Camedrio | Teucrium Chamaedrys
Il camedrio comune (nome scientifico Teucrium chamaedrys L., 1753) è una piccola pianta arbustiva, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.
Il nome del genere (Teucrium) deriva da Teucro, mitico re di Il camedrio comune (nome scientifico Teucrium chamaedrys L., 1753) è una piccola pianta arbustiva, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.
Troia figlio di Scamandro e della Ninfa Idea, che secondo Plinio per primo sperimentò le proprietà medicinali di alcuni vegetali (tra cui alcune piante del genere di questa voce). Dioscoride denominò queste piante dal greco “Teukrion”, ma è Linneo che riprese tale nome cambiandolo nel latino “Teucrium”.
L’epiteto specifico (chamaedrys) deriva da due parole greche: “chamai” (= sul terreno, nano, strisciante) e “drys” (= quercia, albero) che insieme indicano una quercia nana, o qualche altra pianta bassa con foglie simili a quelle della quercia. Questo nome sembra sia stato utilizzato per la prima volta da Teofrasto (371 a.C. – Atene, 287 a.C.), filosofo e botanico greco antico, discepolo di Aristotele, autore di due ampi trattati botanici. In riferimento alla pianta di questa voce, il nome è stato dato per la somiglianza delle sue foglie con quelle della quercia.
Il nome scientifico della specie è stato definito per la prima volta da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione “Species Plantarum – 2: 565” del 1753.
Nella medicina popolare, il camedrio è sempre stato apprezzato per le sue proprietà amaricanti, amaro-toniche, tant’è che viene utilizzato nella preparazione di aperitivi (es., vermouth, Chartreuses) e digestivi. Si tratta tuttavia di una pianta debolmente tossica in tutte le sue parti, in particolare per il fegato: i diterpeni neoclerodanici presenti nella droga sono infatti responsabili di epatiti acute, croniche e fulminanti. Per questo motivo, il camedrio non dovrebbe essere più utilizzato né sotto forma di tisana né di estratto.
Curiosità: già Galeno e Plinio lodavano le proprietà del Teucrio nelle affezioni della milza e Dioscoride, oltre a questo, lo riteneva giovevole contro i morsi dei serpenti.
La medicina popolare attribuisce al Camedrio, di cui si raccolgono le sommità fiorite, proprietà aperitive, antisettiche, astringenti, cicatrizzanti, coleretiche, digestive, diuretiche, depurative, febbrifughe, lassative, sudorifere, stomatiche, toniche, vermifughe e lo considera medicamento efficace nei casi di febbri palustri, itterizia e bronchiti; malattie della pelle; emorroidi; per regolare le funzioni intestinali; nella tisi; nella gotta; nella scrofola e per i dolori articolari ed i reumatismi.
Lo stesso re di Francia Carlo V guarì dalla gotta, nel XVI secolo, grazie al Camedrio.
Con sommità fiorite e foglie di Camedrio macerate nel vino si ottiene un tonico e depurativo casalingo da bere prima dei pasti.
Decozioni di Camedrio sono usate come sciacqui astringenti per le gengive infiammate; impacchi di Camedrio per le emorroidi.
La badessa Ildegarda di Bingen, autrice nel XII secolo di celebri trattati di medicina, suggeriva di aggiungere un poco di Teucrio agli ortaggi preparati per pietanza, per arrestare il sangue che avesse ad uscire dal posteriore insieme agli escrementi evacuati.