Imperatoria | Peucedanum ostruthium (L.) Koch.
L’imperatoria (Peucedanum ostruthium (L.) W.D.J.Koch, 1824) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Apiaceae, originaria dell’Europa centrale e meridionale. Ha un grosso rizoma sotterraneo e un fusto, semplice o ramificato solo in alto, striato esternamente e cavo all’interno. Le foglie sono, per la maggior parte, divise in tre foglioline a loro volta intere o divise in due-tre lobi o in altre tre foglioline; le altre foglie sono più o meno intere o appena sinuate; le foglioline sono ovali-oblunghe, hanno il margine seghettato, la pagina superiore è verde e lucida, quella inferiore è verde chiara e ruvida lungo le nervature. Nelle foglie inferiori il picciolo è molto lungo, in quelle del fusto è sempre più piccolo e trasformato in una grossa guaina che abbraccia il fusto. I fiori, bianchi o rosati, sono riuniti in ombrelle composte da 20-40 ombrellette con una decina di fiori ciascuna; il calice manca, i cinque petali sono ovali con un lungo apice ripiegato verso il centro; gli stami sono inseriti alterni fra i petali. Il frutto è formato da due acheni ovali con una superficie piatta e l’altra convessa; la superficie esterna è percorsa in senso verticale da tre coste non molto sporgenti, mentre il margine ha una costa espansa fino a formare una larga ala liscia che circonda l’achenio, tranne ai due poli.
La pianta cresce nella regione montana e subalpina fino alla Toscana come limite meridionale; si trova nei luoghi erbosi umidi e nei boschi radi.
Il nome generico deriva forse dal fatto che il rizoma veniva considerato come il re delle piante medicinali; il nome specifico è di etimologia incerta: potrebbe essere una corruzione medievale di Astrantia, oppure derivare dal greco “strouteios” (di struzzo, di passero), per la forma dei petali (o delle foglie) vagamente piumosi come le penne degli uccelli.
La droga si prepara dal rizoma che si raccoglie in primavera o in autunno, si essicca al sole e si conserva in recipienti di vetro o porcellana.
Contiene i seguenti principi attivi: olio essenziale, terpeni, fellandrene, limonene, pinene, e eteri di acido isobutirrico, acido isovalerianico, acido formico, acido acetico e acido palmitico simile a quello dell’angelica con sapore amaro ed aromatico. Inoltre contiene molti lattoni come ossipeucedamina, ostrutina, ostrolo, ostruttolo, imperatonina, isoimperatorina. Infine sostanze tanniniche, mucillagginose, gomme, olio grasso.
Alla pianta vengono attribuite proprietà: amaricanti, antinfiammatorie, aperitive, aromatizzanti, digestive, espettoranti, sudorifere,
L’Imperatoria è una pianta molto diffusa che ha un impiego vasto e apprezzato nel settore liquoristico (vermouth, liquori d’erbe, aperitivi, digestivi, ecc.), come il Chartreuse e Benedictine.
Le proprietà dell’Imperatoria, tuttavia, non sono solo aromatizzanti e amaricanti, ma sono anche e soprattutto stimolanti delle funzioni gastriche: risvegliano l’appetito, facilitano la digestione, eliminano i gas intestinali, attenuano gli spasmi dell’apparato digerente. Essa è utile anche come sudorifero in caso di raffreddore e influenza e come espettorante in caso di affezioni bronchiali conseguenti a colpi di freddo.
La tradizione popolare suggerisce di masticare un pezzetto di rizoma per calmare mali di denti e di testa. Nel periodo natalizio la pianta viene bruciata per scacciare le energie negative. Si dice che portare con sé una parte di questa pianta migliori le prestazioni fisiche e mentali.
Curiosità: Conosciuta anche come “erba rena“, l’imperatoria vera è una pianta officinale nativa che cresce nelle regioni montane delle Alpi, dove è molto apprezzata e viene usata come rimedio per il trattamento di diversi disturbi. Già nel XII secolo Santa Ildegarda di Bingen raccomandava il consumo di un vino alla radice di imperatoria per il trattamento delle infezioni febbrili, per via del suo effetto antibatterico ed espettorante. L’erba può essere utilizzata anche per la preparazione di tè.
Gli abitanti delle regioni montane delle Alpi sostenevano che le ferite potessero essere guarite applicandovi sopra una foglia di imperatoria. Quando si raccoglie bisogna fare molta attenzione, perché come meccanismo di difesa la pianta produce furanocumarine, che possono irritare la pelle.