Agave | Àgave
L’agave (Àgave L.) è un genere di piante angiosperme monocotiledoni della famiglia delle Asparagaceae. originaria dell’America centrale.
Il nome del genere fu dato nel 1753 da Linneo (dal greco ἀγαυός, “illustre”, “nobile”). Da prima della denominazione di Linneo vi erano già dei nomi originari della specie: metl, di origine Nahuatl, mexcatl, maguey, ancora usato nel Messico centrale, nome che aveva origine presunta nelle Antille e successivamente importato sul continente dai conquistatori spagnoli, mezcal, attribuito dai nativi americani e dai conquistadores al liquore estratto dall’agave, ed ancora in uso nel Messico nord occidentale.
L’agave è riconoscibile per le grandi foglie a forma allungata, di color verde bluastro e dotate di margine seghettato (spine laterali); in alcune varietà (ad es. Agave americana var. marginata) sono presenti delle spesse strisce gialle nella parte centrale o laterale della foglia. Simile alle piante grasse per struttura, portamento cespuglioso “a rosetta” ed estetica differisce da queste per l’assenza di spine. L’agave è spesso utilizzata a scopo ornamentale per decorare parchi e giardini.
L’agave è una pianta succulenta perenne che appartiene alla famiglia delle Agavaceae. al genere agave di cui esistono più di 300 specie differenti; le più conosciute sono l’agave marmorata, l’agave aloe, l’agave gigante, l’agave vittoria e l’agave americana. Le dimensioni variano da 50 centimetri a più di un metro e mezzo di altezza; le foglie sono grandi, carnose e tozze, raggruppate in una rosetta basale e molto spesso appuntite con una spina all’apice e spine anche lungo il margine della foglia; i fiori sono a pannocchia e lo stelo del fiore può essere alto da 4 a 8 metri. È interessante sapere che la fioritura impiega molto tempo, infatti le piante devono diventare “adulte” e la maggior parte delle agavi prima di fare il primo fiore può metterci 8 anni, mentre alcune varietà più rare anche 40 anni. Per le agavi perenni la fioritura diventa un momento del proprio ciclo vegetativo, mentre le piante di agave monocarpiche, una volta avvenuta la fioritura, muoiono lasciando il proseguimento del proprio patrimonio genetico ai semi del frutto sviluppatosi dal fiore (chiamato fiore della morte).
Le agavi sono originarie della porzione meridionale del Nord America, delle isole caraibiche, e della parte settentrionale del Centro America, con una maggiore concentrazione nell’attuale Messico, anche se alcune specie si sono acclimatate nel bacino Mediterraneo. In Italia vegeta spontanea nel centro-sud, in luoghi sabbiosi, sulle dune costiere, in terreni incolti, lungo i bordi stradali. Si tratta di una pianta resistente, con poche esigenze, dunque la coltivazione dell’agave risulta semplice sia in giardino sia in vaso; ben curata, l’agave può vivere a lungo: nota anche come “century plant”, questa pianta è in grado di sopravvivere per diverse decine di anni. Le fibre – c.d. sisal – ricavate dalle foglie di numerose specie hanno costituito il maggiore motivo di diffusione delle agavi nel mondo; sono utilizzate per la fabbricazione di corde, reti, ceste, abiti, coperte, tappeti, borse, cappelli e altri oggetti di uso quotidiano. A tale scopo, molto utilizzate sono le foglie di agave fourcroydes o di agave sisalana.
L’agave è utilizzata come pianta medicinale sin dai tempi antichi soprattutto nella medicina tradizionale dell’antico Messico (gli atzechi la chiamavano anche “l’albero delle meraviglie”) e dell’America centro-settentrionale. Le sue proprietà sono essenzialmente legate alla ricchezza di principi attivi presenti nelle foglie o nel fiore; principalmente è utilizzata come purgante e lassativo nelle situazioni di stipsi e blocchi intestinali. Inoltre è utile come prevenzione all’osteoporosi e al diabete per la presenza di sostanze che regolano il trasporto dei sali minerali e degli zuccheri nel circolo sanguigno. Le proprietà dell’agave sono attribuite alla presenza di un fitocomplesso che include: inulina; pectine; ecogenina (una saponina); acidi organici. In particolare, l’inulina è un carboidrato capace di abbassare il colesterolo, di sostenere l’attività del sistema immunitario e, avendo un basso indice glicemico, di tenere sotto controllo il diabete. La presenza di sali minerali e oligoelementi fanno diventare l’agave un ricostituente di minerali essenziali e in particolare di ferro, di calcio e di magnesio. Inoltre i carboidrati contenuti nell’agave sono capaci di aumentare l’assorbimento del calcio ed è per questo che viene consigliata in caso di osteoporosi e per le donne oltre i 50 anni che sono più a rischio di questa patologia. Inoltre questi carboidrati e fibre sono dei validi probiotici che aiutano la flora intestinale permettendo così una migliore digestione e una riduzione della produzione di gas intestinali.
In passato l’agave era usata come alimento quotidiano, sottoforma di sciroppo dolcificante, ma anche per la preparazione di piatti tipici o come foraggio per gli animali. Si ricavavano e ancora oggi si producono bevande come il liquore di Henequen, una bevanda alcolica tradizionale messicana, l’aguamiel e il pulque, ottenute attraverso processi di fermentazione. Distillata, l’agave prende il nome di mescal (o mezcal) o tequila. L’uso che rimane ora più noto è quello sottoforma di succo d’agave che viene poi trasformato in sciroppo d’agave, un dolcificante naturale solubile molto appezzato per la facilità di sciogliersi anche in acqua fredda. Il succo di agave è di colore chiaro quasi trasparente, dolce e leggermente vischioso. Lo sciroppo d’agave sta avendo una sempre maggiore commercializzazione anche in Italia perché è facile da utilizzare ed è particolarmente adatto alla produzione dei dolci. Il suo uso è sicuramente da preferirsi allo zucchero bianco raffinato sia per il suo indice glicemico che per le sue proprietà, ma comunque bisogna controllarne l’assunzione essendo sempre un dolcificante molto ricco in fruttosio. Indicativamente 75 gr di sciroppo di agave dolcificano come 100 gr di zucchero. Purtroppo poi, l’estrazione e la grande richiesta di questo prodotto stanno rendendo lo sciroppo d’agave meno naturale e più commerciale abbassando così la qualità e le sue proprietà; leggere l’etichetta è la migliore garanzia per scegliere uno sciroppo di agave di alta qualità!
Controindicazioni dell’agave
L’interno delle foglie e la linfa fresca in alcune specie, soprattutto nell’agave americana, contiene sostanze che a contatto con la pelle possono causare dermatiti. Attenzione quando si compra il noto sciroppo d’agave e quale si sceglie: il valore più basso di fruttosio trovato in nettare di agave è del 55%, cifra tutt’altro che bassa, arrivando fino a più del 90%. Non tutto infatti è prodotto in modo naturale, dunque i benefici potrebbero venire meno, anche a causa dei processi termici impiegati nella lavorazione. Il limite di assunzione consigliato è comunque di circa 25 grammi al giorno, se non si consumano altri alimenti addizionati di zuccheri.
Differenza tra aloe e agave: l’aloe e l’agave hanno un aspetto simile, per cui è facile confonderle; esse, in realtà, sono decisamente molto diverse. Entrambe sono piante grasse o succulente, ma appartengono a famiglie diverse: l’agave, infatti, è un genere della famiglia delle Asparagaceae e si distingue in diverse specie; l’aloe, invece, è un genere della famiglia delle Asphodelaceae, anch’essa distinta in diverse specie, tra cui la famosissima aloe vera e l’aloe maculata. Le foglie delle due piante, pur assomigliandosi, sono molto diverse tra loro: una differenza fondamentale è data dall’interno delle foglie, che nel caso dell’aloe contengono gel, mentre quelle di agave hanno un contenuto fibroso. Inoltre le foglie di aloe possono essere chiare (come nel caso dell’aloe vera) o più scure, a volte con macchie (come nel caso dell’aloe maculata); le foglie di agave invece hanno un colore verde scuro ma, spesso, dei bordi color giallo chiaro. Inoltre, nella maggior parte dei casi, sono più lunghe ma meno spesse, dall’aspetto più piatto. Anche la curvatura è diversa: le foglie di agave tendono a crescere in verticale per poi ricadere verso il basso con una forma ad onda; quelle dell’aloe tendono ad essere più dritte. Un’altra differenza è la grandezza: l’agave può essere alta dai 15 cm ai 2,5 m., mentre l’aloe, di solito, non supera il metro d’altezza (ovviamente si tratta di misure che variano i base alla maturità delle piante e alle loro diverse specie e varietà. Di norma, però, l’agave tende a essere più grande e alta). Infine, l’agave fiorisce una sola volta nella sua vita, di solito, non prima dei 20 anni di maturità: il fiore cresce dal centro della pianta e si propaga verso l’alto. Si parla di fiore della morte, in quanto dopo la fioritura l’agave muore poiché ha speso tutte le sue energie proprio per fiorire. L’aloe, invece, può generare più di un solo fiore alla volta; questi crescono su lunghi steli che partono dalla parte centrale della pianta e hanno colori tendenti al rosso-arancio; anche l’aloe fiorisce solo quando ha raggiunto una piena maturità ma, a differenza dell’agave, non muore dopo la fioritura.