Abecedario

035 – Leggi attentamente le etichette

Abecedario della salute

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Impara a leggere le etichette ed informarti per compiere scelte alimentari salutari e consapevoli.

  • L’etichetta alimentare rappresenta la “carta d’identità” di un cibo.
  • Le informazioni poste sugli alimenti sono importanti perché permettono di conoscere il tipo di alimento che stiamo acquistando, gli ingredienti che lo compongono, il luogo in cui è stato prodotto e le informazioni sul produttore.
  • L’etichetta permette ai consumatori di compiere scelte consapevoli relative agli alimenti ed evitare pratiche che possano indurli in errore.
  • Preferisci prodotti sottoposti a rigorosi controlli di qualità, in relazione alla presenza di additivi, conservanti e contaminanti vari; controlla le scadenze.

L’etichetta alimentare rappresenta la “carta d’identità” di un cibo. Le indicazioni obbligatorie che devono essere riportate in una etichetta alimentare sono (art. 9 del del Regolamento (EU) 1169/2011):

  • denominazione dell’alimento
  • elenco degli ingredienti in ordine decrescente di peso, così come registrati al momento del loro uso nella fabbricazione dell’alimento
  • presenza di allergeni, evidenziati in etichetta con carattere diverso rispetto agli altri ingredienti
  • quantità di alcuni ingredienti o categorie di ingredienti; la presenza di “oli vegetali” o “grassi vegetali” deve essere evidenziata in un apposito elenco che ne indica l’origine specifica (es. olio di palma, olio di cocco, grassi idrogenati ecc.); aromi e additivi, se presenti, devono essere indicati in etichetta.
  • quantità netta dell’alimento
  • termine minimo di conservazione o la data di scadenza
  • condizioni particolari di conservazione e/o le condizioni d’impiego
  • nome o ragione sociale e indirizzo dell’operatore che si è occupato della commercializzazione del prodotto
  • Paese di origine e luogo di provenienza del prodotto
  • istruzioni per l’uso, per i casi in cui la loro omissione renderebbe difficile un uso adeguato dell’alimento
  • per le bevande che contengono più di 1,2 % di alcol in volume, il titolo alcolometrico volumico effettivo
  • dichiarazione nutrizionale.

A queste indicazioni se ne aggiungono anche altre obbligatorie complementari che dipendono da tipi o categorie specifici di alimenti.

Da preferire, le etichette alimentari che presentano una lista degli ingredienti più breve possibile, pochi e di qualità.

È opportuno diffidare degli alimenti che hanno come primo o secondo ingrediente lo zucchero (tranne quello naturalmente contenuto nella frutta) o il sale. Inoltre, andrebbero evitati o fortemente ridotti i cibi contenenti:

  • Nitriti e nitrati (E249, E250, E251 e E252), presenti soprattutto nella carne in scatola, negli insaccati e nelle carni lavorate. Sono aggiunti come additivi e non come semplici conservanti, servono a mantenere il colore rosso della carne, favorire lo sviluppo dell’aroma e svolgere un’azione antimicrobica e antisettica, soprattutto nei confronti del botulino. Di per sé non sono cancerogeni, ma possono essere convertiti attraverso la cottura e il metabolismo in composti che sono considerati cancerogeni, chiamati nitrosamine.
  • Solfiti e anidride solforosa (E220, E221, E222, E223, E224, E226, E227 e E228), contenuti principalmente in bibite a base di frutta, succhi, dolci, pesce conservato, birra, vino e frutta secca. Sono dei conservanti antimicrobici utilizzati per evitare la germinazione di muffe, lieviti e batteri, per mantenere la colorazione naturale dei cibi e proteggerli dall’imbrunimento. Possono provocare irritazione gastrica, reazioni allergiche e alterazioni vitaminiche.
  • Glutammato monosodico (E621), si trova in molti alimenti come i dadi da brodo, tanto da comparire come primo ingrediente, e viene impiegato per intensificare o modificare il gusto. Dato il suo diffuso utilizzo, l’elevata assunzione giornaliera può provocare intolleranze a quest’additivo e altri disturbi da non sottovalutare.
  • Tartrazina (E102), colorante artificiale presente in caramelle, snack, bevande analcoliche e sciroppi. Insieme al giallo di chinolina, giallo tramonto FCF (giallo arancio S), azorubina (carmoisina), ponceau 4R (rosso cocciniglia A), rosso allura AC sono stati associati al deficit di attenzione nei bambini.
  • Mono e Digliceridi degli acidi grassi (E471), emulsionanti che si possono trovare in prodotti da forno e pasticceria, gelati, chewingum, cioccolato e margarine. Sono grassi di scarsa qualità nutrizionale di origine vegetale o animale. I mono e digliceridi vegetali sono ottenuti da olii di cocco o di palma, mentre quelli di origine animale da scarti di macellazione come unghie, corna, grasso e chissà cos’altro.
  • Olii palma e colza, ingredienti di origine vegetale che compaiono nelle creme spalmabili, nei brodi, in alcuni piatti pronti e soprattutto in tantissimi prodotti da forno. Sono ricchi di acidi grassi saturi, il cui consumo eccessivo risulta correlato a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari.
  • Grassi trans e idrogenati sono grassi pericolosi per la nostra salute, anche in questo caso aumentano soprattutto il rischio cardiovascolare e alzano i livelli di colesterolo cattivo abbassando quelli del colesterolo buono.

Non ci sono dati preoccupanti riguardo l’acido ascorbico, o Vitamica C (E301), e l’acido citrico (E330) presente naturalmente negli agrumi. Tuttavia, alcuni studi stanno verificando se la Vitamina C presente artificialmente nei cibi insieme ad altri additivi, possa (a causa di questa interazione) avere effetto protettivo nei confronti della produzione di nitrosamine, o possa invece favorirne la formazione.

Altre indicazioni obbligatorie in una etichetta alimentare

Ogni prodotto ha un suo nome, quindi in etichetta non può di certo mancare la denominazione dell’alimento. Questa corrisponde alla sua denominazione legale e, in mancanza di questa, alla sua denominazione usuale. Ma se anche quest’ultime non esistono? Viene utilizzata una denominazione descrittiva.

In ogni etichetta alimentare deve essere evidenziata anche durabilità del prodotto, la quale esprime la durata o il termine minimo di conservazione. Sulla confezione possiamo, infatti, trovare due diverse diciture:

  • Da consumare entro il…” rappresenta il limite entro il quale il prodotto deve essere tassativamente consumato. È il caso di prodotti molto deperibili per cui la data indicata rappresenta quella di scadenza.
  • Da consumarsi preferibilmente entro il…” significa che il prodotto può essere consumato anche se trascorso qualche giorno dalla data indicata senza rischi della salute.

Conoscere la differenza tra data di scadenza e termine minimo di conservazione può essere utile per evitare e prevenire gli sprechi alimentari

Una etichetta alimentare contiene, inoltre, le condizioni di conservazione ed uso. Si tratta dell’insieme di indicazioni che permettono di mantenere il prodotto in buone condizioni anche dopo l’apertura della confezione.

Anche il paese d’origine e luogo di provenienza è una informazione obbligatoria che deve essere presente in etichetta e ci consente di sapere l’origine e la provenienza di ciò che mangiamo.

Il regolamento europeo 1169/2011 in materia di etichettatura degli alimenti ha abolito l’obbligo d’indicazione della sede dello stabilimento di produzione o confezionamento per i prodotti alimentari. Tuttavia, il Ministero delle Politiche agricole e dello Sviluppo economico si sta battendo per il ripristino dell’obbligo per quanto riguarda gli alimenti prodotti in Italia e destinati al mercato italiano per fornire un’indicazione chiara ed esaustiva e un’efficace tutela della salute del consumatore.

In etichetta devono essere presenti, inoltre, le dichiarazioni nutrizionali. Si tratta della tabella dei valori nutrizionali in cui sono contenute le informazioni sull’apporto calorico e nutritivo dell’alimento. In questo caso, l’obbligatorietà riguarda l’indicazione di: valore energetico (in Kjoule e kCal), grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale.

Queste possono essere integrate con indicazioni su acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi, sali minerali e/o vitamine, amido e fibre. Il valore energetico è riferito a 100 g/100 ml dell’alimento oppure alla singola porzione.

Indicazioni nutrizionali e sulla salute

L’etichetta alimentare può essere utilizzata dal produttore per attribuire al proprio prodotto particolari proprietà nutrizionale o di tipo salutistico. Si tratta dei cosiddetti claims, i quali devono rispettare ingredienti, valori nutrizionali, origine e provenienza.

Ecco alcune delle famose diciture che si possono trovare sulle confezioni dei prodotti quando si fa la spesa:

A BASSO CONTENUTO…

  • Calorico:il prodotto contiene non più di 40 kcal/100 g per i solidi o più di 20 kcal/100 ml per i liquidi

A BASSO CONTENUTO DI…

  • grassi: il prodotto contiene non più di 3 g di grassi per 100 g per i solidi o 1,5 g di grassi per 100 ml per i liquidi
  • grassi saturi: il prodotto non supera 1,5 g/100 g per i solidi o 0,75 g/100 ml per i liquidi
  • zuccheri: il prodotto contiene non più di 5 g di zuccheri per 100 g per i solidi o 2,5 g di zuccheri per 100 ml per i liquidi

A RIDOTTO CONTENUTO…

  • Calorico: il valore energetico è ridotto di almeno il 30%

SENZA…

  • Calorie:il prodotto contiene non più di 4 kcal/100 ml
  • Grassi: il prodotto contiene non più di 0,5 g di grassi per 100 g o 100 ml
  • Grassi saturi: la somma degli acidi grassi saturi e acidi grassi trans non supera 0,1 g di grassi saturi per 100 g o 100 ml
  • Zuccheri: il prodotto contiene non più di 0,5 g di zuccheri per 100 g o 100 ml
  • Zuccheriaggiunti: il prodotto non contiene zuccheri o ogni altro prodotto utilizzato per le sue proprietà dolcificanti. Se l’alimento li contiene naturalmente si deve riportare sull’etichetta: “contiene naturalmente zuccheri”

RICCO DI…

  • Grassi monoinsaturi(o polinsaturi): almeno il 45% degli acidi grassi presenti nel prodotto derivano dai grassi monoinsaturi/polinsaturi e a condizione che gli stessi apportino oltre il 20% del valore energetico del prodotto
  • Grassi insaturi: almeno il 70% degli acidi grassi presenti nel prodotto derivano da grassi insaturi e a condizione che gli stessi apportino oltre il 20% del valore energetico del prodotto

FIBRE:

  • Fonte di…: il prodotto contiene almeno 3 g di fibre per 100 g o almeno 1,5 g di fibre per 100 kcal
  • Ad alto contenuto di…: il prodotto contiene almeno 6 g di fibre per 100 g o almeno 3 g di fibre per 100 kcal

PROTEINE:

  • Fonte di…: almeno il 12% del valore energetico dell’alimento è dato da proteine
  • Ad alto contenuto di…: almeno il 20% del valore energetico dell’alimento è apportato da proteine

SALE O SODIO:

  • Ad basso contenuto di…: il prodotto contiene non più di 0,12 g di sodio per 100 g o 100 ml
  • Ad bassissimo contenuto di…: il prodotto contiene non più di 0.04 g di sodio per 100 g o 100 ml
  • Senza sodio o senza sale: non deve contenere più di 0,005 g di sodio

LEGGERO/LIGHT:

Il valore energetico è ridotto di almeno 30%. Dietro la parola “light” spesso si nascondono prodotti meno ricchi di grassi ma con un elevato contenuto di zuccheri e viceversa.

Le informazioni fornite sono tante e ci sarebbe ancora tanto da dire analizzando prodotti specifici come il latte, la carne, l’olio, ecc.. Spero però che già quanto riportato sia stato sufficiente ad avere le idee un po’ più chiare sulle etichette alimentari.

Redazione amaperbene.it

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