Cosa s’intende per “prodotto tipico”?
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Tra i dettami della Dieta Mediterranea c’è l’invito al consumo di “prodotti tipici locali”. Il patrimonio agro-alimentare italiano vanta in effetti una vasta gamma di prodotti e sapori strettamente legati al territorio di provenienza, con caratteristiche organolettiche uniche e spesso inimitabili, frutto di una particolare commistione di clima, tecniche, varietà e saperi.
Tuttavia, in un’epoca dominata dalla globalizzazione è molto importante avere ben chiaro cosa vada inteso per “prodotto tipico”, un termine spesso abusato, il cui significato va ben più al di là della semplice salvaguardia delle specificità dei caratteri distintivi di un prodotto e delle culture che l’hanno originato.
Definizione di “Tipicità”: termine che indica l’insieme di caratteristiche uniche di immagine, tradizione, tecnologia, cultura, che sono proprie di uno specifico territorio e che sono alla base delle tecniche di realizzazione di prodotti agricoli e gastronomici.
Un prodotto tipico è caratterizzato da un forte legame con l’area geografica in cui nasce ed ha caratteristiche qualitative specifiche, frutto di un insieme di fattori, tra i quali i processi artigianali di lavorazione tramandati da generazioni; si contrappone nettamente a un mercato che tende alla standardizzazione dei gusti, per assecondare invece una domanda basata sulla genuinità, sulla esclusività dei prodotti, su ciò che di unico può offrire una località, intercettando la forte attrazione verso tutto ciò che rinvia al passato e alla natura.
Lo stesso concetto di “tipico” non è di semplice definizione poiché fa riferimento a una pluralità di dimensioni che riguardano tanto il prodotto e le sue caratteristiche, quanto i sistemi di produzione come pure un determinato territorio. “Tipico” è ciò che ha radici, che affonda nel tempo e nella storia. I tre attributi associati al concetto di tipicità sono:
- territorio: il prodotto tipico è intrinsecamente legato a un territorio, che non indica solo un luogo fisico, ma un insieme di condizioni che comprendono numerose peculiarità materiali (fisiche e ambientali) e immateriali (la storia, i saperi, le esperienze e le tecniche di lavorazione);
- gusto: è un concetto complesso, difficile da definire che riguarda un carattere distintivo del prodotto in termini di sapori, profumi e implicazioni “culturali”. Il gusto, non è infatti un semplice fatto percettivo e neppure è riducibile solo a preferenze individuali; esso s’intreccia con una serie di emozioni di cui non siamo consapevoli e che affondano nelle esperienze remote: esistono infatti precise correlazioni tra le nostre preferenze e il contesto culturale in cui siamo cresciuti. I gusti sono parte della nostra identità, ci distinguono dagli altri, appartengono alla nostra sfera soggettiva, affondano nella nostra storia. Il gusto appare, inoltre, un riferimento cardine di prodotti con elevata qualità. Al gusto contribuisce anche la dimensione olfattiva; ma anche la consistenza e sensazioni come croccante, friabile, cremoso. Nel gusto s’intrecciano fattori soggettivi e fattori culturali. Ciò che appare frutto delle nostre intime preferenze è, in realtà, l’esito di un processo di valutazione che ingloba diversi aspetti: memoria, esperienza, conoscenze e aspettative;
- tradizione: è tradizione tutto ciò che affonda le radici nel passato; si assume che il prodotto tipico appartenga da tempi remoti a un territorio e continui a essere realizzato secondo saperi, metodi e pratiche che affondano le loro radici nella tradizione. Il cibo ha in effetti un valore culturale radicato in un contesto di pratiche, relazioni e significati sociali condivisi ma anche soggetto a una continua rielaborazione. Alla tradizione si associa la memoria, come ricostruzione del passato; tanto la memoria quanto la tradizione sono oggetto di un continuo processo di ricostruzione: da parte di un singolo e di una comunità. La tradizione può essere considerata come l’esito di un processo sedimentato nel tempo, che ha selezionato i prodotti e le pratiche alimentari socialmente accolti.
Un prodotto tipico, quindi, è “locale”, in quanto frutto del territorio da cui origina; è “peculiare”, cioè portatore di caratteri distintivi, è “tradizionale” in quanto frutto di una memoria tramandata che ha sedimentato un corpus di pratiche – di preparazione e di consumo – che rimandano a modi di lavorazione, ad abitudini, stili di vita, simboli e riti.
→→→ Può essere utile consultare l’articolo “Conoscere i marchi di qualità per prodotti agroalimentari”