Acetosa | Rumex Acetosa
L’acetosa (Rumex acetosa) o erba brusca ed anche acetosa di pecora è una pianta erbacea, pianta infestante, perenne, provvista di una grossa radice, dalla quale, in primavera, si sviluppa un fusto eretto, semplice o poco ramificato di colore rossastro che può raggiungere l’altezza di un metro.
Esistono tre varietà di acetosa – grande, piccola e ottusifoglia – che hanno grosso modo le stesse proprietà e si somigliano moltissimo per via delle belle foglie verdi e astate.
L’acetosa maggiore è una pianta erbacea, perenne che presenta un fusto rossastro e cavo; le foglie sono grandi di colore verde scuro, mentre i fiori verdi o rossastri si presentano in grappoli. L’acetosa è diffusa nei prati in tutta Italia, dal mare ai monti, in luoghi aperti e lungo i corsi d’acqua, fino ad un’altezza di 2.300 metri.
La pianta si può raccogliere tutto l’anno, anche radendo la piantina, in quanto la radice emetterà nuovamente nuove foglie.
L’acetosa era conosciuta già nei tempi antichi come pianta officinale, tanto che gli Egizi e gli antichi romani la utilizzavano come condimento per i brodi di pollo con pomodori e lenticchie. È grazie a Carlo Magno che intensificò la sua coltivazione nei giardini dei chiostri monastici e si diffuse maggiormente. I medici medievali la utilizzavano per curare la peste e il colera e si cercava di curare anche lo scorbuto, un’affezione dovuta all’assenza di vitamina C.
Della pianta di acetosa si utilizzano foglie e fusti freschi e la radice. Consumata fresca, l’acetosa ha un sapore amarognolo e si usa in aggiunta alle insalate fresche, agli spinaci e le verdure cotte in genere.
I principi attivi della acetosa comprendono: vitamina C (80 mg/100 g che rappresenta la metà del fabbisogno giornaliero), ossalati di calcio e di potassio, acido ossalico, tartarico e tannico, antrachinoni, ma anche amido, mucillagini e oli. L’ossalato di calcio è la sostanza che le dà quel sapore acidulo.
L’acetosa ha proprietà digestive, depurative, diuretiche e antinfiammatorie grazie alla presenza di vitamina C (80 mg/100 g che rappresenta la metà del fabbisogno giornaliero), ossalati di calcio e di potassio, acido ossalico, tartarico e tannico, antrachinoni, ma anche amido, mucillagini e oli. L’ossalato di calcio è la sostanza che le dà quel sapore acidulo.
Discrete, invece, le proprietà emmenagoghe e stomachiche.
L’acetosa trova le seguenti indicazioni: disturbi dell’apparato digestivo; emorroidi; ulcerazioni della bocca; inappetenza; febbre.
Per uso interno, in erboristeria, si utilizza la pianta intera o le foglie giovani. Il decotto è utile come diuretico e rinfrescante, per il trattamento di gengiviti ed in generale contro le infiammazioni della bocca.
I cataplasmi delle foglie fresche sono un rimedio per le irritazioni della pelle e le punture di insetti. Il pediluvio con il decotto di acetosa è utile per decongestionare e favorire la circolazione sanguigna dei piedi.
La radice, estratta dal terreno in autunno e posta in infusione o decotta, svolge azione lassativa e diuretica. Un impacco di foglie fresche, sminuzzate e stese sulla pelle del viso, chiude i pori dilatati e fa scomparire i cosiddetti “punti neri”.
In fitoterapia si può trovare la tintura madre ricavata dalla pianta intera, utile per la sua azione lassativa, antianemica, depurativa e nel trattamento della dermatosi.
Le controindicazioni all’impiego dell’acetosa sono rappresentate dalla potenziale nefrotossicità, per cui è controindicata a quanti soffrono di calcoli, artrite, gotta, reumatismi, iperacidità. In caso di elevata ingestione di foglie crude sono stati riscontrati avvelenamenti con lesioni renali. Incompatibilità con le acque minerali e con i contenitori in rame.