Vincetossico | Vincetoxicum hirundinaria Medicus
Il vincetossico (Vincetoxicum officinale), famiglia Asclepiadaceae, è una pianta erbacea biennale o perenne, alta fino a 1 metro; il fusto è eretto e lignificato alla base, le foglie dotate di breve picciolo sono opposte, lanceolate e acuminate e di colore verde scuro; i fiori sono piccoli, con il diametro di 8 mm e divisi in 5 lobi; il loro colore è bianco-crema e sono portati da cime corimbose che partono dall’ascella delle foglie. I frutti sono follicolicari fusiformi su peduncoli riflessi, con numerosi semi ovoidi, compressi, alati, brunastri, piumosi per peli bianchi.
Di origine euro-asiatico, in Italia è presente in tutte le regioni; vive nei luoghi ombrosi e nei boschi fino a 1000 metri di quota.
Il nome generico Vincetoxicum deriva dalle voci latine vincĕre e toxĭcum (= veleno) in quanto anticamente si pensava che queste piante fossero attive contro i veleni. Il nome specifico hirundinaria deriva da (h)ĭrundo, -ĭnis (= rondine) a causa della forma biforcuta della radice simile alla coda della rondine. È conosciuta volgarmente come: vincetossico (comune), asclepiade.
Costituenti principali sono: miscela di glicosidi, vincetossina, vincetossicosidi A e B, alcaloidi; nei semi è presente un principio cardiologicamente attivo.
La vincetossina ha azione simile a quella dell’aconitina e provoca abbondante salivazione, vomito, diarrea, dolori intestinali, crampi, paralisi.
È pianta assai tossica, un tempo ritenuta antidoto contro i morsi dei serpenti, era usata nella medicina popolare come antireumatico, diuretico, depurativo e sudorifero.
Gli antichi daci attribuivano a questa pianta la capacità magica di aprire qualsiasi porta chiusa.