Partenio | Tanacetum parthenium
Il Partenio (Chrysanthemum parthenium Bernh.) è una pianta officinale perenne appartenente alla famiglia delle Compositae, usata già nell’antichità; condivide diverse caratteristiche con il crisantemo tra cui quelle morfologiche; si trova comunemente nei giardini e lungo i bordi delle strade. Molto simile ai fiori di camomilla, il partenio detto anche Ameraggiola, è diffuso nell’Europa del nord ed in Asia; si trova anche nei boschi italiani dove cresce spontaneamente. La pianta ha un fusto eretto e pubescente e può raggiungere anche i 70 centimetri di altezza. Le foglie sono dotate di picciolo ed i fiori sono molto piccoli e simili a minuscole margheritine. Le foglie ed i fiori, sono le parti più usate.
Il nome generico sembra derivare dal latino medievale “tanazita”, a sua volta derivato dal greco “athanasia” (immortalità); il nome specifico è quello di una pianta in grado di curare le ferite citata da Ippocrate.
Il partenio è stato tradizionalmente utilizzato come rimedio erboristico soprattutto per lenire i forti dolori mestruali e per il trattamento di patologie infiammatorie, psoriasi, mal di denti, punture d’insetto, reumatismi, asma e mal di stomaco. Durante le ultime decadi è stato osservato un crescente utilizzo per la profilassi dell’emicrania. Tali effetti sono da ascrivere ai partenolidi, lattoni sesquiterpenici presenti negli estratti della pianta.
Teoricamente il partenio può favorire gli effetti farmacologici di farmaci antiaggreganti piastrinici, anticoagulanti ed antitrombotici attraverso l’inibizione dell’aggregazione piastrinica o mediante un effetto antitrombotico. Il partenio inoltre, inibisce la sintesi di alcune sostanze rilasciate dalle piastrine (acido arachidonico e serotonina). In tal senso, anche se interazioni farmacologiche non sono state finora osservate, l’uso del partenio dovrebbe essere evitato in pazienti sottoposti alla somministrazione di tali farmaci. L’estratto idroalcolico delle sue parti aeree fiorite viene tradizionalmente impiegato nella prevenzione e nel trattamento sintomatico delle crisi di emicrania, dove la pianta aiuta a ridurre l’intensità, la frequenza e la durata degli attacchi di emicrania (il fitocomplesso del Partenio costituito da lattoni sesquiterpenici sembrerebbe in grado di inibire la secrezione di serotonina).
Per la stessa ragione, dovrebbe essere evitato l’uso del partenio in associazione ad altre erbe dotate di proprietà antiaggreganti piastriniche come salvia miltiorrhiza, angelica, aglio, ginger, ginkgo biloba, ginseng, tè verde ed ippocastano.
Il partenio non dovrebbe essere somministrato alle donne in gravidanza o allattamento, nonché nei pazienti in trattamento con farmaci antiemicranici (per esempio alacolidi dell’ergot) a causa del simile meccanismo d’azione (inibizione del rilascio di serotonina da parte delle piastrine, riduzione della sintesi di prostaglandine). Inoltre, dal momento che il partenio inibisce la sintesi di prostaglandine, è sconsigliabile associare gli estratti della pianta ai FANS onde evitare un possibile incremento del rischio di disturbi a carico dello stomaco.
Generalmente il Tanacetum parthenium è una pianta ben tollerata. In soggetti sensibili può raramente causare lievi effetti gastrointestinali come bruciore di stomaco, nausea, diarrea, costipazione o dolore addominale. Evitare la somministrazione nei soggetti con allergia alle Asteraceae ed in caso di gastrite o ulcera. Se ne sconsiglia l’impiego per terapie prolungate. Utilizzare con cautela nei soggetti sottoposti a terapia anticoagulante e negli individui con una storia pregressa di emorragie. Non associare a farmaci antiemicranici a causa del simile meccanismo d’azione (inibizione del rilascio di serotonina da parte delle piastrine o riduzione della sintesi di prostaglandine). Per la mancanza di dati è controindicato in gravidanza, allattamento ed in età pediatrica.