Malva | Malva Sylvestris
La malva selvatica (Malva sylvestris L., 1753) è una pianta appartenente alla famiglia delle Malvaceae. Il nome generico deriva dal greco “malàkhe” (molle, emolliente) in relazione alle proprietà emollienti dei frutti non maturi, delle foglie e dei germogli; il nome specifico, dal latino “sylva” (selva), allude all’habitat boschivo.
E’ una pianta “gentile” e nel linguaggio dei fiori il suo nome significa “pacatezza“. In epoca medievale si riteneva che il consumo di questa pianta favorisse una condotta controllata, fu così utilizzata come rimedio per tutti i mali rinominandola infatti omnimorbia; Orazio invece racconta che i romani consumavano largamente come alimento la malva, le cui virtù curative erano già note. Il grande imperatore Carlo Magno, infine, essendo un grande appassionato di piante alimentari e curative, pretese che ci fosse una coltivazione di malva nei suoi giardini personali.
È una pianta erbacea annuale, biennale o perenne. Presenta un fusto eretto o prostrato che può crescere dai 60 agli 80 cm. Le foglie di forma palminervia dai 5 ai 7 lobi e margine seghettato irregolarmente. I fiori sono riuniti all’ascella delle foglie, e spuntano da aprile a ottobre, di colore rosaceo con striature scure, con petali bilobati. Il frutto è un poliachenio circolare.
Pianta originaria dell’Europa e Asia temperata, è presente in tutte le regioni d’Italia. Cresce in siti ruderali lungo vie e muri, in discariche, aiuole, giardini ed orti, su suoli da sabbiosi a limoso-argillosi, spesso subaridi d’estate, ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana. Periodo di fioritura: maggio-settembre.
Della pianta si utilizzano foglie, fiori e in alcuni casi la radice, il periodo di raccolta va da aprile ad ottobre; i fiori vanno raccolti appena schiusi e fatti asciugare all’ombra in ambiente ventilato.
Le foglie hanno un lungo picciolo, sono palmate, con lamina fogliare a contorno circolare, di forma pentagonale. Si raccolgono prima che la pianta abbia formato i fusti semilegnosi, si possono disidratare anche esponendole direttamente al sole per qualche giorno.
I fiori si trovano all’ascella delle foglie, solitamente raggruppati in piccoli fasci da 2 a 6, più raramente solitari. Sono di colore roseo-lilla, con particolari venature longitudinali color porpora. La fioritura avviene nel periodo compreso tra maggio e settembre ed essendo una pianta mellifera è un’ottima riserva di nettare per le api.
La malva sylvestris è una pianta molto utilizzata in erboristeria. I suoi costituenti principali sono: un alto contenuto di mucillagini, flavonidi, composti antociani, vitamine B1e B2, vitamina A e C, beta-carotene, sali minerali quali potassio, glucosio, ossalato di calcio, resine, pectine, proteine. I fiori contengono anche olio essenziale e il glucoside malvina.
Tali elementi, abbinati tra loro, le conferiscono proprietà emollienti, lenitive, calmanti, antinfiammatorie, espettoranti e leggermente lassative. Un vecchio detto afferma: “un orto e la Malva danno sufficienti medicine per la casa”.
Attraverso infusi e decotti si possono sfruttare le proprietà antinfiammatorie ed emollienti per alleviare, con uso interno, le infezioni del cavo orale e intestinale, come bronchiti, tosse, infezioni alla gola, catarro, asma e gastrite.
Per uso esterno, invece, si può utilizzare la malva come colluttorio. E’ efficace per gli stati infiammatori delle mucose, della bocca, della gola, per il mal di denti e per le gengive sanguinanti. In questo caso, oltre all’infuso da utilizzare come colluttorio, si possono applicare direttamente le foglie e i fiori sulla parte dolorante, dopo averli schiacciati in un piccolo mortaio.
In Cucina si usano i germogli, i fiori freschi o le foglioline. Diffuso l’uso alimentare delle foglie di questa pianta, crude in insalata o cotte nei misti di verdure, nelle minestre e nelle zuppe. Trovano anche impiego nella preparazione del ripieno dei ravioli, spesso vengono aggiunte ed utilizzate nell’impasto delle polpette. Utilizzata come verdura può regolare le funzioni intestinali grazie alle mucillagini che si gonfiano e premono delicatamente sulle pareti dell’intestino, stimolandone la contrazione e quindi agevolandone lo svuotamento. Contro la stitichezza abituale la malva è insuperabile se la si mangia lessata in poca acqua e condita con olio.
Le foglie si possono consumare come un’ottima verdura cotta, da unire a frittate, risotti e minestre (in questo caso vanno liberate dalla costolatura e finemente tritate). Una volta cotte, le foglie possono anche essere conservate nel congelatore, mentre i fiori vanno consumati freschi e colti al momento.
In erboristeria se ne commerciano sia le foglie che i fiori e viene utilizzata prevalentemente per le proprietà antiinfiammatorie ed emollienti, sia per uso esterno che per uso interno. L’azione emolliente e lenitiva degli impacchi di malva è utile anche in caso di pruriti e pelle arrossata. Ad esempio, se fate una passeggiata in montagna e venite in contatto con l’ortica cercate la malva e sfregate le foglie sulla parte della pelle colpita, noterete subito un rapido sollievo.
I decotti di fiori e foglie di malva, da aggiungere all’acqua, sono efficaci per bagni emollienti e idratanti.