Baptisia Tinctoria
Baptisia tinctoria (nota anche come indaco falso giallo, indaco selvatico, ippopotamo, etc.) è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Fabaceae. Originaria delle zone aride del Nord America orientale soprattutto a ovest del Minnesota e a sud della Florida.
Questa pianta è divenuta rara in alcune aree di origine ed è protetto in alcuni Stati. La sua presenza è minacciata nel Kentucky, mentre nel Maine è considerata in pericolo.
Il suo habitat è quello dei prati asciutti e ambienti boschivi aperti.
La Baptisia tinctoria è una pianta erbacea costituita da parecchi steli che possono raggiungere un’altezza di 0,60 – 1 m di altezza. Le foglie sono di colore verde-argento profondamente trilobate e lunghe circa 1 -1,5 cm. I fiori sono gialli, con la tipica conformazione papilionacea e lunghi 1,3 – 7 cm. I fiori sbocciano nel periodo tra maggio e settembre.
L’ indaco selvatico è una specie erbacea perenne che cresce allo stato spontaneo nei prati asciutti o anche in ambienti boschivi aperti. Potrebbe esser coltivata per diffusione dei semi in coltura annuale e per estrarre i suoi principi attivi.
La pianta veniva impiegata dai nativi americani della tribù dei Creek i quali bollivano le radici di Baptisia in acqua e somministravano il decotto internamente ed esternamente ai bambini stanchi e debilitati, apparentemente sul punto di ammalarsi. I Moicani ricavavano una poltiglia dalla radice macerata in acqua e la utilizzavano per bagnare tagli e ferite. I coloni americani la applicavano alle piaghe, ulcere ed eczemi per le sue proprietà astringenti e antisettiche ed internamente per scarlattina e tifo.
Il termine Baptisia del genere viene dal neo latino e derivato dal greco baptw = tingo, battezzare, immergere, nel senso di tingere, per l’uso di questa pianta usata come un colorante indaco. L’epiteto specifico tinctoria proviene da tíngo tingere: utilizzato per tingere stoffe.
La Baptisia tinctoria contiene piccole quantità di alcaloidi, come la citisina (che è la causa principale della velenosità di alcune leguminose come la ginestra di Spagna) e alcuni eterosidi di isoflavoni, quali: isobaptigenina e baptigenina.
La tintura madre si prepara con la parte sotterranea, fresca.
L’ indaco selvatico fu introdotto per la prima volta in omeopatia nel 1857 e venne utilizzato principalmente nell’America settentrionale come colagogo. In fitoterapia la Baptisia trova indicazioni in: infezioni, soprattutto batteriche; ulcere e piaghe; tonsilliti; dissenteria; gengiviti; infezioni alle vie respiratorie; esaurimento nervoso.
Non è segnalata alcuna tossicità per questa pianta e nessuna controindicazione alle dosi terapeutiche normali eccetto ipersensibilità individuale.
Frequente l’utilizzo di questa pianta quale colorante in sostituzione del vero indaco (Indigofera tinctoria). Tende, da asciutto, quasi al blu/nero.