella, 53.065 casi; colon-retto, 21.233 casi; polmone, 12.940 casi; endometrio, 8.652 casi; tiroide con 8.320 casi.
Incidenza
Secondo le statistiche, nel 2024 in Italia, escludendo i carcinomi della cute non melanomi, i tumori in assoluto più frequenti sarebbero stati quelli della mammella (53.686 casi), seguito dal colon-retto (48.706), polmone (44.831), prostata (40.192) e vescica (31.016). Nel 2022, in Italia, sono stati stimati 35.700 decessi per cancro del polmone, 24.200 per il colon-retto, 15.500 per la mammella, 14.900 per il pancreas e 9.900 per lo stomaco. Dei quasi 10 milioni di morti oncologiche ogni anno in tutto il mondo, il 10,5% avviene in giovani adulti, cioè persone di età compresa tra 20 e 49 anni. In Europa, dove le popolazioni sono più vecchie, le morti per cancro in giovani adulti rappresentano il 4,3% di tutti i decessi oncologici registrati nel 2022.
Diminuzione della mortalità oncologica nei giovani adulti
Dal 2006 al 2021 in Italia, 47.447 uomini e 54.832 donne di 20-49 anni sono deceduti a causa di un tumore: il tumore della mammella è risultato responsabile del 31% delle morti neoplastiche nelle giovani donne, e il tumore del polmone responsabile del 15,7% di quelle nei giovani uomini. L’andamento dei tassi standardizzati ha mostrato una netta e costante diminuzione di mortalità per tutti i tumori in entrambi i sessi. Tra le donne, in 15 anni, il tasso di mortalità per tumore della mammella è diminuito del 16,2% e quello del polmone del 46,4%. Al contrario, sono risultati stabili, nel tempo, i tassi di mortalità per i tumori del colon-retto e dell’ovaio.
Anche tra gli uomini di 20-49 anni i tassi di mortalità per il tumore del polmone sono sostanzialmente diminuiti (-35,5% in 15 anni), così come quelli per leucemie (31,3%) e tumori dello stomaco (-38,6%). Al contrario, sono rimasti stabili quelli relativi alle morti per tumore del colon-retto e del sistema nervoso centrale.
La sopravvivenza
Che cos’è
La sopravvivenza dopo una diagnosi di tumore è uno dei principali indicatori che permette di valutare, in base a studi epidemiologici, sia la gravità della malattia, sia l’efficacia dei servizi sanitari e del miglioramento delle cure disponibili. Si misura calcolando quanto sopravvivono in media, dopo la diagnosi, le persone che sono colpite da un cancro con determinate caratteristiche al momento della diagnosi. Per esempio: quante persone non sono morte dopo 5 anni dalla diagnosi di un cancro alla mammella?
La sopravvivenza è influenzata principalmente da due elementi: la diagnosi precoce, permessa soprattutto dai programmi di screening offerti alla popolazione per alcuni tipi di tumore, e le terapie, sempre più mirate ed efficaci grazie a nuove strategie, tra cui quelle dei farmaci a bersaglio molecolare dell’immunoterapia.
Un altro indicatore è invece la guarigione, spesso difficile da misurare. Tra gli esperti c’è abbastanza consenso sul fatto che, a seconda del tipo di tumore, si può in alcuni casi parlare di guarigione dopo 5 anni dalla fine delle cure senza che si ripresenti la malattia, mentre per altre forme di cancro è più difficile avere certezza di una guarigione completa. La questione assume particolare importanza per quanto riguarda il diritto all’oblio oncologico, a tutela gli ex-pazienti contro possibili discriminazioni per esempio nella ricerca di un lavoro, nella domanda di un mutuo o di una polizza assicurativa sulla vita o la salute.
La sopravvivenza
Per molti tipi di tumore la sopravvivenza è aumentata negli anni. Inoltre, cresce a livello individuale man mano che ci si allontana dal momento della diagnosi. In questo decennio, come riportato ne “I numeri del cancro 2023”, circa il 5% delle persone in Europa è viva dopo una diagnosi di tumore, e in gran parte ha ricevuto una diagnosi da oltre 5 anni. In Italia, oggi il 24% circa delle persone che hanno avuto un tumore ha ricevuto la diagnosi più di 15 anni fa.
Secondo le ultime stime, basate su dati aggiornati al 2018, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi per tutti i tumori è del 59,4% circa negli uomini e al 65% nelle donne. Sono quindi aumentate rispetto alla rilevazione precedente, basata su dati aggiornati al 2015 (la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi era stata stimata essere del 54% per gli uomini e del 63% per le donne). È particolarmente estesa la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi in persone che hanno avuto alcuni tipi di tumore molto comuni nella popolazione, come quelli del seno (88%), del testicolo e della prostata (oltre il 90%). Il cancro resta purtroppo ancora la seconda causa di morte (il 25% di tutti i decessi) dopo le malattie cardiovascolari. Tuttavia, chi sopravvive dopo 5 anni dalla diagnosi ha, dopo alcuni tipi di tumore (testicolo, tiroide, ma anche melanoma, linfomi di Hodgkin e, in misura minore, colon-retto), prospettive di sopravvivenza vicine a quelle della popolazione che non ha mai avuto una neoplasia.
In Italia i valori di sopravvivenza sono sostanzialmente in linea con quelli dei Paesi nordeuropei, degli Stati Uniti d’America e dell’Australia.
Prevalenza e guarigione
La prevalenza in oncologia corrisponde al numero di persone ancora in vita dopo una diagnosi di un tumore; dipende sia da quanto sono frequenti i nuovi casi di un determinato tumore (incidenza) sia da quanto è possibile convivere con la malattia o superarla (sopravvivenza).
La prevalenza di tumori meno frequenti ma con prognosi favorevole (quindi con lunga sopravvivenza) tende a essere maggiore nella popolazione rispetto a quella di tumori molto frequenti, ma caratterizzati purtroppo da una breve sopravvivenza.
I dati dei Registri Tumori indicano un costante aumento della prevalenza, cioè del numero di persone che vivono dopo la diagnosi, circa l’1,5% l’anno nell’ultimo decennio (1,6% nelle donne e 1,3% negli uomini). Oggi sono quasi 3,7 milioni (3.661.499), il 6,2% dell’intera popolazione, o circa 1 abitante su 16. Si tratta di circa 2 milioni di donne (il 6,8% circa della popolazione femminile) e 1,6 milioni di uomini (il 5,6% circa della popolazione maschile). E la metà delle persone che si ammalano di cancro nel 2024 è destinata a guarire.
Per quanto riguarda i tumori ginecologici, la probabilità di guarigione per le donne colpite, nello scorso decennio, da tumore del corpo dell’utero è stata del 69%, per il collo dell’utero del 58%, per l’ovaio del 32%. È evidente il ruolo della diagnosi precoce nell’aumentare le probabilità di superare definitivamente la malattia. Nel carcinoma della mammella è pari complessivamente al 73%, ma passa dal 99% nello stadio I all’81% nello stadio II per scendere al 36% nel III e IV. Considerando tutti gli stadi, chi si è ammalato di tumore del colon-retto ha una probabilità di guarire del 56%, dal 92% se la malattia è diagnosticata in stadio precoce al 71% in stadio II.
I dati mostrano i progressivi miglioramenti dei programmi di screening, sia in termini di capacità di invito che di copertura. Nel 2023, quasi 16 milioni di persone, cioè oltre il 90% della popolazione italiana in età target per lo screening mammografico, colorettale e cervicale è stata regolarmente invitata. Vanno però ridotte le differenze nell’adesione, che restano ancora significative a livello territoriale. Per quanto riguarda la mammografia, la copertura ha raggiunto il 62% al Nord, il 51% al Centro e il 31% al Sud. Lo screening cervicale mostra un livello di copertura pari al 57% al Nord, al 45% al Centro e al 35% al Sud. Inferiori le percentuali di adesione allo screening colorettale: 45% al Nord, 32% al Centro e 15% al Sud.
Il rischio
Il rischio è la probabilità che si verifichi un evento. Si parla di rischio assoluto quando si indica la probabilità che un evento si verifichi in un certo lasso di tempo. Per esempio, la probabilità teorica individuale di avere una diagnosi di tumore nel corso della vita nell’intervallo di tempo che va dalla nascita agli 84 anni. Con rischio relativo si intende invece l’aumento o la riduzione delle probabilità di ammalarsi per chi ha una particolare condizione in grado di proteggere dalla malattia o, viceversa, di predisporre al cancro rispetto a chi non ce l’ha (per esempio, determinati stili di vita o una particolare variante genica). Il rischio dipende molto dalla frequenza generale della malattia in questione: se è molto rara, il rischio assoluto che una persona si ammali resta basso anche in presenza di una mutazione genetica che, per esempio, raddoppia il rischio relativo.
Per quanto riguarda i fattori di rischio individuali in Italia, secondo le stime della sorveglianza PASSI e PASSI d’Argento, nel biennio 2022-2023:
- tra le persone tra i 18 e i 69 anni, il 24% circa fuma e il 24% di loro consuma più di un pacchetto di sigarette al giorno. Il tabagismo è più diffuso tra i giovani (18-24 anni), tra gli uomini e tra persone in situazioni socioeconomiche svantaggiate o con bassa istruzione. Ma un adulto su 5 ha smesso di fumare da almeno un anno e la percentuale di fumatori è in declino: infatti, è diminuita del 6% tra il 2008 e il 2023.
- Il 42% circa delle persone dichiara di non consumare bevande alcoliche, mentre il 18% fa un uso di alcol a maggior rischio per la salute, cioè beve alcolici in quantità eccessive, spesso o sporadicamente, oppure fuori pasto. Migliorabile è anche l’attenzione al tema da parte degli operatori sanitari, poiché nel biennio 2022-2023 solo il 7% circa dei consumatori a maggior rischio tra i 18 e i 69 anni ha ricevuto il consiglio di bere meno.
- Il 28% circa della popolazione adulta in Italia è sedentaria, soprattutto tra le donne, nel Sud Italia e tra persone meno istruite, e il 24% svolge attività fisica con frequenza inadeguata. Peraltro la sedentarietà è aumentata negli ultimi anni, poiché nel 2008 era inattivo il 23% della popolazione.
- Più di 3 adulti su 10 sono in sovrappeso e 1 su 10 è obeso, soprattutto in ambienti sociali ed economici svantaggiati e al crescere dell’età.
- Solo il 7% degli adulti in Italia mangia le 5 porzioni di frutta e verdura al giorno raccomandate dalle principali linee guida per un’alimentazione varia ed equilibrata; il 38% ne consuma solo 3-4 e il 52% appena 1-2. Ad avere questa buona abitudine sono soprattutto le donne, le persone in condizioni socioeconomiche migliori e gli abitanti delle Regioni del centro e del nord Italia.