Erica | Calluna vulgaris
Il brugo è una pianta spontanea appartenente alla famiglia delle Ericacee e al genere Calluna, di cui è l’unica specie. Si tratta di una suffruticosa, spesso erbacea e perenne, che cresce poche decine di centimetri anche in larghezza e in altezza, è una aghifoglia e sempreverde. Talvolta è erroneamente chiamato con il nome di erica selvatica o erica.
Questa pianta deve il nome (dal greco, kallýno, che significa pulire) al suo tradizionale utilizzo per la realizzazione di scope e ramazze, si distingue per il bel fogliame e massimamente per la sua fioritura, dalle tinte rosacee e violette. Durante il Medioevo veniva usata, invece, per la sua proprietà di “rompere i sassi della vescica”.
E’ una pianta ornamentale di facile coltivazione sia in vaso che in piena terra a scopo paesaggistico. La pianta, a portamento cespuglioso, presenta un fusto legnoso molto ramificato, glabro e prostrato, una chioma molto ricca formata da folti rami ascendenti, alti circa 30 cm, ricoperti da numerose piccole foglie, persistenti, aghiformi, disposte su 4 linee lungo i rami. I fiori, infiorescenze a forma di spiga, hanno la forma di piccole campane il cui colore va dal bianco al rosa, dal giallo al viola nelle varietà ibride.
In Italia è comune nelle zone centrosettentrionali, raro nell’Appennino centrale, assente al sud e isole. In particolare è comune nel paesaggio delle brughiere ai piedi delle Prealpi lombarde, o nella zona delle baragge vercellesi. Verso Viareggio scende fin quasi al mare. Cresce in terreni acidi ben drenati, in pieno sole o parzialmente in ombra, nei boschi di conifere e torbiere. È una componente comune dell’habitat delle lande, delle brughiere e dei cespuglieti in genere.
Dal brugo, che è una pianta mellifera ed è bottinata dalle api, si produce un miele monoflora molto scuro nelle zone dove la pianta è largamente diffusa, che sono piuttosto limitate in Italia (alpi piemontesi) ma più estese in Europa settentrionale, America settentrionale e Nuova Zelanda. Il miele prodotto dal brugo è tissotropico: ossia normalmente si presenta sotto forma di gel, ma se sottoposto ad agitazione si fluidifica; torna gelatinoso se lasciato a riposo. ha una umidità elevata rispetto ad altri mieli.
L’industria dalla pianta ricava tannini e coloranti. Inoltre l’artigianato utilizza i fusti legnosi e flessibili per la preparazione di scope.
Costituisce un prezioso alimento per gli animali che vivono ad elevate altitudini (caprioli, cerci, pecore) quando la neve ricopre le piante più basse.
Sostanze presenti nella pianta: glucoside arbutina, tannini, acido fumarico, varie sostanze amare, idrochinone arbutasi, leucodelfidina, ericina, eucaliptolo.
Alla pianta vengono attribuite proprietà: astringenti, vasocostrittrici, diuretiche, antisettiche delle vie urinarie, diaforetiche, antinfiammatorie, antireumatiche.
Le principali indicazioni terapeutiche dell’erica riguardano il trattamento di infiammazioni delle vie urinarie, cistiti, uretriti e litiasi uratica. L’utilizzo dell’erica risulta utile per eliminare urea, acido urico e tossine dall’organismo, grazie sia alla sua azione diuretica che ai tannini che contiene. Per questo motivo l’erica è usata contro la ritenzione idrica o per pazienti affetti da obesità, che hanno una necessità maggiore di eliminare le sostanze tossiche. Inoltre, la pianta di erica ha anche proprietà leggermente sedative, dovute alla presenza dei flavonoidi, utili contro l’insonnia.
Il brugo, nella medicina popolare, viene usato (tramite decotti) nei disturbi alle vie urinarie (cisti e leucorree) in quanto facilita la secrezione urinaria. Ma è usato anche in casi di infiammazioni intestinali (i tannini hanno un buon potere astringente). Dosi elevate tuttavia possono causare irritazione intestinale.
Esternamente viene usato, sotto forma di lavaggi, per attenuare le infezioni dell’apparato boccale.