Prunella | Prunella vulgaris L.
La prunella (nome scientifico Prunella vulgaris L., 1753) (o brunella o morella) comune è una piccola pianta perenne appartenente alla famiglia delle Lamiaceae; è una specie a distribuzione originariamente eurasiatica oggi divenuta subcosmopolita, presente in tutte le regioni d’Italia. Cresce nei prati pingui e in vegetazioni disturbate di parchi, giardini e aiuole, su suoli limoso-argillosi freschi e umiferi, ricchi in composti azotati, subneutri, dal livello del mare a 2000 m circa.
Pianta erbacea perenne eretta alta da 5 a 20 cm con rizoma che presenta stoloni superficiali e radichette secondarie, fusto eretto, tetragono di colore violaceo-bluastro. foglie ovate a margine leggermente crenato di lunghezza 2-6 cm. le infiorescenze a spiga raccolgono fiori ermafroditi con corolla tubulare e labbro superiore pendulo, 4 stami e stimma bifido. il frutto è costituito da 4 acheni che si sviluppano sullo stesso fiore.
L’etimologia del nome generico è incerta: alcuni la fanno derivare da un’antica voce tedesca “Breune” o “Braune” (angina o tonsillite) altri da “bruno” per il colore bruniccio dei fiori quando l’infiorescenza appassisce; il nome specifico deriva dal latino “vúlgus” (volgo) e significa “comune, diffuso, frequente”. Periodo di fioritura: aprile-ottobre. Si raccoglie all’inizio dell’estate e viene utilizzata tutta la pianta.
Sostanze presenti: tannino, composti resinosi, sostanze amare, acido rosmarinico, acido oleanolico, acido betulinico, polisaccaridi vari.
La Prunella è conosciuta in fitoterapia per una sua specifica azione astringente cutanea che in passato ne ha determinato l’impiego per favorire la cicatrizzazione di ferite e ulcere cutanee; oggi è utilizzata soprattutto per detergere piccoli tagli ed escoriazioni in caso di mancanza temporanea di adatti disinfettanti, rallentando lo sviluppo di piccole emorragie.
Un’altra importante attività della Prunella consiste nel favorire la regressione delle infiammazioni e delle piccole ulcerazioni delle mucose buccali legate a disordini alimentari.
Nella medicina popolare veniva usata come collutorio e come vulneraria, per alleviare le irritazioni genitali, come febbrifugo, antidiarroico, antinfiammatorio, rinforzante del sistema immunitario.
In medicina popolare è usata come collutorio e come vulneraria, ma anche per curare pressione elevata, mal di testa e congiuntivite. Per uso esterno può servire come cicatrizzante per ferite non profonde. È da notare comunque che questa proprietà curativa deriva dal fatto che la corolla, vista di fianco, sembra un acuminato falcetto, e in ossequio alla ben nota “dottrina delle segnature” si credeva (verso il 1600-1700) che queste piante avessero il potere di curare le ferite di armi di forma similare.
In cucina, viene usata per insaporire la grappa (gusto amarognolo ma gradevole), mentre le foglie giovani si possono usare come insalata.
Nei giardini la si può trovare come pianta da bordure e come tappezzante. In definitiva oggi questo è l’uso più frequente per questa specie.
L’industria ricava da questa pianta dei coloranti.