CROM.3 | Il contesto – Fino al 26 ottobre 1995
Senza ombra di dubbio il commissariamento dell’Ente ha rappresentato per anni il vero “cancro” dell’Istituto Pascale: in dieci anni, dall’1987 al 1997, si sono succeduti alla guida dell’Ente i dottori Mario Leoni, dal 29/12/87 al 21/07/88; Raffaele Iacono, dal 21/07/88 al 23/01/90; Raffaele D’Ari, dal 22/01/90 al 28/03/91; Renato Ponari, Presidente del Consiglio di Amministrazione dal 28/03/91-05/07/93; Giovanni Forte, dal 10/07/93 al 04/07/94; Costantino Mazzeo, dal 05/07/94 al 03/01/95; Gennaro Niglio, dal 03/01/95 al 27/02/96; Giuseppe Ferraro, dal 28/02/96 al 08/01/97; dal 28/01/97 al 05/02/97; dal 11/03/97 al 18/03/97; Alfonso Barbarisi, dal 09/01/97 al 28/01/97, dal 06/02/97 al 18/02/97; dal 18/03/97 al 06/07/2001; un’unica amministrazione ordinaria, quella di Ponari, sciolta per una biasimevole vicenda. Nessun altro Ente in Italia ha visto una sequenza tale di “disastrosi eventi”, che però hanno condizionato, e non poco, la vita dell’Istituto causando un’instabilità di governo unica nel panorama degli IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico). Il continuo turnover, divenuto da transitorio permanente come spesso accade in Italia, ha costituito un alibi semplice ed efficace per giustificare la mancanza di qualsiasi programmazione come pure l’attribuzione di responsabilità. Talune vicende hanno addirittura avuto risvolti tragico-comici, come quando l’Istituto si è trovato ad avere contemporaneamente ben tre Commissari Straordinari.
Tutto questo ha fatto sì che l’Ente sia stato privato, scientemente o meno, e per anni, di chiare linee di indirizzo gestionali, con tutti i mali che ne conseguono; la presenza di un’amministrazione ed un sindacato spesso conniventi hanno fatto il resto: si è così generata una forte conflittualità, interna ed esterna, che di fatto ha reso ingovernabile l’Istituto per molti anni.
La cattiva gestione in cui versava l’Ente veniva rilevata dal dottor Di Dato, Dirigente Superiore dei Servizi Ispettivi di Finanza del Ministero del Tesoro, che faceva pervenire il 2 ottobre 1995 il verbale di ispezione forte di 126 gravi contestazioni alla gestione del periodo 1990-1994; per la gravità dei contenuti una copia veniva inoltrata alla Procura generale della Corte dei Conti ed alla Procura della Repubblica di Napoli per l’accertamento delle responsabilità dei competenti amministratori e revisori contabili, oltre che al Ministro del Tesoro ed al Ministro della Sanità. In effetti, la verifica amministrativo-contabile metteva in rilievo “una serie rilevantissima di illeciti e irregolarità“, tra cui
- assenza di situazioni contabili aggiornate, dei rendiconti trimestrali e dei consuntivi (assenza bilanci)
- irregolarità nell’applicazione di istituti contrattuali (dall’inquadramento del personale al lavoro straordinario, al debito orario di alcuni dipendenti, alle incentivazioni, all’affidamento di consulenze e collaborazioni come pure di altri incarichi);
- anomala gestione amministrativa del personale; irregolarità relative all’impiego dei borsisti scelti per finalità di ricerca ed impiegati, poi, in attività amministrative; indiscriminata fruizione del servizio mensa;
- mancato recupero delle somme indebitamente percepite da parte del personale (indennità non dovute);
- mancato recupero del costo delle prestazioni non utilizzate per mancato ritiro del referto;
- non conforme composizione della Commissione per il rischio da radiazioni;
- mancata individuazione ed accertamento delle responsabilità.
Di conseguenza il Ministero della Sanità invitava (con nota del 10/04/1997 prot. Ente 05256 del 14/05/1997) l’Istituto a regolarizzare la situazione contabile dell’Ente, dare maggiore trasparenza ai bilanci, eliminare le irregolarità e le deficienze riscontrate, garantire il pronto recupero delle somme indebitamente erogate, accertarne le responsabilità, impegnarsi altresì ad astenersi dal riproporre atti o comportamenti identici a quelli censurati.
La relazione Di Dato ha gravato per anni sulla vita dell’Istituto, essendo i preposti incapaci o impossibilitati per motivazioni varie a rimuovere le ataviche incrostazioni. I colpevoli non sono stati mai perseguiti, anzi … hanno vissuto brillanti carriere, così come Italia insegna. La resilienza dell’Ente durò a lungo ma non all’infinito.
Già all’epoca vi era chi si poneva, secondo logica, la domanda: “davvero l’Istituto è ingovernabile, o, piuttosto, non rientra il tutto in un disegno governato da chi non vuole che l’Istituto funzioni?” (v. L’Istituto dei Tumori davvero ingovernabile? articolo La “piovra” al Pascale). Sembrava più che plausibile infatti che le disfunzioni erano all’atto pratico “funzionali”, e che la perdurante mala-gestione non fosse dovuta ad incapacità ed inefficienza, bensì rispondesse ad un preciso volere perpetrato da quanti non volevano che l’Istituto funzionasse e rivestisse il ruolo che gli competeva sul territorio in ambito sanitario; sospettate, in primo luogo, le due Università, spesso in conflitto fra di loro solo per assicurarsi la direzione e quindi la gestione dell’Ente. A salvare l’Istituto è stata sempre l’elevata professionalità del personale, ma che purtroppo spesso si lasciava coinvolgere in conflitti senza senso, che finivano per andare a beneficio degli oppositori dell’Istituto.
Va ricordato come nella sua lettera di dimissioni – riportata anche questa nella famigerata relazione Di Dato –, Costantino Mazzeo, Commissario Straordinario dell’Ente dal 05/07/94 al 03/01/95, in un’attenta quanto allarmante analisi sullo stato dell’Istituto, affermava: “I vertici amministrativi e sanitari non vivono un rapporto corretto di collaborazione teso alla risoluzione delle complesse problematiche; si ha il fumus di intreccio caotico delle responsabilità ed una sovrapposizione di compiti che il più delle volte determina la paralisi totale (non so se voluta o meno…). Si ha la sensazione che una “longa manus” intervenga per frapporre ostacoli e fermi di qualsiasi tipo non facilmente individuabili, perché ancora non si riesce a capire se vi sia una “manovra” all’interno della struttura e/o all’esterno, che come una piovra riesce a bloccare qualsiasi iniziativa e da qualunque settore venga proposta”.
… “La Ricerca potrebbe essere il volano per una rinascita culturale, sociale ed economica del Sud, proprio grazie a quella massa lavoro che i politici non sanno come allocare. Accade invece, come nel caso del Pascale e di altri Enti di Ricerca, che uno pseudo interesse per la Cultura e la Scienza tramutino una istituzione prestigiosa come quella dell’Istituto Tumori di Napoli in terra di conquista, campo di battaglia per funzionari, politici, sindacalisti in cerca di gratificazioni personali, ed altro. Del “povero canceroso” titolava l’Espresso di alcuni anni fa – si vive.
Lo scontro è divenuto veemente, convulso nell’ultimo anno, al limite ed oltre le regole e il buon senso, e, talvolta, il pudore. Ne sono rimasti coinvolti alla fine Stato e Regione. E tutti giù nella mischia, con le fazioni interne a parteggiare per questo o per quella, senza spesso capire perché e quale fosse la posta in gioco. La perversione è tale da non far comprendere, neppure a quanti vi si oppongono strenuamente, che si vuole che l’Istituto perda il carattere scientifico. Allora va detto chiaramente che l’Istituto non deve funzionare, perché se funzionasse, con le tecnologie e le risorse di cui dispone, altri Enti Pubblici e, soprattutto, privati, sarebbero in grossa difficoltà”.
Costantino Mazzeo, grande esperto di Sanità Pubblica, amministratore eccellente, dall’alto della sua esperienza aveva chiaramente fotografato la situazione.
La verifica amministrativo-contabile aveva preso in esame un periodo in cui il Direttore Scientifico era stato il professore Marco Salvatore. All’epoca, la figura del Direttore Scientifico aveva una grossa valenza, potendo condizionare molte scelte se non la vita dell’Ente. Marco Salvatore era senza dubbio un professionista di grosso prestigio; medico-ricercatore italiano specializzato in radiologia e medicina nucleare, docente universitario (professore ordinario di Diagnostica per Immagini già dal 1985), uno dei maggiori esperti mondiali nel campo della Diagnostica per Immagini; nel 1976 aveva fondato a Napoli l’Istituto SDN[1], uno dei centri più attrezzati ed innovativi a livello europeo in tale settore. Il prof. Salvatore è stato sempre considerato un “figlio” del Pascale, dove ha iniziato la sua attività professionale e scientifica, percorrendo in breve tempo tutti i passi della carriera fino ad assumere le funzioni di direttore scientifico (dal 1989 al 1995), senza aver mai partecipato ad alcun concorso. Uomo di forte personalità e di grande carisma (anche se inferiore a quella del fratello Nino), era rispettato da tutti; la sua volontà si imponeva ovunque e comunque indipendentemente dalla presenza fisica (varie volte sono stato delegato a rappresentarlo, una funzione estremamente semplice perché bisognava fare solo atto di presenza in quanto le decisioni erano state già prese).
Grazie al grande prestigio di cui godeva, il prof. Salvatore riuscì per un buon periodo a tenere calme le acque e rilanciare l’immagine dell’Ente; realizzò il primo servizio pubblico di Medicina nucleare e avviò un processo di modernizzazione culminato nell’apertura del Day hospital; il Pascale divenne un centro all’avanguardia per la diagnostica radiologica, la medicina nucleare e la radioterapia; arrivò la prima Pet in Italia, quella per il cervello; aumentò l’impact factor, il più utilizzato indicatore di qualità delle pubblicazioni di ricerca; le attività ebbero un forte incremento”. In effetti, Marco Salvatore era un grande manager, ma, come spesso accade in questi casi, era poco aduso all’osservanza stretta di leggi e regolamenti; era essenzialmente un “uomo del fare”.
La relazione Di Dato lo coinvolse in pieno, indirettamente quando non direttamente. La conflittualità anche interna divenne enorme, fino a divenire insostenibile; non senza una ragione, la Fondazione Pascale venne definita “fossa dei serpenti”.
All’esterno si susseguivano interrogazioni parlamentari del tipo:
Interrogazione a risposta scritta 4/02208 presentata da Cuscuna’ Nicolo’ Antonio (Alleanza Nazionale – Movimento Sociale Italiano) in data 13 Luglio 1994
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_02208_12
Al Ministro della sanita’. – Per conoscere – premesso che: l’Istituto dei tumori di Napoli Fondazione Sen. Pascale vive uno dei suoi momenti piu’ oscuri, determinati da gestioni amministrative e tecniche, designate dal passato potere (PLI-PSI-DC) secondo la allora ordinaria logica spartitoria, che ha portato a numerose inchieste giudiziarie, ancora in corso; a seguito degli arresti dell’allora Presidente Renato Ponari (Liberale) e del consigliere di amministrazione Esposito (Socialista), fu nominato Commissario Straordinario il dottor Giovanni Forte su sollecitazione dell’allora Ministro dell’interno Mancino; dal 1° luglio 1994 e’ stato nominato dal Ministro della sanita’ in sostituzione del dottor Forte, il dottor Costantino Mazzeo, anch’egli vicino all’ex Ministro Mancino; il dottor Mazzeo, fino all’attuale nomina al Pascale, ha retto in qualita’ di commissario la piu’ grande USL della Campania (n. 40), designato in sostituzione del suo predecessore Di Nuzzo, della sua stessa area politica (DC), sospeso perche’ incriminato; in questa cordata di avvicendamenti per arresti ed incriminazioni, si e’ mantenuta ad avviso dell’interrogante sempre la logica dell’occupazione degli incarichi conservando le originarie spartizioni -: perche’ sia stata mantenuta la stessa logica con la nomina del dottor Mazzeo sostenuta tra l’altro anche dall’assessore regionale della Campania il pidiessino Mario Santangelo, quando sarebbe stato facilmente individuabile un commissario scevro da collegamenti con i tristemente noti politici Napoletani, attualmente detenuti nel carcere di Poggioreale; se non ritenga, di provvedere diversamente, in considerazione che non risultano chiari gli interessi che possono aver spinto la vecchia e corrotta classe politica, in un sussulto di premorienza, ad impossessarsi di nuovo del piu’ prestigioso istituto per la cura dei tumori del Meridione, in considerazione anche del fatto che nessun commissario ed in nessun caso riuscira’ a coprire irregolarita’ o latrocini effettuati in passato e che hanno determinato, nel delicatissimo settore della diagnosi e terapia dei tumori, ritardi ed inadempienze colpevoli ed inqualificabili. (4-02208)
Interrogazione a risposta scritta 4/05303 presentata da Cuscuna’ Nicolo’ Antonio (Alleanza Nazionale – Movimento Sociale Italiano) in data 16 Novembre 1994
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_05303_12
Al Ministro della Sanità. – Per conoscere – premesso che: l’Istituto dei tumori di Napoli, per decenni considerato un riferimento per l’Oncologia nell’Italia meridionale, versa, attualmente in un grave degrado sia per quanto concerne l’assistenza che per quanto riguarda la ricerca; ambedue le attività di assistenza e di ricerca si svolgono sotto la responsabilità del Direttore scientifico Marco Salvatore; lo stesso fu nominato su indicazione dell’allora parlamentare onorevole Ugo Grippo e con il consenso di tutti i parlamentari napoletani d’allora, quali Scotti, Cirino Pomicino, Di Donato e soprattutto De Lorenzo, delle cui segreterie il Salvatore era frequentatore e sostenitore; lo stesso caratterizzò sin dall’inizio la sua gestione con la indizione di concorsi e di numerosissime borse di studio distribuite su precise logiche, “accontentando” da un lato i sindacalisti dell’Istituto, assegnando tali borse di studio ai loro figli, guadagnandone in tal modo il silenzio, dall’altro assumendo parenti ed amici di quei politici che avevano sostenuto la sua nomina, dimostrando così la sua riconoscenza; durante la campagna elettorale 1992 una folla di giovani venne reclutata, all’impegno elettoralistico, nella sede di via Medina di Napoli dal PLI dell’allora onorevole De Lorenzo, divenuto Ministro della Sanità; l’impegno propagandistico di quei giovani venne premiato con l’assegnazione di borse di studio; la stessa operazione fu effettuata nelle segreterie degli allora onorevoli Ugo Grippo, Vito Alfredo, Cirino Pomicino e Giulio Di Donato; con le stesse logiche furono gestiti i concorsi per Assistente di Chirurgia (vincitore il Dottor Francesco Izzo, nipote dell’allora Ministro della Sanità), del primario di ginecologia (vincitore il professor Tramontano, amico personale dell’allora Ministro De Lorenzo); il direttore scientifico Salvatore ha partecipato alle procedure di appalti per decine di miliardi, tutt’ora alla valutazione della Magistratura e che portarono all’arresto dell’allora Presidente del Pascale Renato Ponari, delfino di De Lorenzo; i fondi della ricerca gestiti direttamente e senza alcun controllo della direzione scientifica e utilizzati per l’organizzazione di convegni, congressi, viaggi e quant’altro esclusivamente attraverso un’agenzia di proprietà della moglie del ministro De Lorenzo; il direttore scientifico Marco Salvatore gestisce il più grande centro di medicina nucleare convenzionato d’Italia con fatturati di oltre un miliardo al mese ancorché sotto la copertura societaria la cui titolarietà è della moglie di professione architetto; lo stesso Direttore scientifico è contemporaneamente titolare della cattedra di medicina nucleare del II Policlinico di Napoli e primario del servizio di medicina nucleare del Pascale -: se non ritenga, alla luce di questi fatti gravissimi ed inqualificabili, alla vigilia dell’espletamento di numerosissimi concorsi presso la Fondazione Pascal, pur necessari alla normalizzazione delle attività di assistenza e di ricerca, di promuovere iniziative tese alla sostituzione immediata del professor Marco Salvatore, anche in considerazione delle eclatanti incompatibilità, con una personalità che dimostri spessore scientifico e che garantisce moralità ed imparzialità nella conduzione dell’attività scientifica e delle procedure concorsuali per restituire all’Istituto dei tumori di Napoli il ruolo di riferimento oncologico che storicamente ha sempre rivestito. (4-05303).
Interrogazione a risposta scritta 4/15157 presentata alla Camera dall’on.le Nespoli Vincenzo (Alleanza Nazionale)in data 25 Ottobre 1995
Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della sanita’. – Per sapere – premesso che risulta all’interrogante che: con decreto dell’8 aprile 1993 del Ministro della sanita’ fu nominato revisore dei conti dell’Istituto nazionale per lo studio e la cura di tumori “Fondazione Giovanni Pascale” di Napoli il dottor Gennaro Niglio; con decreto del 3 gennaio 1995 dell’allora Ministro della sanita’ onorevole Costa, il dottor Niglio e’ passato dalla responsabilita’ di revisore dei conti a quella di Commissario straordinario dello stesso Istituto Pascale di Napoli; il dottor Di Dato, ispettore del Ministero del tesoro, ha fatto pervenire il 2 ottobre 1995 il verbale di ispezione forte di oltre 150 grossissime contestazioni alla gestione dal 1990 al 1994, inviandone copia per la gravita’ dei contenuti alla Procura generale della Corte dei conti ed alla Procura della Repubblica di Napoli per l’accertamento delle responsabilita’ dei competenti amministratori e revisori contabili, tra cui il citato dottor Niglio a partire dal 1993 -: se non ritengano di dover immediatamente revocare l’incarico di Commissario straordinario del “Pascale” al dottor Niglio, responsabile in prima persona ed in collusione con altri, come evidenzia la relazione ispettiva Di Dato, di tutte le vicende di malcostume e malaffare anche tangentizio che hanno disastrato la gestione contabile-amministrativa del piu’ importante polo oncologico meridionale, minandone conseguenzialmente l’efficienza scientifica e sanitaria a danno della popolazione del Mezzogiorno. (4-15157)
Interrogazione a risposta scritta 4/15893 presentata alla Camera dall’on.le Nespoli Vincenzo (Alleanza Nazionale)in data 16 Novembre 1995
Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri del tesoro e della sanita’. – Per sapere – premesso che risulta agli interroganti che: non e’ ancora sostituito il Commissario straordinario dell’Istituto Pascale di Napoli dottor Gennaro Niglio nonostante che il suo operato di revisore dei conti del richiamato ente, negli anni 93/95, sia stato denunciato alla Procura della Repubblica di Napoli, alla Procura Generale della Corte dei Conti e percio’ all’attenzione del Ministro della sanita’ Guzzanti, in seguito all’ispezione ministeriale del dottor Di Dato; i 126 rilievi notificati anche al Pascale non sono a tutt’oggi stati riscontrati, mentre continua la disastrosa gestione degli affari correnti inquinati da traffici tangentizi; il Niglio, indifferente ai suoi doveri di commissario, gestiti normalmente a Roma poiche’ e’ di norma assente dall’Istituto, cosi’ coprendo – come ha sempre fatto – i loschi traffici affaristici denunziati nell’ispezione ministeriale sopra menzionata, perche’ impegnato nella sua diuturna fatica di direttore generale del Ministero della sanita’, guadagnata con duri anni di “portaborsa” dell’ex Ministro De Lorenzo, non ha esitato a nominare al posto del dimissionario professor Salvatore in data 3 novembre 1995 il dottor Ciro Manzo, primario di immunologia da lui stesso promosso primario nel 1994, in qualita’ di Presidente della commissione di concorso per il quale sono tuttora pendenti ricorsi al TAR[2]; le gestioni denunciate evidenziano l’assoluta inadeguatezza dell’Istituto a svolgere il ruolo istituzionale di presidio oncologico visti anche i risultati modesti prodotti nel campo assistenziale come evidenziato in ripetuti interventi della magistratura -: se non ritenga di dover subito rimuovere e sostituire il Niglio, di dover sospendere il bando di concorso per assunzione di personale scientifico, alla luce dei rilievi Di Dato, che costituiscono in tutta evidenza il prezzo che il Niglio vuole pagare ai suoi padrini politici che lo mantengono nell’incarico, di dover infine bloccare la stipula della convenzione regione Campania/Pascale in considerazione che l’Ente come dimostrato non svolge il suo ruolo e che i cittadini della Campania devono vedersi garantito il diritto ad una onesta, corretta e competente assistenza che, forse, oggi solo l’Universita’ puo’ dare. (4-15893)
Le su menzionate interrogazioni, non sempre del tutto veritiere, sono state riportate per far comprendere il clima di conflittualità in cui viveva l’Istituto, che evidenziava non pochi problemi di sistema.
Travolto dagli eventi ed allo scopo di evitarne altri più spiacevoli, Marco Salvatore, senza alcun preavviso, rimise l’incarico di Direttore Scientifico e abbandonò improvvisamente il Pascale per rientrare all’Università Federico II.
[1] L’Istituto SDN, pur non esercitando né ricovero né cura di pazienti, ha ottenuto dal Ministero della Sanitànel 2007 il riconoscimento del carattere scientifico (IRCCS) in ambito diagnostico e nucleare.
pur non esercitando né ricovero né cura di pazienti
[2] Il concorso è stato infatti annullato per palesi irregolarità su esposto del prof. Giuseppe Scala