Getting your Trinity Audio player ready...
|
Con la ripresa dell’economia dopo la forte contrazione del 2020, si riduce significativamente la popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale.
Per grave deprivazione materiale e sociale si intende la percentuale di persone in famiglie che presentano almeno 7 di queste 13 condizioni: non poter sostenere spese impreviste; non potersi permettere una settimana di vacanza all’anno lontano da casa; essere in arretrato nel pagamento di bollette, affitto, mutuo o altro tipo di prestito; non potersi permettere un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni, cioè con proteine della carne, del pesce o equivalente vegetariano; non poter riscaldare adeguatamente l’abitazione; non potersi permettere un’auto; non poter sostituire mobili danneggiati o fuori uso con altri in buono stato; non potersi permettere una connessione internet utilizzabile a casa; non poter sostituire vestiti vecchi con nuovi; non potersi permettere due paia di scarpe in buone condizioni per tutti i giorni; non potersi permettere di spendere quasi tutte le settimane una piccola somma di denaro per le proprie esigenze personali; non potersi permettere di svolgere regolarmente attività di svago fuori casa a pagamento; e infine di incontrare familiari o amici per bere o mangiare insieme almeno una volta al mese.
Nel 2022 in Italia si trovano in condizione di deprivazione materiale e sociale il 4,5% degli individui, a fronte di una media europea di 6,7%.
Tra i Paesi dell’Unione Europea, la Romania (24,3%) e la Bulgaria (18,7%) registrano i valori più elevati dell’indicatore, distanziandosi parecchio dagli altri Paesi. Segue la Grecia, che si attesta a circa il 14%. Virtuose invece Slovenia e Finlandia, dove la quota di persone che vivono in una condizione di deprivazione materiale e sociale è molto bassa, addirittura sotto il 2%.
Scende anche il numero di persone che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro (percentuale di persone che vivono in famiglie per le quali il rapporto tra il numero totale di mesi lavorati dai componenti della famiglia e il numero totale di mesi teoricamente disponibili per attività lavorative è inferiore a 0,20): 9,8% rispetto al 10,8% del 2021.
E si contrae anche il numero di quelle in condizione di grave deprivazione abitativa (percentuale di persone che vivono in abitazioni sovraffollate e che hanno problemi strutturali dell’abitazione, oppure non hanno bagno o doccia con acqua corrente, che hanno problemi di luminosità: il dato si attesta su livelli solo lievemente superiori a quelli registrati in pre-pandemia (5,2% rispetto a 5,9% del 2021 e a 5,0% nel 2019).
Rispetto agli anni precedenti, diminuisce anche l’indicatore di sovraccarico del costo dell’abitazione (percentuale di persone che vivono in famiglie dove il costo totale dell’abitazione in cui si vive rappresenta più del 40% del reddito familiare netto), che risulta difficilmente sostenibile per il 6,6% della popolazione (era 7,2% nel 2021 e 8,7% nel 2019).
Il dato Istat più evidente contenuto nel Bes 2024 è che, in assenza di misure di sostegno alle famiglie, come aiuti dati durante la fase di emergenza e pandemia Covid e il Reddito di cittadinanza, l’indice di disuguaglianza sarebbe risultato pari a 6,4, valore molto superiore a quello osservato.