Lamio bianco o falsa ortica bianca | Lamium album L.
Il lamio bianco noto anche come falsa ortica bianca (nome scientifico Lamium album L., 1753) è una piccola pianta erbacea annuale e perenne dai bianchi fiori labiati appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.
La pianta ha portamento eretto, rustica, resistente al gelo, spontanea, cresce rigogliosa in terreni ricchi, ben drenati, predilige un’esposizione al sole o a mezz’ombra; la si trova principalmente nei prati umidi, nei pascoli, nei luoghi erbosi e incolti, lungo le strade, sui depositi di detriti e di rifiuti.
L’Ortica bianca si sviluppa su un rizoma strisciante e sotterraneo, dal quale si originano numerosi fusti; questi ultimi, alti dai 20 ai 40 cm circa, sono eretti, di sezione quadrata, cavi, semplici o talvolta ramificati con la superficie pelosa. Le foglie, opposte a due a due, peduncolate o sessili, sono grandi, vellutate e grossolanamente dentate; le foglie inferiori sono di forma ovale con la base incavata e l’apice acuto, mentre quelle superiori appaiono di forma allungata e lungamente acuminate. I fiori, bianchi, compaiono dall’inizio della primavera fino all’estate; sono raggruppati in verticilli di 5-8 (a volte 10) all’ascella delle foglie e hanno il calice formato da cinque lunghi petali dentellati. Il frutto è costituito da quattro acheni posti al fondo del calice, triangolari, di colore bruno e con un’appendice carnosa. L’Ortica bianca si riproduce per semina in autunno o in primavera, o per divisione dei rizomi in autunno, oppure mediante talee dei getti non fioriferi in estate. Questa pianta si trova su tutta la penisola italiana (escluse le isole).
Il nome del genere deriva dal greco ”lamos” (= larga cavità) o da “laimos” (fauci) e richiama l’attenzione sulla forma del calice del fiore, mentre l’epiteto latino “album” ( = bianco, in lingua latina) fa riferimento alle parti apicali della pianta.
Secondo altri, il nome farebbe riferimento ad una regina libica ”Làmia”: le mamme greche, per far star buoni i loro bambini, descrivevano questa regina come un mostro capace di ingoiarli (come del resto fa il fiore di questa pianta quando un bombo entra nel tubo corollino in cerca del nettare).
L’Ortica bianca contiene principalmente eterosidi flavonici (chenferolo, isoquercetina); glucosidi, istamina, mucillaggini, olio essenziale, sali di potassio, saponosidi, vitamina C in piccole quantità, tannini, tiramina e sostanze sconosciute.
Parti usate: le foglie e i fiori (soprattutto la parte fiorita apicale) che sono raccolti da maggio ad agosto e sono utilizzati sotto forma di infusi.
L’Ortica bianca agisce come pianta medicinale esercitando varie azioni; in particolare le foglie acri e amare sono considerate (secondo la medicina popolare) vulnerarie (guarisce le ferite), antispasmodiche (attenua gli spasmi muscolari, e rilassa anche il sistema nervoso), depurative (facilita lo smaltimento delle impurità), espettoranti (favorisce l’espulsione delle secrezioni bronchiali), risolventi in generale, toniche (rafforza l’organismo in generale) e astringenti (limita la secrezione dei liquidi). Sembra che anche le radici abbiano delle proprietà positive nei confronti dei calcoli renali. Agisce come antinfiammatorio ed espettorante nelle affezioni delle vie respiratorie.
In cucina, in taluni casi, queste piante vengono utilizzate come ortaggio: se lessate hanno un sapore paragonabile agli spinaci. In Francia i giardinieri di Vitry (nei pressi della Senna) fanno una eccellente minestra a quanto sembra molto gradita. È utilizzata anche come pianta mielifera.
L’utilizzo di questa specie da parte dell’uomo è circoscritto principalmente al giardinaggio grazie anche alla sua vistosa fioritura, ma anche al fogliame variegato. Inoltre, se la pianta è sistemata in una zona riparata ma fresca, la fioritura viene mantenuta per lunga parte dell’anno in quanto i fiori si succedono quasi ininterrottamente fino in agosto inoltrato.