Stella di Natale | Euphorbia pulcherrima
L’Euphorbia pulcherrima nota come Poinsettia o Stella di Natale è una pianta ornamentale originaria del Messico, nazione nella quale cresce spontaneamente e dove, allo stato selvatico, può raggiungere anche un’altezza fra i due e i quattro metri. Il nome “Poinsettia” deriva da Joel Roberts Poinsett, il primo Ambasciatore degli Stati Uniti in Messico, il quale introdusse la pianta negli Stati Uniti nel 1825.
Appartiene alla famiglia delle Euphorbiaceae, ordine Euforbiali (Euphorbiales), classe delle Dicotiledoni (Magnoliopsidae), divisione delle Angiosperme (Magnoliophytae); all’interno del suo tronco e dei suoi rami vi è una sostanza lattiginosa (il lattice), leggermente irritante per la pelle, velenosa per gatti e cani.
Altri nomi comuni della poinsettia sono: “cuetlaxochitl” (nome azteco della Stella di Natale) Mexican flame leaf, Christmas star, Winter rose, Noche Buena, Lalupatae, Atatürk çiçeği (“Fiore di Atatürk”, in Turchia), Αλεξανδρινό (traslitterato “Alexandrinò”, cioè Alessandrino, in Grecia).
Le poinsettie hanno sottili fusti semi legnosi, di colore verde brillante, molto ramificati; il fogliame è scuro, di forma particolare, ricorda un poco quello dell’agrifoglio, pur avendo lamine fogliari più sottili e delicate; all’apice dei fusti si sviluppano in inverno grandi infiorescenze, che siamo abituati a considerare singoli fiori.
In realtà i veri fiori della stella di Natale sono simili a quelli di tutte le euphorbie: sono detti ciazi e hanno dimensioni piccole, sono praticamente privi di petali e sono di colore verde o giallo.
Quelli che consideriamo i grandi petali della poinsettia sono in realtà brattee, che sottendono le infiorescenze; ciò significa che non sono petali, ma foglie trasformate.
La specie botanica ha brattee di colore rosso acceso, lisce e ampie; nel corso dei decenni però il successo in coltivazione di questa pianta ha dato il via alle ibridazioni;
così oggi possiamo avere poinsettie con brattee rosa, fucsia, gialle, bianche, striate, variegate, doppie, arricciate, arrotolate.
Si tratta però sempre della stessa pianta e della stessa specie, e quindi tutte le stelle di Natale vanno coltivate nello stesso modo. E’ una pianta fotoperiodica, cioè influenzata dalla durata del giorno e della luce: fiorisce solo quando le ore di buio superano di molto le ore di luce (massimo 8 ore di luce).
La stella di Natale è coltivata per uso decorativo-ornamentale.
In natura queste piante vivono in luoghi collinari o montuosi, caratterizzati da un clima privo di forti sbalzi di temperatura e con minime notturne abbastanza alte; non sopportano temperature inferiori ai 12-15°C, che possono causare la repentina e totale perdita di tutto il fogliame.
Per coltivarla in casa, scegliere un ambiente poco riscaldato, tenere la pianta tassativamente lontana da fonti di calore diretto, quali termosifoni o caminetti; allo stesso modo, bisogna evitare sbalzi di temperatura verso il basso, e quindi evitare la vicinanza a porte o finestre, da cui possano entrare folate di aria fredda.
La pianta deve stare per buona parte della giornata al buio, per cui va posta in un luogo dove non riceva luce artificiale e in un ambiente comunque illuminato da non più di otto ore di luce solare. Una volta trovato un angolo abbastanza luminoso e fresco, evitare di spostare la pianta, se non girandola periodicamente, in modo che possa godere della stessa luminosità da tutti i lati. Il terreno in cui coltivare l’euphorbia sarà un buon terriccio universale, alleggerito con poca sabbia, per evitare i ristagni idrici, che potrebbero favorire lo sviluppo di malattie fungine.
Per tutto l’arco dell’anno la pianta va annaffiato solo quando il terreno è ben asciutto, il che può significare anche ogni giorno in giugno o luglio, e solo una volta a settimana in inverno; evitare di lasciare a lungo la pianta completamente asciutta, ma anche di mantenere spesso il terreno inzuppato di acqua; per aumentare l’umidità ambientale tenere il vaso in un sottovaso pieno di argilla espansa, sempre immersa nell’acqua, in modo che l’evaporazione faccia il suo lavoro.
Per tutto l’arco dell’anno si consiglia di somministrare un fertilizzante, ogni quindici giorni, sospendendo la somministrazione nel periodo della fioritura.