Cuscuta Epithymum
La cuscuta del timo è una pianta parassita della famiglia delle Convolvulaceae; è presente in tutte le regioni d’Italia. E’ priva di clorofilla. Vive come parassita di altre piante attaccando diverse specie, tra cui Ericaceae, Lamiaceae e Leguminose, da cui succhia il nutrimento attraverso appositi organi austori. Cresce dal livello del mare alla fascia montana inferiore fino a 1500 m preferendo i campi coltivati a leguminose, lungo strade e luoghi erbosi. Periodo di fioritura: luglio-ottobre.
La Cuscuta in antichità, per il suo aspetto, veniva accostata alle streghe e alla magia nera, tanto che in alcune zone d’Italia era soprannominata “capelli di strega”. Il suo nome generico deriva dalla parola araba “Kushuth” col significato di “accumulare-ammucchiare” per descrivere il suo aspetto arruffato. L’attributo specifico invece, derivante dal greco, significa “sul timo”, alludendo a una delle possibili piante ospitanti o alla sua rassomiglianza con questa pianta. Il nome volgare, “pittimo”, designa una donna particolarmente asfissiante (“pittima”).
I fusti di questa pianta, sottili ed elastici, di colore rossastro-giallastro, formano un denso intrico che si avviluppa sulla pianta ospite stringendola in una morsa spesso mortale. Foglie ridotte a squame poco o per niente evidenti. I fiori hanno un corto peduncolo e sono inseriti in densi glomeruli subrotondi; il calice è più o meno carnoso, ha forma campanulata ed è diviso fino a metà in cinque lobi largamente ovali e acuminati all’apice; la corolla, lunga poco più del calice, è bianco-rosata e terminata da cinque lobi triangolari-acuti rivolti esternamente. Durante la fioritura, la Cuscuta, può nascondere completamente il cespuglio ospite, sotto la massa dei fusti filiformi che formano un groviglio rosato alto da 10 a 40 cm, tanto che può essere scambiato per timo selvatico. Il frutto non è molto differente dal fiore, se non che i petali sono completamente appassiti. Il seme, germinando, produce un germoglio che subito si attacca alla pianta più vicina e vi si aggrappa con degli austori (ventose), che sono dei succhiatoi che penetrano nel fusto della pianta ospite e vanno a inserirsi nella zona dove circola la linfa. A quel punto la radice muore e il nutrimento viene dalla pianta ospitante.
Componenti principali sono: tannino, resina, gomma, un glicoside amaro (cuscutina), un composto flavonico.
Ha azione colagoga, carminativa e blandamente lassativa. Trova utile impiego, sola od associata ad altre droghe come lassativo e carminativo nell’atonia intestinale e come colagogo nell’insufficienza epatica.