Romice | Rumex obtusifolius
Rumex obtusifolius L., comunemente nota come romice comune o lingua di vacca o “erba brusca”, della famiglia delle Poligonacee, è una specie a distribuzione subatlantico-sudeuropea presente con quattro sottospecie in tutte le regioni d’Italia salvo che in Sicilia; la sottospecie nominale manca soltanto in Puglia e Sicilia.
Pianta vivace (da 50 a 120 cm), con un rizoma legnoso, ha gambo eretto, semplice o ramificato, striato, che talvolta diventa color rosso sangue; foglie inferiori grandi, larghe o piane, dalla base cordiforme; quelle di mezzo ottuse, alterne quasi opposte a quelle superiori lanceolate; infiorescenza senza foglie a partire dal centro e disposta su un lungo peduncolo che porta un pseudo verticillo molto fiorifero. Fioritura da giugno ad agosto.
Originaria dell’Europa centrale e dell’Asia sud – ovest, predilige suoli limosi e argillosi umiferi ricchi di elementi nutritivi e soprattutto molto ammoniacali. Indicatrice di suoli limosi argillosi e ricchi di elementi nutritivi. Cresce in vegetazioni ruderali lungo strade e fossi, in discariche, insediamenti rurali, coltivi, prati da sfalcio concimati, su suoli limoso-argillosi freschi, umiferi, neutri, ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana superiore.
È infestante e difficile da estirpare, perché la sua radice a fittone può arrivare anche ai 5 m di profondità. Periodo di fioritura: giugno-settembre.
Il nome generico deriva dal latino “rumex” (asta, lancia, freccia), per la forma delle foglie di alcune specie; l’epiteto specifico obtusifolius proviene da obtusus arrotondato, smussato e da folium foglia: con le foglie ad apice arrotondato.
Il Rumex obtusifolius è una pianta che, soprattutto un tempo, veniva utilizzata sia a scopo alimentare che medicinale.
Può essere utilizzato come pianta commestibile, le foglie fresche in insalata, mentre quelle lessate hanno un sapore un po’ “sciatto”, ma sono per lo più utilizzate come foraggio da maiali. Tuttavia è leggermente tossica, talvolta anche per il bestiame, e la sua linfa può causare lievi dermatiti. Nel passato le grandi foglie venivano anche utilizzate per avvolgere e conservare il burro.
Le foglie giovani possono essere consumate sia cotte che crude. Hanno un sapore amaro, specie se si utilizzano le foglie più vecchie. Le foglie vengono solitamente cotte in almeno un cambio d’acqua per ridurre il sapore amaro.
Le foglie della pianta possono essere usate come insalata, per preparare un brodo vegetale o per essere cucinate come gli spinaci.
Contengono acido ossalico che può essere pericoloso se consumato in grandi quantità poiché l’acido ossalico può bloccare altri nutrienti negli alimenti, in particolare il calcio, causando così carenze minerali. Il contenuto di acido ossalico viene ridotto se la pianta è cotta. Le persone con tendenza a reumatismi, artrite, gotta, calcoli renali o iperacidità dovrebbero prestare particolare attenzione se includono questa pianta nella loro dieta poiché può aggravare la loro condizione.
Si possono mangiare anche i giovani gambi cotti.
Il seme può essere consumato, sia crudo che cotto e può anche essere macinato in polvere e usato per fare una pappa o aggiunto a farine di cereali per fare il pane, ecc.
Tuttavia essendo molto piccolo è complicato da raccogliere.
I semi essiccati sono usati come spezia. In Romania, le foglie sono talvolta utilizzate come alternativa ad altre piante nella realizzazione del sarmale (una specialità tipica: involtini di cavolo farciti con un composto di carne trita, riso, uovo e semolino).
In Irlanda e nel Regno Unito, la pianta cresce spesso vicino a ortiche ed è opinione diffusa che la parte inferiore della foglia, spremuta per estrarne un po’ di succo, possa essere strofinata sulla pelle per contrastare il prurito causato dall’ortica. Questo rimedio casalingo, tuttavia, non è supportato da alcuna prova scientifica.
E’ usato in medicina popolare per le sue proprietà benefiche, soprattutto depurative, lassative, antianemiche e astringenti; il decotto delle radici è usato per la stipsi e malattie della pelle, i semi per la diarrea, gli eczemi e di depurazione del sangue; le foglie vengono spesso applicate esternamente come rimedio rustico nel trattamento di vesciche, ustioni e scottature.
La radice contiene tannino ed è astringente e purificatrice del sangue; da essa si ricava un tè che è stato utilizzato nel trattamento di ittero, pertosse, foruncoli e sanguinamento.
Si prepara anche un infuso di radice che è stato usato come detersivo, soprattutto per i bambini, per curare le eruzioni cutanee.
Tra gli altri usi si ricorda che dalle radici di questa pianta si possono ottenere coloranti dal giallo al verde scuro al marrone e al grigio scuro che non hanno bisogno di un mordente.
Controindicazioni: dosi elevate e prolungate possono provocare infiammazioni gastrointestinali e renali. E’ controindicata in soggetti con patologie renali (pericolo calcolosi da ossalati di calcio), disturbi gastrici e patologie epatiche.