Passiflora incarnata
La passiflora (Passiflora incarnata) è una pianta ornamentale rampicante appartenente alla famiglia delle Passifloracee; è originaria delle zone tropicali e subtropicali del centro e del sud America; alcune specie provengono del nord America ed altre dall’Asia e dall’Australia; oggi è coltivata anche nelle nostre regioni e in molti paesi a clima temperato-caldo.
Si tratta di una pianta perenne rampicante che può raggiungere anche 80 dm di altezza, con rizoma strisciante, dal quale nascono numerosi fusti che conferiscono alla pianta un aspetto cespuglioso. I rami sono lunghi e presentano numerosi viticci utili per l’ancoraggio a vari sostegni. Durante l’inverno la parte epigea secca scompare completamente ricomparendo in primavera. Le foglie sono alterne lungamente picciolate, profondamente divise in tre lobi ovali acuti, finemente dentati con dei cirri spesso presenti all’ascella. I fiori sono solitari, grandi, e lungamente peduncolati con calice a cinque sepali verdastri esternamente e bianchi o violacei internamente, con corolla formata da cinque petali bianchi e corona di numerosi filamenti violacei; al centro del fiore spiccano i cinque grandi stami con antere di colore arancio.
Il frutto è una bacca ovoidale di colore verde con pericarpo sottile e polpa spugnosa contenente numerosi semi neri e rugosi sulla superficie e muniti di un arillo biancastro. I fiori hanno antesi scalare e frequentemente si possono trovare sulle stesse piante frutti e fiori. e compaiono fra luglio e settembre. La passiflora cresce bene nei terreni ben esposti e freschi, ricchi di humus e ben concimati.; occorre assolutamente evitare i ristagni idrici, soprattutto nei mesi invernali, i terreni troppo freddi e le esposizioni a nord.
Il nome di Passiflora, deriva dal latino “passio” che sta per “passione” e “flos” che significa “fiore”, nome che gli fu attribuito da alcuni missionari Gesuiti nel 1610 in quanto vedevano in alcune parti della pianta la rappresentazione della Passione di Cristo: il cerchio con i filamenti fiorali richiama la corona di spine di Gesù, i 3 stili rappresentano i chiodi utilizzati per la crocifissione, gli stami il martello, mentre i viticci le fruste che flagellarono Gesù e le foglie la lancia. Da qui deriva infatti il nome di uso comune Fiore della passione di Cristo.
Le foglie e le parti aeree della passiflora contengono alcaloidi armano (passiflorina), armina, armolo base-A e base-B; flavonoidi, glucoside, sostanze amare, maltolo, fitosteroli, acidi fenoli, cumarine, eterosidi cianogenici, tracce di olio essenziale. I flavonoidi in essa contenuti svolgono un’azione sul sistema nervoso centrale (sarebbero in grado di legarsi ai recettori delle benzodiazepine situati nel cervello), soprattutto a livello della zona adibita al controllo dei movimenti e dei centri del sonno.
La pianta ha proprietà aromatizzanti (i frutti) e sedative, sonnifere, antinevralgiche, narcotiche, analgesiche, tranquillanti (i tralci fioriti); viene utilizzata sotto forma di infuso, tintura, estratto fluido. Non a caso, nel corso della Prima Guerra Mondiale la Passiflora veniva utilizzata come sedativo nervoso per l’ansia e l’angoscia date dalla guerra. Alle adeguate dosi, infatti, questa pianta induce un sonno ristoratore, senza risvegli notturni, e un risveglio privo di stordimento. E’ efficace in caso di stress, ansia e senso di angoscia; nelle forme di nevrosi isterica, fobica, ossessiva e post traumatica; nei disturbi della menopausa, come nervosismo, irritabilità, depressione, tachicardia, dispnea, vampate di calore, ed è preventiva per gli attacchi di cuore. Altri impieghi riguardano il trattamento di nevralgia, convulsioni generalizzate, isteria, asma spasmodico, ADHD, palpitazioni, ipertensione, emorroidi e menopausa.
Gli alcaloidi armanici inoltre hanno un’azione antispasmodica, in quanto rilassano il tessuto muscolare liscio dell’utero, dell’apparato gastrointestinale e bronchiale. L’assunzione della passiflora è quindi indicata in caso di dolori mestruali, in caso di crampi causati dalla sindrome dell’intestino irritabile di origine nervosa, tosse, e in tutte le forme dolorifiche caratterizzate da spasmi.
Contenendo derivati cumarinici, a dosi elevate la passiflora può incrementare il rischio emorragico in pazienti trattati col warfarin.
Per le sue proprietà sedative, la passiflora può potenziare l’effetto farmacologico degli ansiolitici.