Brionia | Bryonia Dioica
La brionia comune (Bryonia cretica subsp. dioica (Jacq.) Tutin) è una liana rampicante erbacea, perenne, appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae, originaria dell’Europa centrale e meridionale dell’Asia occidentale e dell’Africa settentrionale; è presente in tutte le regioni d’Italia salvo che in Sardegna; è nota anche come a Vite bianca.
Pianta erbacea vivace con una robusta radice carnosa a fittone da cui si origina un fusto sottile rampicante, munito di robusti cirri, lungo da due a quattro metri e spesso peloso e ispido. Le foglie, alterne, hanno un robusto picciolo, sono palmato-lobate, la forma ricorda quelle dell’Edera, l’apice dei lobi è spesso ottuso, la base è cuoriforme; la superficie è coperta da peli rigidi che la rendono ruvida al tatto.
I fiori sono riuniti in racemi posti all’ascella delle foglie; vi sono piante con fiori maschili e piante con fiori femminili; i fiori hanno il calice a tubo diviso in cinque lobi triangolari, la corolla gialla è anch’essa divisa in cinque lobi ovali lanceolati; il frutto è una bacca rossa della grandezza di un pisello. E’ una pianta diffusa nelle stazioni aride e sabbiose incolte e nei ruderati. 0-800 m.
Le radici contengono due glucosidi la brionina e brionidina, un olio essenziale, sostanza pectiche e resinose (brioresina) olio, gomme ecc.; i semi contengono un olio grasso ma data la loro tossicità non sono impiegabili a scopi alimentari.
La droga ricavata dai frutti veniva usata nelle uremie, edemi polmonari ed anche dagli avvelenamenti da narcotici, perché accreditata di proprietà purgative, emetiche, emmenagoghe, vermifughe. Oggi ne è sconsigliato l’uso in quanto tutta la pianta è velenosa soprattutto le bacche per la presenza di cucurbitacina.
Le radici essiccate o più raramente fresche venivano utilizzate, a bassissime dosi, come purgante drastico; inoltre venivano utilizzate contro malattie respiratorie e nei processi infiammatori polmonari; possono provocare congestione sugli organi pelvici.
In generale la pianta è irritante anche per contatto con la pelle in casi di sovradosaggi, può provocare vomito, dolori colici, diarree sanguigne, ematuria e può condurre alla morte per arresto cardiorespiratorio. Oggi dato i suoi inconvenienti non viene più utilizzata.