Salute

L’obesità, una malattia

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Che cos’è l’obesità?

L’obesità è una malattia che si caratterizza per un accumulo patologico di grasso corporeo con conseguenze importanti per lo stato di salute e la qualità di vita.

Il grasso si produce quando viene introdotta nell’organismo più energia di quanto ne viene consumata: l’eccesso energetico viene depositato come grasso determinando un aumento di peso; se invece si introduce meno energia di quanta viene consumata, il corpo utilizza le proprie riserve per soddisfare le richieste energetiche. Pertanto, il peso corporeo rappresenta il risultato misurabile del bilancio energetico tra quanta energia entra e quanto energia esce.

Perdere peso è un passo decisivo nel trattamento dei problemi di salute legati all’obesità. Per farlo è importante attuare cambiamenti nel proprio stile di vita: seguire un’alimentazione adeguata, condurre una vita attiva e dedicarsi con costanza all’attività fisica. Tutto questo però può essere sufficiente per chi è in sovrappeso, mentre per chi è già affetto da obesità le modifiche dello stile di vita, da sole, non bastano. Gli strumenti che ci sono oggi per combattere la malattia obesità comprendono nuovi farmaci e la chirurgia.

Come valutare se il proprio peso è accettabile

L’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce di classificare il peso corporeo utilizzando l’Indice di Massa Corporea (IMC o BMI, acronimo del termine inglese Body Mass Index). L’IMC è uno dei metodi migliori per conoscere se il proprio peso è in un intervallo accettabile ovvero compreso tra una situazione salutare e una non salutare. In effetti, l’IMC è un dato biometrico molto utilizzato, soprattutto per studi epidemiologici e di screening; è un indicatore semplice ma grossolano; non dà informazione sulla quantità e sulla localizzazione del grasso corporeo; può dare mis-classificazioni.

La diagnosi di obesità si pone calcolando l’indice di massa corporea (BMI): quando questo è pari o superiore a 30 si parla di obesità. L’indice di massa corporea si calcola dividendo il peso espresso in chilogrammi (kg) per il quadrato della statura espressa in metri (m). La formula è

Indice di massa corporea (IMC) = PESO/(ALTEZZA* ALTEZZA)

Interpretazione del BMI – Classificazione BMI

Ad esempio, una persona alta 1,74 m e con un peso di 60 kg avrà un IMC pari a 19,8 [IMC = 60/(1,74 * 1,74) = 19,8] Per le donne è auspicabile avere un indice di massa corporea compreso tra 19 e 24, per gli uomini tra 20 e 25.
Questi rispettivi intervalli di valori indicano infatti che peso ed altezza sono in perfetta armonia tra loro.
Nel caso di bambini e adolescenti il BMI calcolato va confrontato con apposite curve di crescita:

  1. qualora il soggetto si collochi sotto il quinto percentile si parla di sottopeso;
  2. sopra l’85esimo percentile si parla di rischio di sovrappeso;
  3. sopra il 95esimo percentile si parla di sovrappeso.

Considerato che per il bambino/ragazzo non esiste un valore soglia tra normalità e sovrappeso valido per ogni età, la classificazione attuale non prevede di parlare di obesità durante la fase evolutiva (fino ad almeno 20 anni di età). Ciononostante il 25,6% dei ragazzi ed il 20,15% delle ragazze è apparso a rischio di sovrappeso nel nostro campione; il 22,7% dei ragazzi ed il 13,26% delle ragazze è apparso in

sovrappeso.

L’indice di massa corporea non è però l’unico dato utile nella diagnosi di obesità, perché fornisce un’informazione incompleta. Il BMI infatti non misura direttamente il grasso corporeo e non distingue tra massa magra e massa grassa; in casi estremi un atleta può avere un BMI corrispondente all’obesità, ma non per questo esserne affetto. Accanto al BMI è fondamentale un’indagine mirata a cercare le possibili malattie associate. Per un buon inquadramento della malattia obesità è quindi utile almeno misurare:

  • Circonferenza vita (deve essere misurata appena sopra l’ombelico) ed è considerata “desiderabile” se è inferiore a 94 centimetri negli uomini e 80 nelle donne. Se il valore è superiore si è in presenza di distribuzione addominale del tessuto adiposo, condizione predisponente a diabete, ipertensione arteriosa, dislipidemia).
  • Circonferenza del collo (se superiore a cm 41 nella donna o cm 43 nell’uomo, in presenza di altri fattori, è possibile la presenza di apnee notturne).
  • Pressione arteriosa.
  • Saturazione in ossigeno del sangue.
  • Valori nel sangue di glicemia, emoglobina glicata, colesterolo totale e LDL, trigliceridi, uricemia.

L’obesità è uno dei maggiori problemi di salute pubblica a livello mondiale: essa infatti riduce l’attesa di vita e ne peggiora molto la qualità. La prevalenza dell’obesità è in costante e preoccupante aumento, non solo nei Paesi occidentali ma anche in quelli a basso-medio reddito; rappresenta, inoltre, un importante fattore di rischio per varie malattie croniche.

L’obesità incide profondamente sullo stato di salute poiché si accompagna a importanti malattie quali il diabete mellito di tipo 2, l’ipertensione arteriosa, la cardiopatia ischemica e altre condizioni morbose che, in varia misura, peggiorano la qualità di vita e ne riducono la durata. Sovrappeso e obesità sono, inoltre, tra i principali fattori di rischio oncologico. I tipi di cancro resi più probabili da fattori quali l’obesità e il sovrappeso sono quelli dell’intestino (colon e retto), del rene, dell’esofago, del pancreas e della cistifellea, e per le donne si aggiungono il cancro del seno (nelle donne in post-menopausa), dell’endometrio e dell’ovaio.

Obesità infantile

Nel 2022 erano 37 i milioni i bambini sotto i 5 anni colpiti da sovrappeso nel mondo, vale a dire il 5,6% del totale. Secondo il rapporto Levels and trends in child malnutrition, le stime congiunte sulla malnutrizione dei bambini di Unicef, Oms e Gruppo della Banca Mondiale, in Asia erano 17,7 milioni i bambini sotto i 5 anni in sovrappeso, in Africa 10,2 milioni, in America Latina e Caraibi 4,2, in Europa 2,6 milioni, in Oceania 0,2 milioni.

Nei paesi a reddito alto e medio-alto, dove vive il 31% di tutti i bambini del mondo sotto i 5 anni, è concentrato il 48% di tutti i bambini colpiti da sovrappeso. In Europa meridionale nel 2022 erano 500.000 i bambini in sovrappeso, pari all’8,3% dei bambini sotto i 5 anni.

Secondo il recente rapporto “La condizione dei bambini nell’Unione Europea”, l’incidenza dell’obesità e del sovrappeso è diventata una delle principali preoccupazioni all’interno dell’UE e a livello globale. I tassi stimati di bambini e giovani fino a 19 anni in sovrappeso/obesi nel 2019 variano dal 20-25% in Estonia, Lettonia e Lituania al 40% circa a Cipro e in Grecia. L’Italia è al 4° posto nell’Unione Europea tra i più colpiti, con una percentuale intorno al 36% per le ragazze e al 43% per i ragazzi.

L’obesità infantile è quindi una delle più importanti sfide per le conseguenze che comporta, quali rischio di diabete di tipo 2, asma, problemi muscolo-scheletrici, futuri problemi cardiovascolari, problemi psicologici e sociali. In questa ottica è molto importante agire fin dal periodo preconcezionale e in gravidanza per contrastare sovrappeso e obesità nell’infanzia e nell’adolescenza e ridurne la prevalenza in età adulta.

Nessun Paese, fino ad oggi, ha invertito la sua epidemia di obesità, anche se si stanno registrando alcuni segnali di cambiamento positivo che derivano, principalmente, da un appiattimento della prevalenza dell’obesità dell’infanzia. Tuttavia, anche dove ci sono stati progressi, si segnala un aumento delle disuguaglianze nella prevalenza dell’obesità. I gruppi socialmente vulnerabili sono, infatti, più colpiti dall’obesità perché hanno meno accesso all’educazione e a corrette informazioni su stili di vita e salute e vivono, di solito, in zone che non facilitano uno stile di vita attivo. Molto spesso, inoltre, i cibi più economici hanno minore qualità nutrizionale ed elevata densità energetica, rendendo difficile l’adozione di un’alimentazione sana ed equilibrata.

Cause dell’obesità

In generale l’eccessivo deposito di tessuto adiposo avviene quando si crea uno squilibrio tra introito e consumo energetico. Ma questo non spiega perché alcuni mangiano più del necessario. Recenti studi (2023) di neuroscienze hanno spiegato come la reazione al cibo sia diversa nel cervello di una persona normopeso rispetto al cervello di una persona con obesità, e questo potrebbe aiutarci a capire meglio la malattia. Il cervello delle persone con obesità alla vista del cibo subisce un’iperattivazione di alcune aree (nello specifico dell’ippocampo) e questo porta le persone affette da obesità a mangiare anche in assenza di fame.

Inoltre si sa che l’infusione di zucchero e grassi nello stomaco porta il cervello del soggetto normopeso a una sensazione di sazietà in tempi molto più brevi rispetto a quanto accade nel soggetto obeso. L’alimentazione è quindi un fattore determinante, ma questi studi evidenziano come l’obesità non sia una colpa o una mancanza di volontà: l’obesità è una malattia. Vi sono poi condizioni che portano a un’alimentazione scorretta, come dormire poche ore per notte o assumere alcuni farmaci, necessari alla salute ma causa di un aumento dell’appetito. Alcuni psicofarmaci, così come alcuni antiepilettici, o il cortisone, sono collegati spesso a un aumento di peso. Più raramente l’obesità è dovuta a condizioni genetiche, come nella sindrome di Prader-Willi, o a malattie endocrine, come la sindrome di Cushing.

Sintomi dell’obesità

La presenza dei chili di troppo porta a una cattiva qualità di vita: le persone obese fanno fatica anche per piccoli movimenti, respirano male, possono avere disturbi del sonno e soffrire di dolori da sovraccarico a ginocchia, anche, colonna vertebrale. Soprattutto però l’obesità è causa di molte malattie, essa infatti può accompagnarsi a malattie cardiovascolari (ipertensione arteriosa, infarto, ictus, embolia polmonare), diabete di tipo 2, dislipidemia, apnee notturne, alcuni tipi di tumore, asma, depressione, infertilità femminile, disfunzione erettile, incontinenza urinaria da sforzo.

Dati sull’obesità

In Italia, l’ISTAT, relativamente all’anno 2021, rileva che, nella popolazione adulta, la quota di sovrappeso è pari al 36,1% (maschi 43,9%, femmine 28,8%), mentre gli obesi sono l’11,5% (maschi 12,3%, femmine 10,8%), evidenziando un trend in costante crescita. Complessivamente, quindi, in Italia si possono stimare in circa 4 milioni le persone adulte obese.

I dati italiani 2022 dell’Health Behaviour in School-aged Children – Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi di età scolare (HBSC), condotto su un campione di studenti di 11, 13 e 15 anni, sulla base di quanto auto-dichiarato evidenziano che il 18,2% dei ragazzi 11-17 anni è in sovrappeso e il 4,4% obeso.

L’eccesso ponderale diminuisce lievemente con l’età, è maggiore nei maschi e nelle Regioni del Sud. Rispetto alla precedente rilevazione, effettuata nel 2017/2018, tali valori risultano in aumento per entrambi i generi (17% sovrappeso e 3% obeso).

Tra i comportamenti alimentari scorretti, permane l’abitudine di non consumare la colazione nei giorni di scuola, con prevalenze che vanno dal 21% a 11 anni, al 27,9% a 13 anni e al 29,6% a 15 anni; tale percentuale è maggiore nelle ragazze in tutte le fasce d’età considerate ed è sostanzialmente stabile rispetto al passato.

Solo un terzo dei ragazzi consuma frutta almeno una volta al giorno (lontano dalle raccomandazioni) con valori migliori tra le ragazze e nella fascia d’età degli 11enni. Il consumo di verdura almeno una volta al giorno è raggiunto da solo un adolescente su quattro ed è maggiore nelle ragazze.

Le bibite zuccherate/gassate sono consumate più dai maschi in tutte e tre le fasce d’età considerate (le consumano almeno una volta al giorno: il 14,4% degli undicenni; il 14,5% dei tredicenni; il 12,6% dei quindicenni). Il trend, in discesa dal 2010 al 2018, subisce un arresto in quest’ultima rilevazione.

L’eccesso ponderale nei 17enni è pari al 19,3% (15,9% sovrappeso e 3,9% obesità) ed è sensibilmente maggiore nei maschi (maschi sovrappeso e obesi: 19,8% e 3,9% vs femmine: 11,7% e 2,8%). Circa un diciassettenne su due consuma tutti i giorni la prima colazione con valori lievemente inferiori tra le ragazze. Le ragazze consumano, più dei ragazzi, frutta e verdura almeno una volta al giorno (32% consumo di frutta e 36% consumo di verdura vs frutta 29% e verdura 24%).

L’attività fisica quotidiana è nettamente maggiore tra i maschi (7,1% vs 3%); per contro le ragazze a questa età passano più tempo davanti agli schermi.

I dati della sorveglianza PASSI, coordinata dall’ISS, sulla popolazione adulta tra 18 e 69 anni, aggiornati al 2020-2021, mostrano che oltre 4 adulti su 10 sono in eccesso ponderale (BMI tra 25 e 29.9) e oltre 1 adulto su 10 è obeso (BMI ≥ 30). L’essere in eccesso ponderale è una caratteristica più frequente al crescere dell’età, fra gli uomini rispetto alle donne, fra le persone con difficoltà economiche e fra le persone con un basso livello di istruzione.

I dati del sistema di sorveglianza PASSI d’Argento, sulla popolazione con più di 65 anni, nel quadriennio 2017-2020 relativi a peso e altezza portano a stimare che la maggior parte degli ultra 65enni (58,1%) sia in eccesso ponderale: il 43,9% in sovrappeso e il 14,2% obeso.

Come prevenire l’obesità?

La prevenzione dell’obesità non va confusa con la terapia. La malattia obesità una volta instaurata è difficile da curare senza la chirurgia, ma la sua prevenzione, finché si è ancora sovrappeso, è possibile. È fondamentale correggere gli stili di vita scorretti. Il primo punto è una sana alimentazione, e la dieta mediterranea sarebbe perfetta. Bisognerebbe mangiare più volte al giorno verdura e frutta, ridurre al minimo le calorie liquide (alcol e bibite), preferire proteine a basso o nullo contenuto di grassi saturi (pesce, legumi, carni bianche), mangiando invece raramente formaggio e carni rosse. Le carni lavorate (insaccati e simili) non solo si accompagnano a troppo sale e grassi saturi, ma possono promuovere alcuni tumori. I carboidrati non vanno criminalizzati perché sono necessari al nostro corpo: certo, vanno assunti con moderazione, tutti i giorni, senza dimenticare che sarebbe meglio fossero integrali. Accanto a una corretta alimentazione è importante adottare un regolare esercizio fisico: una persona adulta dovrebbe dedicare almeno trenta minuti al giorno per cinque volte alla settimana ad attività fisica moderata, come una camminata veloce o il nuoto.

È anche importante tenere sotto controllo il proprio peso: a parte alcuni segnali quotidiani (lo specchio, la cintura) è importante pesarsi un paio di volte al mese (non di più).

Come trattare l’obesità?

L’obesità di grado 1 può essere ancora trattata con modifiche dello stile di vita, meglio se accompagnate dai nuovi farmaci, mentre la terapia dell’obesità di grado 3 o di grado 2 con malattie associate è la chirurgia. In alcuni casi particolari è possibile anche utilizzare procedure endoscopiche.

I nuovi farmaci sono i GLP 1 agonisti: sono nati per la terapia del diabete di tipo 2, ma utilizzandoli si è visto che agiscono anche riducendo il senso di fame e aumentando il senso di sazietà.

Gli interventi più utilizzati nel mondo, in Italia, sono la sleeve gastrectomy e il bypass gastrico. Altre procedure ormai quasi abbandonate per diversi motivi sono il bendaggio gastrico e la diversione biliopancreatica, mentre procedure emergenti sono il bypass gastrico a unica anastomosi (OAGB) e la SAGI (Bypass con Single Anastomosis Gastro-Ileal o Jejuno-Ileal).

Redazione amaperbene.it

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