Uva spina | Ribes uva-crispa
Ribes uva-crispa (L., 1753), comunemente nota come uva spina, è una pianta appartenente alla famiglia delle Grossulariaceae, originaria di Europa e Medio Oriente. Le sue bacche, commestibili, sono considerate frutti di bosco ovvero piccoli frutti.
Un altro sinonimo scientifico di questa specie è quello di Ribes grossularia. L’uva spina dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, al Regno Plantae, alla Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Rosales, Famiglia Grossulariaceae e quindi al Genere Ribes ed alla Specie Ribes uva-crispa.
Il nome del genere di questa pianta deriva dal latino medioevale “ribes”, che a sua volta risale all’arabo “ribas”, che è il nome di una pianta acidula menzionata dai medici arabi. Tale termine manca nella letteratura greco-romana e appare per la prima volta verso 1290 negli scritti di Simon Januensis, lessicografo e medico italiano. Il termine specifico deriva dal latino “uva” e “crispus, -a, -um”, increspato, ricciuto, in riferimento alle caratteristiche dei frutti che sono irti e ghiandolosi.
L’uva spina è una pianta eurasiatica con un largo areale di diffusione; è diffusa dall’Europa al Giappone. In Italia è comune sulle Alpi e sull’Appennino centro-settentrionale, fino al Molise. Cresce prevalentemente nei boschi e nelle radure di montagna, dai 100 ai 1600 m di quota.
Si tratta di un piccolo arbusto spinoso, latifoglia e caducifoglia. I rami di questa pianta sono alquanto intricati. La pianta può avere dimensioni tra i 50 ed i 200 cm di altezza. La sua forma biologica è quella di una nano-fanerofita; infatti è una pianta legnosa con gemme perennanti poste tra 20 cm e 2 m dal suolo. Le foglie sono lobate, senza stipole, di pelosità variabile. I fiori sono solitari o con un racemo di 2-3 fiori e con un breve peduncolo. Il calice è formato da cinque sepali giallo-verdi, gialli o porporini, di 5–7 mm. La corolla è formata da cinque petali minori dei sepali, alternati ad essi. Il fiore ha 5 stami epipetali (disposti in corrispondenza dei petali). L’ovario è infero, con uno stilo bifido. La fioritura dell’uva spina avviene in aprile e la fruttificazione si ha ad agosto. I fiori, inseriti singolarmente oppure a gruppi di 2-3, sono generalmente autofertili. Il frutto è una bacca con numerosi semi, con dimensioni, colori e pelosità variabile; di norma il diametro può variare di specie in specie da 10 a 25 mm e i colori dal verde chiaro e acido al violetto, passando per il giallastro e il rosso pallido.
E’ una pianta che predilige il terreno umido, a medio impasto, ricco di sostanza organica, ben drenato con valori di pH compresi tra 6 – 7,5; ama i luoghi soleggiati e riparati dal vento. Tollera abbastanza bene le basse temperature ma teme le gelate tardive.
L’uva spina può essere coltivata anche in vaso come pianta da frutto e come ornamentale.
I frutti si raccolgono ben maturi nel periodo luglio – agosto. Per la preparazione di prodotti lavorati è possibile raccoglierli anche a non completa maturazione.
Tutte le uva spina coltivate sono derivate dal Ribes hirtellum e dal Ribes uva-crispa.
La Ribes hirtellum è una specie di uva spina comunemente conosciuta come uva spina selvatica o uva spina di palude o uva spina pelosa, originaria del Canada e degli Stati Uniti nord-orientali e centro-settentrionali.
Le varietà disponibili in commercio sono davvero tante; differiscono sostanzialmente per colore, sapore, grandezza, periodo di maturazione dei frutti, e loro resistenza alle avversità. Le specie americane, come nel caso dell’uva fragola, sono molto più resistenti a malattie e parassiti e si adattano bene anche al clima italiano. Ecco perché molti portainnesti provengono dall’estero. Essendo l’Inghilterra il paese d’origine di questo frutto, le varietà britanniche sono le più numerose e quelle facilmente riconoscibili, in quanto più comuni. Un esempio è rappresentato dalla inglese Careless, la quale si caratterizza da grosse bacche verdi molto simili alle sorelle White Smit, sempre inglese ma con frutti più gialli, e Leveller. La Vinham Industry, invece, è un’uva spina inglese che ha il colore violaceo (come quella del tipo Josta, che si trova invece in Olanda), ma naturalmente la forma della bacca, oblunga e di grosse dimensioni, e il sapore particolare ne identificano subito le differenze. Una varietà bianca molto apprezzata perché più resistente, rispetto alle altre, all’oidio, è la Pax, senza spine e con un frutto anche di buon sapore.
Una delle caratteristiche peculiari dell’Uva Spina rossa è l’alta sensibilità all’oidio, per cui se ne sconsiglia la coltivazione in aree dove per umidità e condizioni climatiche può essere soggetta a questo fungo. In generale tra le varie cultivar di Uva Spina quelle europee sono più sensibili all’oidio e meno rustiche di quelle americane; ce ne sono poi provenienti da varie parti del mondo e che si adattano bene al nostro clima.
L’uva spina americana viene utilizzata principalmente nell’industria di prodotti sciroppati. La forma piccola e tonda delle sue bacche, si adatta molto bene all’utilizzo di macchine durante la raccolta, ideale per la produzione industriale. La più famosa uva spina americana è la Poorman, facilmente riconoscibile proprio dai suoi piccoli acini rossi.
Comunemente conosciuta come Amla, scientificamente definita Phyllanthus Emblica L., l’uva spina indiana produce bacche di colore verde-giallo, considerate da tempo i frutti della eterna giovinezza, con polpa succosa contenente principi attivi con proprietà antivirali e antimicrobiche. L’uva spina indiana è molto nota e utilizzata in tutto il mondo per le sue notevoli proprietà benefiche per la salute e per il suo impiego in cosmetica, principalmente, nell’ambito della cura dei capelli. Per i particolari si può consultare l’articolo dedicato: “Emblica – Phyllanthus emblica”.
L’uva spina si coltiva sin dal 1700 nelle numerose varietà orticole per le bacche commestibili che hanno un sapore gradevole ed aromatico e sono rinfrescanti, diuretiche, lassative e rimineralizzanti. Contengono importanti principi attivi come pectina, vitamine A e C, acido malico, salicilico e tartarico, flavonoidi, fibre, potassio, ferro e levulosio, uno zucchero ben tollerato, anche, da chi soffre di diabete.
L’uva spina può essere consumata in vari modi sia fresca (ma non sempre è apprezzata) che trasformata, come nella preparazione di macedonie, marmellate o gelatine, crostate e dolci, oppure per guarnire piatti di carne o pesce.
I frutti non ancora maturi possono essere impiegati come condimento nei piatti a base di pesce, da cui il nome francese: groseillier à maquereau (sgombro).
In Trentino è particolarmente diffusa la marmellata a base di uva spina chiamata “conserva de ùa spinèla”.
L’uva spina possiede attività diuretica e lassativa blanda. La tradizione popolare la consiglia ai sofferenti di dolori reumatici e gotta. I composti fenolici presenti nell’uva spina esercitano effetti antitumorali, antiaging e antinfiammatori e sono stati associati a un effetto benefico contro le malattie neurologiche. In generale, si tratta di un alimento dalle proprietà antiossidanti. La sua vitamina C aiuta le difese immunitarie e combatte i radicali liberi, la vitamina A è importante per l’integrità di pelle e mucose e per la salute della vista, l’acido pantotenico difende la salute dei surreni, il calcio difende le ossa e il potassio aiuta a tenere sotto controllo la pressione. Il ferro promuove invece una buona circolazione, e le fibre aiutano il buon funzionamento dell’intestino (l’uva spina esercita una blanda azione lassativa). Il suo succo è considerato un alleato di una pelle tonica e della salute dei capelli. La polpa è utilizzata nelle maschere facciali per l’effetto pulizia sulla pelle grassa.