Piante ed erbe

Evodia tetradium Daniellii – Albero del miele

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Il Tetradium daniellii, comunemente noto come Albero degli agrumi cinesi, è una pianta ornamentale decidua originaria della Cina e Corea. Presenta foglie composte, pinnate e di colore verde scuro. Durante l’estate, produce fiori bianchi profumati, riuniti in ombrelle, che aggiungono un tocco decorativo al giardino. Le foglie verdi scure e la fioritura estiva contribuiscono a rendere questa pianta un elemento decorativo in giardino. La forma tondeggiante e densa aggiunge struttura e interesse visivo.

Le foglie sono caduche, lunghe circa 15 cm, relativamente strette rispetto alla lunghezza, di un bel colore verde lucido con le lamine che tendono a chiudersi verso la parte superiore. La nervatura mediana è chiara, quasi bianca/panna, è molto visibile, mentre le nervature secondarie sono meno evidenti, ma pur sempre importanti tali da rendere le foglie particolari e, nel complesso, danno alla pianta un piacevole aspetto. Con l’avvicinarsi della stagione fredda, prima della caduta, le foglie cambiano colore e assumono il classico colore giallo, però piuttosto anonimo. L’Albero del miele, una volta adulto, resiste molto bene a temperature fredde anche importanti, mentre nei primi anni di vita inverni molto rigidi potrebbero danneggiarla irrimediabilmente.

E’ la fioritura che fa dell’Albero del miele una pianta unica e molto importante. I fiori sono piuttosto piccoli ed emanano un intenso profumo mellifluo e richiamano la forma di una piccola ninfea; sono raggruppati in vistosi inflorescenze che li fanno apparire come un unico fiore. Nell’inflorescenza si trovano sia i fiori maschili che quelli femminili con la certezza che questi ultimi vengono sicuramente impollinati. Esistono anche esemplari con solo fiori maschili con più contenuto di polline. Di colore bianco /crema, possono essere paragonati, sia per colore che per grandezza, a quelli del comune sambuco (sambucus spp) però con forma più globosa. La caratteristica più importante dei fiori dell’Albero del miele è però il periodo e la durata della loro fioritura: sbocciano infatti verso la fine dell’estate, potendo anticipare o ritardare secondo l’esposizione, l’orografia, la latitudine, ecc, e dura anche quasi un mese se le condizioni climatiche lo permettono in un periodo piuttosto avaro di fioriture specie quelle abbondanti e mellifere. Verso ottobre il fiore lascia il posto a minuscoli frutti di colore arancione a forma di piccole zucche che, giunte a maturazione verso novembre si aprono e lasciano cadere 4/6 semi di colore bruno/nero lucido, oleosi, piatti a forma circolare che colonizzano il suolo sottostante. L’Albero del miele cresce in tutti i terreni, anche in quelli poveri, sia acidi che basici, ovviamente in quelli fertili il suo sviluppo sarà maggiore e più rapido. Soffre solo i ristagni idrici.

Il periodo di fioritura, la sua durata e l’alto contenuto di polline dei suoi fiori, lo rendono una pianta essenziale per gli apicoltori, in particolare, e per tutto l’ecosistema in generale. La fioritura molto tardiva, non rara ma anomala, e l’alto contenuto di polline dei suoi fiori dell’Albero del miele costituiscono degli elementi da considerarsi indispensabili per la conduzione e salute delle api e di tutto l’apiario. La quantità di polline contenuto nel singolo fiore che forma l’intera inflorescenza è talmente elevata che le api se per riempire la sacca mellifica devono normalmente visitare 40/60 fiori di altre specie, con quelli dell’Albero del MIELE ne bastano 3/4 e possono rientrare nelle arnie. Per fare un paragone se in un ettaro di robinia (Robinia pseudoacacia) le api riescono a produrre 6/800 kg di miele, in altrettanta superficie dell’Albero del miele ne riescono a produrre 1.100/1.300. Nel periodo di riposo o di assenza di fioriture mellifere, l’apicoltore deve provvedere lui stesso all’alimentazione delle api nelle arnie ed il miele ricavato dal polline dei fiori dell’Albero del miele, poco appetibile per l’uomo, risulta ottimo per le api. Le proprietà di questo miele sono notevoli e vanno ben oltre al semplice nutrimento.

Proprietà medicinali

Nei frutti odorosi e con sapore fortemente amaro, in piccola parte anche nei fiori e nelle foglie, sono contenuti gli alcaloidi evodiamina (deidroevodiamina, piccole dosi di idrossi-evodiamina), rutacarpina (un alcaloide debolmente basico chiamato fino a poco tempo fa evocarpina), limonina e berberina. Questi alcaloidi hanno un’azione antibiotica (antivirale e antibatterica), sono analgesici, astringenti, ricostituenti, diuretici, proteggono gli organi, stimolano il sistema immunitario e la contrazione dell’utero. Inoltre, riducono grazie alla loro azione riscaldante la sensibilità al freddo e hanno dei benefici sul sistema cardiocircolatorio.

Usi

L’Evodia viene utilizzata per la sua fioritura tardiva che aiuta le api a superare l’inverno. Produce molto nettare. Si tratta in assoluto della pianta con il più alto potere mellifero attualmente conosciuta.

Confrontandola con la robinia possiamo calcolare come su un ettaro di terreno la prima renda circa 600/700 kg. di miele mentre l’Evodia arriva facilmente a superare i 1.200 kg.

Di ottimo aspetto può essere piantata in qualsiasi giardino anche a scopo ornamentale.

Redazione amaperbene.it

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