Sambuco | Sambucus nigra L.
Il sambuco comune (Sambucus nigra L. Fam. Adoxaceae) è una delle piante più diffuse nelle campagne. Nella nostra penisola si incontra praticamente ovunque, dal mare fino ai 1400-1500 m di quota. E’ un grosso arbusto a foglia caduca, più raramente un alberetto, che può raggiungere gli 8 m di altezza. Ha una forma tendenzialmente globosa, un po’ scomposta, con numerosi rami che partono da terra, dato che la specie ha una grande capacità pollonifera. Le foglie sono opposte, picciolate, composte e imparipennate lunghe 20-30 cm, di colore verde brillante, formate da 5-7 foglioline ovale-lanceolate, seghettate ai margini; se stropicciate, emanano un odore vagamente sgradevole, caratteristica questa, comune a tutte le parti verdi della pianta. I fiori si aprono a partire da fine aprile, fino a giugno, a seconda dell’altitudine e della latitudine. Sono molto numerosi e assai decorativi, riuniti in infiorescenze rotondeggianti e ombrelliformi del diametro di circa 20 cm, sorrette da un peduncolo, di colore inizialmente bianco crema, poi giallo chiaro e molto profumate. Ad esse fanno seguito i frutti, piccole bacche globose di pochi mm di diametro inizialmente verdi, poi rosse e infine nere e lucide, nella cui polpa, rosso sangue, sono immersi 2-5 piccoli semi ovali. Le bacche sono raccolte in mazzetti penduli che completano la maturazione in settembre-ottobre, persistenti a lungo sulla pianta, decorative e molto appetite dall’avifauna, che contribuisce in tal modo alla diffusione del seme in natura.
Predilige pertanto posizioni molto aperte e soleggiate, che colonizza con notevole rapidità, diventando talora infestante. Necessita tuttavia di terreni freschi, sempre adeguatamente riforniti di acqua, e ricchi di sostanza organica, non necessariamente profondi, dato che l’apparato radicale è piuttosto superficiale. Ha inoltre una grande valenza ecologica, sia per gli insetti (api in primis) che visitano moltissimo i fiori ricchi di nettare, che per l’avifauna; le sue bacche rappresentano infatti una importante fonte di alimentazione autunnale per numerosi uccelli, quali tordi, storni, pettirossi, capinere, merli, bottacci ecc. mentre i rami offrono un rifugio per costruire i nidi, contribuendo così indirettamente alla lotta biologica contro i parassiti delle colture, dato che molte specie sono predatori naturali di insetti dannosi.
Dai frutti ben maturi inoltre, che possono anche essere consumati freschi, si ricavano marmellate e sciroppi, con effetti debolmente lassativi.
Della pianta di sambuco si sfruttano principalmente i fiori e le foglie. Dal punto di vista nutrizionale, il vegetale è ricco di vitamine A, B1, B2, B3, B5, B6 e C, a cui si aggiungono flavonoidi, quali l’isoquercitrina, l’iperoside, l’astragalina, triterpeni, glicosidi e acidi organici, come l’acido clorogenico, l’acido caffeico, l’acido p-cumarico, e poi olio essenziale, steroli, mucillaggini, tannini, sali di potassio.
Le bacche di sambuco sono principalmente composte da acqua, ma al loro interno non mancano amminoacidi (come l’acido glutammico, acido aspartico, alanina, arginina, cistina, glicina, isoleucina, lisina, prolina, serina, tirosina, treonina, triptofano e valina), carboidrati, fibre e sali minerali come il potassio, il magnesio, lo zinco, il sodio e il calcio. Abbinate alla corteccia, le bacche di sambuco possono avere anche effetti diuretici utili per il benessere di reni e vescica, mentre in impacco aiutano a ridurre il gonfiore locale e a contenere gli eccessi di sebo. L’assunzione sotto forma di decotto o tisane si associa ad un immediato effetto lassativo. Inoltre il sambuco contiene grandi quantità di sambucina, dalle proprietà diaforetiche e antinfiammatorie.
Le bacche sono commestibili solo dopo cottura e vengono impiegate per gelatine e marmellate, delle quali non si deve abusare a causa delle proprietà lassative. Le bacche vengono utilizzate anche per minestre dolci, come la Fliederbeersuppe del nord della Germania.
Le bacche e il loro succo, fresco o fermentato, sono usati per produrre inchiostri che, a seconda della specie, delle condizioni della pianta e della ricetta, possono apparire blu, blu/nero, marrone, lilla, rosso.
I fiori sono commestibili e in alcune parti d’italia sono consumati all’interno di frittelle, oppure passati in pastella e fritti oppure in insalate e macedonie. Nei paesi nordici dai fiori posti in infusione con acqua e zucchero si ricava uno sciroppo noto come Holundersaft, che, consumato fresco, è un ottimo dissetante; dopo diluizione in acqua, produce una bevanda dissetante, molto usata in Tirolo e nei paesi nordici; essa si può anche fermentare, ottenendo una specie di spumante. Lo sciroppo entra anche nella preparazione di alcuni cocktail, come l’Hugo. Dai fiori distillati, insieme all’anice stellato, si produce la sambuca.
Dai fiori si ricava solitamente un infuso, noto per la sua capacità di aumentare la sudorazione corporea, così da favorire l’eliminazione delle tossine e la contenzione della temperatura durante gli stati febbrili. Uniti alle foglie, i petali in infusione vengono impiegati per la creazione di tisane contro i problemi delle vie respiratorie – come asma, tosse e raffreddori – anche perché i flavoni della pianta hanno un effetto vasodilatatore che sblocca tutte le occlusioni dovute dal muco in eccesso. Per questo, fiori e foglie possono essere adoperati anche per migliorare la circolazione sanguigna, soprattutto quella periferica, sia con l’assunzione orale che con impacchi localizzati per limitare la rottura dei capillari o per un rapido sollievo alle scottature. Sempre in impacco e sempre per le sue proprietà sulla circolazione, il sambuco è utile anche per lenire il dolore a gambe e articolazioni nelle donne, così come edemi da ritenzione. Negli uomini, invece, la tisana è largamente utilizzata per contenere i fastidi del mal di schiena.
Il sambuco presenta proprietà medicinali-erboristiche riscontrabili nei frutti e nei fiori. Estratti da corteccia, foglie, fiori, frutti e radici erano usati nel trattamento di bronchiti, tosse, infezioni del sistema respiratorio superiore e febbre.
Viene utilizzato in erboristeria per le sue proprietà diuretiche, diaforetiche, antinevralgiche, emollienti, lassative, antifibrillanti, emetiche, antireumatiche, depurative e leggermente antinfiammatorie, nonché per la secrezione bronchiale. È consigliato anche per raffreddore comune, infezione delle vie respiratorie, tosse, faringite, bronchite, rinite, stitichezza o stipsi, emorroidi, aritmia, infezione o infiammazione delle vie urogenitali, cistite, uretrite, calcolosi delle vie urinarie, edema da ritenzione, reumatismi, gotta (aiuta ad eliminare l’acido urico), problemi della pelle, dermatosi, eruzione cutanea, nevralgia, epilessia, necessità di depurare l’organismo. Tra gli organi principali sui quali ha effetto benefico vi sono cuore, reni, cavo orale, intestino, stomaco, apparato urinario, fegato e sistema immunitario.
Controindicazioni
A parte i frutti e i fiori, che hanno in genere effetti benefici, tutto il resto della pianta (foglie e semi compresi) è velenoso poiché contiene il glicoside sambunigrina. L’assunzione di sambuco può influire sull’attività dei farmaci immunosoppressori perché può aumentare l’attività del sistema immunitario, si consiglia quindi di rivolgersi al proprio medico curante per valutarne la compatibilità.
L’applicazione sulla pelle di foglie e fiori freschi può provocare violente irritazioni ed eritemi.