Persicaria selvaggia | Polygonum hydropiper L.
La pianta del pepe d’acqua è un’erbacea annua alta 30-60 cm, ha foglie alterne, a forma lanceolata e di colore verde schietto di sapore pepato; i fiori sono raccolti in spighe gracili, discontinue, arcuato pendenti. Perigonio semi erbaceo, con 4-5 lacinie subuguali, erette, punteggiate di ghiandole translucide, verdi, con margine bianco o roseo, di rado completamente roseo. Androceo di 6, raramente 8 stami, inseriti presso la base del perigonio; gineceo con ovario libero, uniloculare, uniovulato, con due stili saldati fra di loro sino a metà e stimmi a bottone. Frutto ad achenio, chiuso entro il perigonio persistente, trigono più o meno compresso, con pericarpo crostaceo, lucido; seme a tegumento membranoso.
Il pepe d’acqua è una pianta di origine giapponese appartenente alla famiglia delle Poligonacee; cresce in luoghi umidi e che può anche crescere in acqua poco profonda, per esempio sugli argini o in un laghetto da giardino. Tuttavia, non ha necessariamente bisogno di acqua stagnante e può essere coltivata anche in un terreno sabbioso o argilloso o in un normale terreno da giardino nell’orto.
Il nome Polygonum viene dal greco polus = più e gonu = ginocchio, allusione ai cauli molto nodosi. il nome specifico in greco significa ‘pepe d’acqua’, in riferimento al sapore fortemente acre di questa pianta.
La piantina è aromatica e molto piccante. Le foglie possono essere usate al posto del pepe o come condimento stimolante e piccante anche per preparare salse.
L’azione emostatica della Persicaria era nota agli antichi medici i quali, in aderenza alla paracelsiana teoria della signatura, l’avevano desunta dalla presenza di alcune macchie rosso-brune sulle sue foglie. L’osservazione empirica è stata tuttavia confermata dalla sperimentazione clinica, per cui la Persicaria viene utilizzata nella terapia delle ematemesi, delle emottisi, delle meno e metrorragie, delle emorragie emorraidarie e di quelle conseguenti ad aborto o a raschiamento dell’utero.
Principi attivi: tannini catechici (fino all’8%), olio essenziale, flavonoidi (rutina, iperina, quercitina), canferolo, persicarina, ramnazina, e sostanze tanniche, tracce di alcaloidi., sesquiterpeni drimanici come ac. poligonico, poligonone, poligodiale e warburganale (sesquiterpeni che attivano il recettore della capsaicina del peperoncino (TRPV1), di cui è però molto meno potente, e che sono responsabili della pungenza gustativa della pianta).
Il pepe d’acqua è una pianta che in erboristeria è considerata antiinfiammatoria, contraccettiva, carminativa, diaforetica, emmenagoga, astringente, omeopatica, stimolante, stomachica, diuretica, stiptica.
Questa pianta è usata principalmente nella cucina giapponese come ingrediente del sushi e della tempura e viene coltivata in tutta l’Asia per le sue foglie. Tuttavia, cresce selvatico anche in Europa centrale. Le foglie si usano fresche. Dopo averlo brevemente masticato, sviluppa una piccantezza pungente che ha un fascino particolare che non può essere paragonato al pepe o al peperoncino. Anche i semi essiccati possono essere usati come spezia ed hanno una piccantezza più intensa di quella delle foglie.