Cisto rosso | Cistus creticus
Il Cistus creticus subsp. eriocephalus (Cisto rosso) è una tipica pianta mediterranea ed è presente nella maggior parte delle regioni italiane.
Il genere Cistus creticus comprende circa venti specie di arbusti di media grandezza, sempreverdi. Hanno portamen-to eretto e forma tondeggiante, molto ramificata e disordinata, possono raggiungere i 90-100 cm di altezza. Le foglie del cisto sono ovali, cuoiose, di colore verde brillante, generalmente ricoperte da una sottile e spessa peluria. Da aprile a giugno producono numerosi fiori di colore rosa o bianco puro, talvolta maculati; ogni singolo fiore appassisce in una giornata, ma la pianta ne produce a profusione. I fiori in estate lasciano il posto ai frutti: piccole capsule semilegnose che contengono numerosissimi semi fertili; a causa della grande produzione di semi la pianta può divenire invadente.
Il Cisto rosso, conosciuto anche come Rosola o Cisto di Creta, ha una sorprendente capacità di reazione dopo la distruzione operata dal passaggio del fuoco; infatti le piante adulte danneggiate dal fuoco non possono rigenerarsi ma i loro semi, presenti in grandi quantità sul terreno, vengono stimolati dalle alte temperature le quali rompono il duro tegumento seminale agevolandone l’assorbimento dell’acqua così da favorire indirettamente la germinazione e colonizzare vaste aree colpite da incendi.
Il nome generico, dal greco “kìsthos” (capsula, cesta), proviene dal greco κίστη kíste scatoletta (in Dioscoride): descrive la caratteristica del frutto maturo, una capsula che aprendosi di scatto espelle i semi. L’epiteto specifico creticus viene dall’antico greco Κρήτη Krētē Creta: quindi originario dell’isola di Creta.
Nella medicina popolare è apprezzato l’infuso delle foglie nei casi di diarrea, ulcera peptica, problematiche della pelle, come antibatterico, antinfiammatorio e antispasmodico proprietà attribuita all’elevata percentuale di polifenoli altamente polimerici presenti nell’estratto acquoso ed anche alla loro particolare composizione (acido gallico, acido protocatechico, catechine, epigallocatechine, kaemferolo, mirecetina, quercetina, proantocianidine, procianidine, rutina) che ne conferisce una notevole attività gastroprotettiva.
Un prodotto molto prezioso che si ricava dalle parti aeree del Cisto, è il ladano (labdanum), una resina gommosa usata fin dai tempi antichi come incenso e come ingrediente di profumi, oltre per aromatizzare certi vini. Da questo si ottiene l’olio essenziale che ha un colore ambrato e un odore intenso e forte che ricorda il bosco. L’olio essenziale ha forti proprietà antisettiche e antivirali (combatte le infiammazioni e le infezioni), depurative e tonificanti oltre che astringente e cicatrizzanti (usato per fermare le emorragie nasali).
In cosmesi viene impiegato come trattamento antiage e nutriente (rughe, smagliature e cicatrici).
Diffuso nell’ambiente, si dice sia un “olio che scalda il cuore” e “libera le emozioni”; infatti viene usato per sciogliere le “ferite dello spirito” donando calore e facendo sentire protetti col suo aroma intenso.