Acque

Acque bicarbonate

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L’acqua si dice “bicarbonata” quando il tenore di bicarbonato è superiore a 600 mg/l; quest’acqua favorisce la digestione e, se assunta a digiuno, riduce l’acidità gastrica.

Le acque bicarbonate vengono così classificate in virtù di una presenza distintiva al loro interno di cospicue quantità di bicarbonato di calcio e magnesio, a prescindere dal fatto che l’elemento possa trovarsi abbinato o meno ad altri residui minerali (sodio e potassio soprattutto) tipici dei terreni di origine vulcanica dai quali le suddette acque sgorgano. In virtù dei due preziosi minerali prevalenti e di una composizione calcarea piuttosto ricca a livello chimico, le acque bicarbonate rappresentano dunque una tipologia idrica tra le più pregiate e una peculiarità quasi esclusiva del nostro Paese, grazie alla presenza di bacini calcarei e aree vulcaniche che rendono possibile il continuo riciclo delle fonti e la presenza di un bene quasi inesauribile.

Le acque bicarbonate sono tra le più diffuse in natura; sono caratterizzate dalla presenza dell’anione HCO3- in quantità prevalente; possiedono un ampio spettro di utilizzo che varia in base alla concentrazione di sali minerali (calcio, solfati, sodio e magnesio) al loro interno, rendendole ideali tanto per la classica terapia idropinica, quanto per bagni, docce, irrigazioni vaginali e rettali. Sono particolarmente indicate, inoltre, per riacquisire i minerali persi durante lo svolgimento di attività fisica intensa.

Si definiscono bicarbonato-alcaline le acque nelle quali prevalgono, accanto al bicarbonato, sodio e potassio; bicarbonato-alcalino-terrose se sono più ricche di calcio e magnesio.

Le acque bicarbonate sono utilizzate prevalentemente per bibita; rientrano in questa classe molte acque da tavola a media o bassa mineralizzazione.

Le acque a media e bassa mineralizzazione (acque bicarbonate oligominerali) sono utilizzate soprattutto nelle cure idropiniche (vengono assunte via bibita); quelle ad alta mineralizzazione (acque bicarbonate minerali) sono invece principalmente usate nella crenoterapia esterna (per esempio nella preparazione dei fanghi termali e nella balneoterapia), ma anche nella crenoterapia interna (cure inalatorie, irrigazioni, ecc).

L’azione delle acque bicarbonate è difficilmente schematizzabile in quanto la presenza di altri mineralizzatori la condiziona in modo determinante. Ci sono notevoli analogie con i meccanismi d’azione delle solfate.

In sintesi, le acque bicarbonate migliorano il quadro complessivo legato al processo di digestione, accelerando lo svuotamento gastrico, in caso vengano bevute durante i pasti, o riducendo l’attività secretoria e tamponando l’acidità di stomaco se assunte a digiuno.

Come per tutte le acque oligominerali, quelle bicarbonate oligominerali vengono utilizzate nei problemi relativi alla diuresi. L’azione diuretica è da ascrivere in parte all’ipotonia (azione “meccanica” aspecifica) ed in parte al contenuto in mineralizzatori. La presenza di metalli alcalino-terrosi espleta l’azione sia a livello del parenchima renale potenziandone la funzionalità che a livello della dinamica delle vie escretrici. In questo senso sono attive nei confronti della diuresi anche acque bicarbonate non oligominerali ed è segnalata un’azione protettiva nei confronti di perdite elettrolitiche che possono a volte verificarsi con acque a minima mineralizzazione.

E’ segnalata un’azione specifica delle acque bicarbonato-alcalino terrose nella prevenzione dell’urolitiasi per la presenza di Mg++, del quale è nota l’attività di inibitore della cristallizzazione.

E’ stata evidenziata un’azione delle acque bicarbonate sugli stati iperuricemici.

A livello dell’apparato epatobiliare, le acque bicarbonate esercitano numerose   e sulla produzione della bile, e svolgono un’efficace azione disintossicante per il fegato. Hanno azione coleretica e colagoga.

A livello duodenale le acque bicarbonate favoriscono l’azione degli enzimi pancreatici elevando il pH verso l’alcalinità. Stimolano inoltre la secrezione esocrina pancreatica.

Va ancora definito il potenziale ruolo dietetico e terapeutico delle acque bicarbonate, soprattutto in ambito nutrizionale nipiologico (crescita e sviluppo dei neonati), nella dieta dello sportivo, negli stati ipertensivi ed anche nell’osteoporosi. Alcuni studi sembrano evidenziare l’utilità di questo tipo di acque nella dieta dei lattanti, per contrastare il vomito persistente e per integrare la delicata alimentazione dei primi mesi di vita. Riguardo agli sportivi, questo tipo di acque sembra determinare, durante l’esercizio muscolare, modificazioni in senso positivo della risposta degli apparati cardio-circolatorio e respiratorio e, inoltre, sembra in grado di neutralizzare la produzione eccessiva di acido lattico.

Potenzialmente le acque bicarbonate a basso contenuto di sodio possono essere utilizzate come possibili coadiuvanti negli stati ipertensivi, anche se circa questa possibilità si attendono ancora risultati esplicativi. Riguardo al contrastato problema dell’assunzione di calcio tramite acqua minerale calcica, allo stato attuale gli studi effettuati spingono nella direzione di non considerare l’acqua, seppure con un tenore di calcio superiore a 150 mg/l, come sorgente alimentare di calcio. Sebbene il calcio aiuti a prevenire l’osteoporosi e l’assumibilità di questo minerale dipenda dalla cosiddetta biodisponibilità di ciascun tipo di alimento, la bassissima quantità di minerale ingerito tramite bibita non è assolutamente sufficiente a guarire, nel breve periodo, problemi relativi ad una grave carenza di calcio o addirittura dall’osteoporosi.

A titolo di esempio, tra le marche di acqua ricca di bicarbonati più diffuse ci sono: acqua Ferrarelle, acqua Gaudianello, acqua Lete, acqua di Nepi, acqua Primavera, acqua Sangemini, acqua San Pellegrino, acqua Santagata, acqua Sorgesana, acqua Vitasnella, acqua Uliveto.

Redazione amaperbene.it

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