Mango
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Il mango è un frutto tropicale di tipo drupa che proviene da numerose specie di alberi tropicali appartenenti al genere Mangifera, coltivati prevalentemente per la loro frutta.
La maggior parte di queste specie si trova nella natura in maniera selvatica. Il genere appartiene alla famiglia Anacardiaceae degli anacardi, semi oleosi comunemente utilizzati come frutta secca.
I mango in particolare sono autoctoni dell’Asia meridionale, da dove proviene il “mango comune” o il “mango indiano“, Mangifera indica, che è stato distribuito in tutto il mondo per diventare uno dei frutti più coltivati nei tropici. Altre specie di Mangifera (es. Mangifera foetida) vengono coltivate in luoghi differenti.
Il mango è il frutto nazionale delle Filippine, del Pakistan e dell’India, e anche l’albero nazionale del Bangladesh.
Etimologia
Mango è un termine tamil che nasce da “māṅgai” o “mankay”. La prima traduzione europea è stata in italiano e risale al 1510 per mano di “Ludovico di Varthema”. A partire dal 17° secolo, il termine “mango” ha cominciato ad acquisire il significato di conservazione “sott’aceto/salamoia” o comunque “in barattolo”, poiché durante i lunghi viaggi navali – vista l’assenza di tecniche refrigerative – il frutto veniva manipolato per incrementarne la conservabilità.
Descrizione
Il mango potrebbe essere inquadrato sia nel penultimo, sia nell’ultimo gruppo fondamentale degli alimenti – frutta e verdura ricche di vitamina A e frutta e verdura ricche di vitamina C. Va comunque rilevato che il livello di acido ascorbico (vit C) pare superiore rispetto al contenuto di vitamina A equivalenti (RAE) – costituiti da beta carotene e luteina zeaxantina. Il mango è anche una fonte nutrizionale di acqua, fruttosio, fibra alimentare e minerali – soprattutto potassio;
Nella dieta italiana, il mango ha lo stesso ruolo di tutti gli altri frutti carnosi dolci ed aciduli; si presta alla maggior parte dei regimi alimentari, con poche eccezioni legate alle forme di ipersensibilità allergica e a certe patologie metaboliche o al sovrappeso. È da assumere con cautela in caso di obesità grave, diabete mellito tipo 2 e ipertrigliceridemia.
Non ha controindicazioni per i soggetti sani, ma può dare origine a reazioni di ipersensibilità allergica sia di tipo metabolico che dermatologico. L’allergia si manifesta sia al frutto che alla pianta. Sono potenzialmente a rischio di allergia “sistemica” le persone con reazioni avverse per l’edera – principio attivo: urushiol – e per la quercia. Per di più, la buccia del frutto può scatenare, in una categoria di soggetti ipersensibili, dermatiti allergiche che colpiscono: labbra, gengive e lingua. Il mango acerbo e quello conservato invece – anche con buccia – risultano tendenzialmente innocui. L’agente responsabile di questa reazione è un gruppo di oli tra i quali: mangiferina, acido mangiferico e mangiferolo. Gli elementi potenzialmente disagevoli per gli ipersensibili non sono presenti solo nella buccia del frutto, ma anche nella corteccia e nelle foglie della pianta. Previo contatto, le reazioni descritte possono interessare anche la pelle del corpo e le mucose degli occhi; il fumo emanato dalla combustione della legna di mango può essere altrettanto nocivo.
Il mango ha gusto dolce, poco acidulo e caratteristiche organolettiche e gustative – sapore e profumo – assolutamente inconfondibili. Forma, colore, consistenza della buccia e della polpa possono cambiare molto in base alla varietà e soprattutto alla specie – che può provenire da coltivazioni situate in diversi posti del mondo.
Nel nostro paese, il mango si consuma principalmente crudo e fresco, oppure sotto forma di succo di frutta, centrifugato, estratto; in ambito culinario, può costituire un ingrediente per dolci, gelati e granite. All’estero invece, dove fa parte della tradizione gastronomica locale, il mango si mangia anche cotto e all’interno di moltissime ricette.
Proprietà nutrizionali del mango
Il mango crudo apporta un valore energetico medio-alto (in 100 g di mango sono presenti 53 Calorie), costituito prevalentemente da carboidrati solubili (89%), seguiti da quantità poco rilevanti di proteine (8%) e lipidi (3).
I glucidi sono costituiti da fruttosio, i peptidi hanno basso valore biologico – non contengono cioè, tutti gli amminoacidi essenziali nelle giuste proporzioni e quantità rispetto al modello proteico umano – e tra gli acidi grassi è apprezzabile una piccola quantità di acidi grassi essenziali del gruppo omega 3 e omega 6.
L’acqua è abbondante e la fibra è notevole. Lattosio e glutine sono assenti. L’amminoacido fenilalanina è molto scarso, così come le purine, ma ciò non significa che si presti alla dieta contro l’iperuricemia.
Il mango è ricco di vitamine, tra le quali spiccano soprattutto l’acido ascorbico (vitamina C), il beta carotene e luteina zeaxantina (retinolo equivalenti o RAE, provitamina A).
Il mango è ricco di polifenoli – quercetina, acido gallico, acido caffeico, catechine, kaempferolo, mangiferina, tannini e xantoni.
Un lavoro dell’Australian Health e del Medical Research Congress di Melbourne ha dimostrato che alcuni composti presenti nella buccia del mango:
- autano a combattere malattie come il diabete mellito tipo 2 e l’ipercolesterolemia
- tendono a prevenire alcune forme di cancro
- hanno effetti positivi ed inibitori sulle neoplasie della pelle e l’ipertrofia prostatica; parliamo del triterpene del mango (lupeolo).
La porzione media consigliabile di mango è indicativamente di 150-200 g (circa 90-120 kcal).
Usi in cucina
In Italia il mango maturo si consuma fresco, con o senza buccia – anche a seconda della varietà o della specie – da solo o in associazione con altri frutti ed ingredienti. Dal mango si può estrarre il succo, tramite centrifugazione o estrazione, oppure una purea tramite il frullatore. Pertanto viene spesso utilizzato anche per la formulazione di gelati, granite, bevande analcoliche, dolci e dessert di vario tipo.
All’estero il mango acerbo cotto è un ingrediente molto utilizzato per alcuni contorni, per i “chutney” – salse vegetali piccanti e dense – e può anche venire conservato sottaceto. Maturo e a crudo è invece ottimo con peperoncino o salsa di soia. È nota una bevanda rinfrescante a base di mango, detta “panha“. La gelatina di mango o il mango cotto sono impiegati nella formulazione di piatti a base di “dhal” – zuppa di lenticchie – spesso in associazione ai peperoncini verdi. In Asia è parecchio diffuso il “mango lassi”, una salsa a base di mango maturo, latte grasso – una specie di crema di latte – e zucchero; “amras” è il nome di un succo denso di mango, con zucchero e latte, da servire con riso o pane. Dal mango maturo si produce un’ottima marmellata, la “mangada”. Alcuni impiegano il mango nella formulazione del curry. La “andhra aavakaaya” è una salsa aspra a base di mango acerbo crudo mescolato con polvere di peperoncino, semi di fieno greco, senape in polvere, sale e olio di arachide. I “gujaratis” – gruppo etnico indiano – utilizzano il mango per fare la “chunda” – conserva di mango tagliato finemente. Il mango spaccato in due si presta anche alla cottura in griglia, mentre attraverso una lavorazione col coltello assume una caratteristica forma a piccoli rettangoli. Il mango acerbo conservato, oltre che in barattolo – sott’olio, sott’aceto, sotto spirito –si può trovare esiccato e polverizzato, detto “amchur“. I frutti maturi, invece, vanno a costituire delle barrette di frutta secca simili a quelle fatte col guava – altro frutto esotico. Il mango disidratato può arricchire alimenti per la prima colazione come muesli ed avena. Nelle Filippine, il mango acerbo è consumato con “bagoong“, una salsa di pesce. Anche il “mangorind” – fette di mango maturo secco talvolta in combinazione a semi di tamarindo – è un prodotto commerciale molto popolare in tutta l’Asia. Il mango è diffusamente impiegato nella produzione di succhi di frutta, nettare, aromi, gelati e sorbetti, granite, torte ecc.
Mango essiccato
Uno dei modi più comodi di consumare il mango è senz’altro quello di mangiarlo una volta essiccato: ottimo come snack, conserva però anche gran parte delle proprietà nutrizionali e i benefici del frutto maturo.